STAMPA – Il segnale dei tifosi

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il tifo lancia un segnale Il Catania deve sfruttarlo (La Sicilia 28 Luglio 2014)

“Torre del Grifo. Ha un senso sopportare i 40 gradi al sole in un sabato pomeriggio di straordinaria follia? Il senso ce l’ha, anche se il Catania gioca con il Città di Mascalucia una partitella d’allenamento. Cinquemila, non uno di meno a fungere da spettatori, ancor più da critici. Soprattutto a rinnovare l’amore per la maglia che neanche una dolorosa, insopportabile retrocessione in Serie B ha scalfito. L’impressione è che il pubblico, quello occasionale e il popolo degli ultras, somatizzando il crollo tra i Cadetti, si sia stretto – se possibile – una volta di più al Catania. Nei momenti di difficoltà siamo stati abituati a registrare reazioni d’orgoglio che non hanno eguali, nel resto d’Italia. Perché una squadra può tramontare, ma non morire. L’anno passato si sentivano in giro frasi simili a questa: «Io il Catania non lo lascio, anche il giorno in cui dovesse sprofondare tra i dilettanti». Frasi non lanciate lì, per caso. Perché il Catania, proprio vent’anni fa fu spinta sull’orlo del baratro. Sprofondò, ma senza annegare. Si rialzò in fretta, ma senza il pericolo di strafare. Mattone dopo mattone, ha ricostruito la casa in cui meritava di albergare: dall’Eccellenza fino alla Serie A. Per chi ha vissuto le varie tappe e ricorderà, eccome ricorderà, non è stato un percorso salutare. Mai semplice mai scontato. Così i tifosi, che allora si strinsero alla squadra anche quando si giocava sui campi della provincia etnea e si arrivava anche due ore prima pur di prendere posto, non si scompongono di fronte a un «RipartiAmo» coniato per affrontare una Serie B eccellente.

Quei tifosi in catene davanti alla Figc… L’amarcord. (La Sicilia 28 Luglio 2014)

Proprio vent’anni fa, in cinque inscenarono la clamorosa protesta «per amore del Catania e della giustizia»

“27 luglio 1994-27 luglio 2014. Vent’anni sono trascorsi da quel giorno romano nel quale «quattro tifosi del Catania, decisi, si incatenano davanti alla sede della Federcalcio chiedendo la riammissione della squadra in C1». Il virgolettato è l’incipit dell’articolo di Giancarlo Cologgi pubblicato il 27 luglio 1994 a pagina 22 de La Sicilia. Era l’estate bollente della riammissione d’ufficio al Cnd, il Campionato Nazionale Dilettanti, dopo la cancellazione nei ruoli federali del Catania e l’annata appena trascorsa in Eccellenza Sicula insieme a squadre come Gravina Katane Sivoriana, Juventina Gela e Palestro, conclusasi con il Catania al terzo posto. Quei quattro tifosi, poi diventati cinque perché al gruppo si unì Sebastiano Messina, catanese che viveva a Roma, erano Michele Romeo, Giovanni Pavone, Ciccio Famoso e Pippo Tattaresu. Erano partiti da Catania per protestare davanti alla sede della Figc, e tentare di avere un incontro con l’allora presidente Matarrese. «Matarrese sgattaiolò da un’uscita secondaria su un’Alfa Romeo e l’incontro non si verificò – racconta Giovanni Pavone, che a quel tempo era presidente del Club Angelo Massimino – però noi incontrammo Giancarlo Abete (era il presidente della Lega di serie C) che si dichiarò disponibile ad ascoltare le nostre richieste. D’altronde noi eravamo andati a Roma in pace, anche se la polizia non ne era convintissima… ». Ma come vi venne l’idea di partire per Roma e inscenare le catene e lo sciopero della fame? «Ci trovavamo all’Hotel Biancaneve a Nicolosi – risponde Pippo Tattaresu – lì c’era la squadra in ritiro e stavamo chiacchierando con il presidente Angelo Massimino, quando mia moglie Fernanda disse: “Bisogna fare qualcosa di eclatante come incatenarsi davanti la Federcalcio” e da lì l’illuminazione»


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