CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.
«Ingesson sulla schiena e Bari nel mio cuore» (La Gazzetta dello Sport)
Il numero 8 si racconta ai tifosi biancorossi che lo adorano «Amo le “brasciolette” e voglio la Serie A con questa maglia»
“«Sono orgoglioso di indossare la maglia numero 8. La stessa che aveva Klas Ingesson nel Bari». Daniele Sciaudone sa come toccare il cuore dei tifosi baresi. Ricordare il gigante svedese vuol dire ritrovarsi accanto a chi lo ha sempre amato. E il 26enne centrocampista bergamasco non smette un solo istante di essere il testimonial più efficace della passione biancorossa. Non a caso ieri ha chattato con i tifosi. Si è ricaricato totalmente prima di ripartire sul campo: a Vercelli tornerà al suo posto, dopo aver scontato un turno di squalifica con il Pescara. Qual è la domanda più curiosa che le hanno rivolto? «Il bello è che non abbiamo parlato solo di calcio. Tanto di guadagnato, almeno per una volta. Mi hanno anche chiesto quale fosse il mio piatto preferito. Non ho avuto dubbi: le “brasciolette”».
Aramu scommette sul Trapani «Riscatto con una grande gara» (La Gazzetta dello Sport)
“La squalifica di Nadarevic rimette in corsa Mattia Aramu per la partita di domani col Brescia. Giunto a Trapani per fare esperienza nel calcio che conta e cumulare qualche presenza in serie B, il giovane talento del Torino si è fatto subito largo con la maglia granata del Trapani. Boscaglia lo ha gettato nella mischia sin dalla prima di campionato a Pescara ed ha collezionato già otto presenze: «L’esordio è sempre l’esordio e la partita di Pescara, la prima da professionista, non si scorda mai» confessa il diciannovenne centrocampista.
La Bologna di Tacopina (La Gazzetta dello Sport)
«Amo club e città E’ il momento di fare business»
” Nel Dopoguerra, in un’Italia da ricostruire, gli italiani ci hanno messo il cuore e l’anima, gli americani soldi e strategie. La storia sembra ripetersi oggi con il nostro calcio ricoperto da macerie. A Bologna, dopo Milano (Inter) e Roma, s’è catapultato un avvocato penalista di New York molto intraprendente. Si chiama Joe Tacopina, ha fatto pugilato e conosce molto bene il nostro Paese. Ha un ufficio tutto griffato con i marchi del club, indossa uno smanicato con il simbolo del Bfc, passa da un appuntamento all’altro come un giocatore di baseball corre di base in base, ti guarda fisso negli occhi e spiega i perché di questo affare. In inglese. E anche se attorno a lui fioccano i «my name is…», ci tiene ad avvisare: «Sarò io a imparare l’italiano. Abbiate pazienza, ho preso un professore, mi servono due mesi». Ecco il suo one man show.
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