MASSIMINO – Per non dimenticare..

Marco Di Mauro

CATANIA – Non c’è più un trofeo a ricordarlo, il “clasico” dell’estate catanese, resta una targa all’ingresso della vecchia sede sociale, in quello stadio che da Cibali ha preso il suo nome: “Angelo Massimino”. Quello stadio che nei progetti della vecchia o attuale dirigenza sarebbe dovuto andare in pensione a breve. In pensione non potrà mai andar però il ricordo del Presidentissimo, la sua immagine nelle menti dei catanesi che l’hanno tanto amato quanto osteggiato se non odiato, sicuramente rimpianto a lungo, almeno fino all’arrivo di una nuova dirigenza disposta a “sacrificarsi”, a spendere ed a spendersi per il Catania, senza dubbio con modi e maniere profondamente diversi, come diversi sono ormai i tempi.

Il 4 Marzo del 1996, Catania si accorgeva dell’importanza che il Cavaliere Angelo Massimino ricopriva per il calcio catanese, unendosi senza più contrasti né polemiche, nel dolore, nella riflessione. A venti anni da quella data, ricordare Angelo Massimino nel giorno della sa scomparsa è importante come mai, perché in futuro non vorremmo restasse questa, l’unica eco che riporti la memoria a quei tempi non più da rimpiangere ma senza dubbio un valore da ricordare.

Di seguito un articolo pubblicato da “Il Corriere della sera” il giorno dopo la scomparsa:

Il tragico incidente ieri alle 14,30 sotto la pioggia, in un tratto molto pericoloso tra Scillato e Tremonzelli. L’auto era condotta dal genero Giuseppe Insalaco ed è andata completamente distrutta. Inutile l’arrivo di un elicottero, il povero Angelo Massimino è morto sul colpo, il genero si è salvato per miracolo. La camera ardente oggi pomeriggio al Cibali, domani i funerali in Cattedrale”. 

TERMINI IMERESE – E’ morto lavorando per il suo Catania. Il cavaliere Angelo Massimino si era recato in mattinata a Palermo per sbrigare alcune faccende legate alla società di cui era presidente anche in vista di un parere del Tar previsto nelle prossime ore. Una puntata in Lega, qualche appuntamento di lavoro e poi, intorno alle 13.30, via verso Catania, in macchina sulla potente BMW 520 grigia metallizzata guidata del genero, Giuseppe Insalaco. Prima di proseguire però il costruttore ed il suo accompagnatore decidono di rifocillarsi: un panino, una bevanda e nuovamente in macchina. Sono le 14.15, su Palermo e provincia piove, l’asfalto è viscido. La vettura di Massimino supera il bivio di Scillato ed al chilometro 65 la BMW sbanda, Insalaco perde il controllo e la macchina schizza via, come una scheggia impazzita. Si rivolta più volte, il presidente Massimino viene sbalzato fuori dalla vettura, cade pesantemente sul terreno e muore sul colpo. Subito Insalaco, rimasto miracolosamente illeso, chiede soccorso con il suo cellulare. Sono attimi di panico ma prontamente arrivano le volanti della polizia stradale diBuonfornello che allertano anche l’Elisoccorso che arr iva immediatamente ma purtroppo per costatare la morte del presidente Massimino.

IL DRAMMA – Nella camera mortuaria del cimitero di Termini Imerese il corpo del presidente del Catania arriva alle 17.45 scortato dalle voltanti della polizia stradale. Poco dopo entra nel piccolo obitorio del cimitero il medico legale Armando Pravatà che accerta la morte e provvede a svolgere l’esame necroscopico: “Il presidente del Catania è morto sul colpo. È volato fuori dalla macchina ed ha sbattuto con violenza il capo e precisamente la parte parietale subendo la frattura della zona destra, oltre a quella dei due femori. Aveva finito di mangiare un panino e proprio io gli ho tolto il cibo residuo rimasto in bocca. Fortunatamente il conducente della macchina non ha subito danni fisici ma gli ho consigliato di farsi visitare in ospedale”.

Le prime testimonianze parlano di forte velocità  e anche di assenza di cinture di sicurezza, forse se fossero state utilizzate il presidente Massimino avrebbe potuto salvarsi. C’è nervosismo tra i parenti che arrivano al cimitero di Termini. Le telecamere puntano gli obiettivi ed i faretti su di loro, qualcuno li allontana. Con gli occhi lucidi i fratelli del presidente Ottavio e Salvatore, quest’ultimo ex presidente del Messina: “L’ho saputo a Catania e mi sono subito precipitato a Palermo. Un dramma, non so proprio cosa dire. Come si può morire in questa maniera? Ancora non ci credo… Lasciatemi stare…”. Ci sono anche alcuni nipoti che trattengono a stento le lacrime: “Non è il caso di dire nulla in questo momento. Una tragedia che ci lascia senza parole. E’ morto lavorando per il suo Catania”. Nel corso della serata sono proseguiti tutti gli adempimenti burocratici per riportare la salma di Angelo Massimino a Catania: alle 22,30 il carro funebre è uscito dal cimitero di Termine Imerese per dirigersi a Catania. Oggi pomeriggio al Cibali sarà allestita la camera ardente. I funerali avranno luogo domani in Cattedrale.

Ci sono anche diversi curiosi fuori dal cimitero di Termini Imerese: “E’ morto il presidente del Catania Massimino? Sono profondamente addolorato – dice Ciccio Califano – malgrado sia un accanito tifoso del Palermo. È stato e resterà uno dei più grandi personaggi del calcio italiano”.

FIORI IN AUTOSTRADA – Il luogo della disgrazia è battuto dalle macchine che passano sotto la pioggia battente.Il selciato è stato ripulito, ma c’è già un mazzo di fiori posato da un tifoso che, forse, rientrando a Catania ha appreso della morte del presidente. Un tratto di strada maledetto. Ma torniamo a Termini per capire dove è stata portata la macchina. Una vettura distrutta. Irriconoscibile. La BMW 520 del presidente Massimino è sotto sequestro in un’officina dell’ACI di Termini Imerese. Qualche problema per vederla, poi si aprono i cancelli. Davanti ci troviamo un pezzo di lamiera contorta. Il lato dove si trovava il cavaliere è distrutto, segno evidente che l’impatto con il terreno è stato tremendo: “Forse andavano un po’ troppo forte – dicono quelli della Polizia Stradale – ma in questo momento è impossibile capire quali siano state le vere cause”. Certo il terreno viscido è stato fatale. E poi in quella zona tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli di incidenti mortali se ne registrano ogni settimana. Le autorità a questo punto dovrebbero provvedere a trovare dei rimedi perché come è morto Massimino possono morire anche altre persone. L’inchiesta sarà affidata al pm di Termini (Renato Perinu).

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