STAMPA- Catania ricorda Angelo Massimino

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

“L’ho visto piangere per il Catania” Russo ricorda nonno Massimino (Blog Sicilia)

“Diciannove anni fa moriva Angelo Massimino e stasera in piazza Spedini, davanti quello stadio che oggi porta il suo nome, si ritroveranno i tifosi del Catania e del presidentissimo che in queste ore hanno manifestato il loro disappunto per il murales con i colori rossazzurri che ricorda Candido Cannavò, il giornalista al quale ieri è stato intitolato piazzale Oceania. “Ci ritroveremo portando ciascuno un fiore, che deporremo davanti all’ingresso della tribuna A”, hanno scritto su facebook promuovendo l’evento in programma alle 21. Oggi vogliamo riproporre l’intervista che lo scorso anno ci concesse Angelo Russo, quel nipote che Massimino aveva messo accanto a sé per guidare il Catania. A distanza di così tanto tempo perchè Angelo Massimino è ancora amato? “Sinceramente è una domanda che mi pongo spesso, anche perché vedo che quest’amore trascende l’ambiente strettamente calcistico.Non posso fare a meno di considerare che, nonostante il mio personale ricordo di lui sia davvero intatto, sono già passati diciotto anni da quel maledetto pomeriggio di marzo, e diciotto anni sono tanti. Vedere che questo ricordo viva nel cuore e nella mente di moltissimi, mi dice che questo è un sentimento profondo, frutto di un legame che il tempo non scalfisce, anzi.

Il ricordo del Catania di Angelo Massimino (Il Corriere dello Sport)

E’ il diciannovesimo anniversario del tragico incidente in cui perse la vita lo storico presidente

“Il Catania pareggia a Bari e resta solo a +1 sulla coppia Varese-Crotone che chiude la classifica, occorre una svolta. Intanto oggi, diciannovesimo anniversario del tragico incidente in cui perse la vita il Cavaliere Angelo Massimino, il club ricorda la figura dell’appassionato Presidente e del sincero tifoso rossazzurro, rivolgendo un affettuoso pensiero ai familiari

“C’è chi può e chi non può, io può”. Tutti in piazza per ricordare il presidente Massimino (Live Unict)

“ Il 4 marzo del 1996 se ne andava un’icona dello sport catanese. Si spegneva un uomo di grandi valori che fino all’ultimo lottò contro i poteri del calcio per salvare il suo Catania. Proprio 19 anni fa, nel tentativo di chiedere contributi pubblici per la società etnea, sull’orlo del fallimento, un tragico incidente stradale sullaCatania-Palermo portava via Angelo Massimino, uno dei presidenti più importanti ed amati della storia dei rossazzurri. Figura storica ed inimitabile, Massimino lasciò un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi. Gli stessi che questa sera, intorno alle ore 21,00, si recheranno in Piazza Spedini, davanti l’ingresso della Tribuna A, dove commemoreranno l’indimenticato Presidente che diede la vita per il Catania deponendo “un fiore per non dimenticare”. Sono attese centinaia di persone, tutte sospinte dal ricordo.

Angelo Massimino, il ricordo a 19 anni dalla scomparsa Il nipote: «Era un catanese verace, non ha mai mollato» (MeridioNews)

“Se c’è un momento per il quale i tifosi del Calcio Catania amano ricordarlo è il 1993, quando i rossazzurri rischiavano la radiazione dalla Figc e solo lui, il presidentissimo, si è battuto per evitarla. «Non avrebbe permesso che la squadra della sua città fosse cancellata», ricorda Alessandro Russo

“Oggi è il 19esimo anniversario della scomparsa del Cavaliere Angelo Massimino. Gli appassionati di calcio lo ricorderanno di certo come il presidente del Catania. I tifosi rossazzurri, specie quelli della scorsa generazione, lo chiamano ancora il presidentissimo. Per suo nipote Alessandro Russo invece, intervistato da Meridio, era ed è rimasto nonno Angelo. «Era un catanese fiero di esserlo. E, come tutti i catanesi, non conosceva mezze misure. Nella sua vita ha fatto voli pindarici e rovinose cadute. Si faceva trasportare dall’entusiasmo e altrettanto facilmente dallo sconforto. Tante volte ha pensato di mollare, però non l’ha mai fatto. Come ha dimostrato anche nella battaglia per salvare il Catania dalla radiazione, nel 1993. Per questo l’ho sempre visto e poi l’ho raccontato come un uomo capace di tutto fuorché di arrendersi». Il riferimento al 1993 riporta alle battaglie di Massimino contro la Figc e non solo. Quando, per questioni economiche, la federazione aveva deciso di radiare il Calcio Catania, che a quel tempo militava in serie C. Mentre il Comune si preparava a sostituire la società, con l’arrivo della Leonzio (poi Atletico Catania), Massimino si batteva per la sopravvivenza dei rossazzurri, ottenendola. «Fu lui il ponte tra la radiazione e la reiscrizione seppure nelle serie minori. Non avrebbe mai permesso che la squadra della sua città fosse cancellata, men che meno mentre era lui il presidente. Non se lo sarebbe mai perdonato. In questo ha dimostrato di essere un catanese vero, che nel bene o nel male tiene sempre al suo Catania, e questo lo ha reso popolare». Eppure il calcio nazionale lo ricorda più per le sue frasi imperfette, per le sue gaffe, per i suoi modi veraci. «Avere una laurea non gli avrebbe dato un cuore grande più di quello che ha dimostrato di avere. Era un uomo corretto, che con i miei stessi occhi ho visto cacciare a calci in culo gli esattori della mafia che venivano a chiedere il pizzo nei suoi cantieri. Non è mai stato legato ai giornalisti né ha mai avuto padrini politici. Aveva irriverenza verso gli uomini di potere, ed oggi sono sicuro che avrebbe attaccato Tavecchio come allora attaccò Matarrese. Difetti, certo che ne aveva. Su tutti quello di amare l’essere una prima donna. Il giro di campo era il suo vezzo e la domenica allo stadio doveva essere la sua festa. Anche per questo, nell’84. cacciò Giacomo Bulgarelli. L’aveva chiamato per fare il manager, lo stava facendo bene ma gli stava anche sottraendo popolarità».