RIGOLI – Risponde a domande tifosi

Foto: calciocatania.it
Redazione

dal nostro inviato a Torre del Grifo

MASCALUCIA (CT) – L’allenatore del Catania, Pino Rigoli, risponde alle domande fatte dai tifosi rossazzurri attraverso la rubrica di MondoCatania ‘Fai la tua domanda a…’.

Cosa rende allenare a Catania più bello e cosa invece lo rende più difficile che altrove? Ad esempio la pressione…
Giuseppe Caserta

«Per me allenare è fare giocare in 11 il gruppo, gestire un gruppo vasto. La gestione è sempre la stessa. Catania espone dal punto di vista mediatico, della piazza, in modo diverso. Sia in modo positivo che in negativo. Ma dal punto di vista del calcio, allenare a Catania richiede le stesse specifiche che altrove. Per me, avendo vissuto quasi sempre qui a Catania, allenare qui è qualcosa di più. Il mio coinvolgimento, per questo, è doppio rispetto al passato».

Tattica, condizione fisica, approccio alla gara, forse troppa distanza tra i reparti in fase di attacco. Altro? Quale è secondo lei la ragione che spiega questo inizio al di sotto delle attese?
Michele Marchese / Vasco

«Il calcio è fatto da episodi. Non mi piace parlare con i se e con i ma. Per questioni di centimetri ci mancano punti importanti. Soprattutto quella di Reggio Calabria è stata una gara spartiacque. Il pareggio ha fatto sorgere tanti dubbi all’interno del gruppo e se avessimo vinto, come potevamo, avremmo evitato tutto ciò e magari il successo ci avrebbe lanciato in classifica. A parte la gara di Matera, che non meritavamo di pareggiare, abbiamo avuto tante occasioni che abbiamo mancato e che avrebbero potuto sfruttare meglio ottenendo punti importanti che oggi renderebbero diversa la nostra classifica».

Finora il modulo più utilizzato, potremmo dire quello base, è stato il 4-3-3. Ha pensato a un diverso schieramento?
Marco

«Io non sono un integralista. Durante questo campionato abbiamo cambiato spesse volte il modulo di gioco, avanzando i trequarti e facendo altri accorgimenti tattici».