«Contro l’Akragas una finale insidiosa ». Parla Pino Rigoli

Fonte: Calciocatania.it
Redazione

È la vigilia della partita di Agrigento. Per la prima volta da quando è allenatore del Catania, Pino Rigoli affronterà da avversario il pubblico che in passato ha celebrato le pagine più importanti della sua carriera da tecnico. All’Esseneto, bando alla nostalgia, il suo Catania deve però vincere contro un Akragas in difficoltà, per dare senso e continuità al successo contro il Matera e alla rincorsa al quinto posto. Ma le trasferte, come sa chi conosce l’ambiente rossazzurro, sono sempre state e sono ancora un tasto dolente.

«Dal campo pretendiamo sempre il massimo, ma di contro abbiamo sempre degli avversari che non regalano niente. Abbiamo l’obbligo di fare qualcosa in più fuori casa, siamo indietro rispetto alla media punti che ci aspettavamo. Vedo una squadra più propositiva, in allenamento. Abbiamo preso consapevolezza dei nostri mezzi, e se in alcune partite abbiamo fatto meno di quello che avremmo potuto fare, domenica mi aspetto una gara fatta con l’atteggiamento giusto per poter portare risultato».

Partita più difficile delle altre
«Per un allenatore sono queste le partite più complicate da preparare. Non bisogna adagiarsi. Avremo di fronte un avversario che non è facile da affrontare. Bisognerà replicare l’atteggiamento avuto contro il Matera».

Il credo di Rigoli
«Nel calcio, per me, bisogna essere concreti ed efficaci. Bisogna arrivare nell’area avversaria il prima possibile per fare gol. Questo è il mio credo. Noi abbiamo diversi modi per arrivare in area avversaria. Abbiamo ottime qualità nell’uno contro uno ma mi aspetto di più nel fraseggio, perché abbiamo tutto per riuscirci».

Il ritorno ad Agrigento da avversario
«Nutro grande rispetto per il popolo akragantino ma indosso una maglia diversa. Ci affronteranno dando il loro 200 per cento. Le motivazioni, in queste partite, per i nostri avversari si raddoppiano e i loro problemi spariscono, anche quelli che magari stanno attorno alla formazione, come possono essere in questo momento le vicissitudini societarie, delle quali preferisco non parlare perché non conosco».

All’Esseneto come una finale
«Per noi la partita di domenica è una finale. Dobbiamo fare, partita per partita, la nostra migliore prestazione. Non possiamo metterci davanti altri obiettivi. Siamo tutti compatti per affrontare l’Akragas nel migliore dei modi. Da quattro giorno ad oggi ci siamo preparati solo per affrontare questa partita che nasconde delle insidie».

La posizione di Di Grazia
«Secondo me, Di Grazia ha un futuro da mezzala ma in questo momento non è pronto per farlo. Sta crescendo e lo sta facendo gradualmente, com’è giusto. Domenica ha svolto egregiamente il ruolo che gli avevo affidato, ed era particolarmente delicato in fase di copertura. È stato bravo. Può giocare dappertutto perché ha grande tecnica e coordinazione. Fermo restando che non bisogna snaturare le sue caratteristiche».

Tifoseria
«Stiamo lavorando per creare un tutt’uno tra squadra e tifoseria. Capisco che le recenti delusioni abbiano ancora un peso sulla risposta della tifoseria. Ma coi risultati noi vogliamo riuscire a portare allo stadio quanti più rossazzurri possibili».

Indisponibili
«Baldanzeddu ha una piccola infiammazione al ginocchio mentre Di Cecco ha avuto un infortunio importante alla caviglia. Per questo hanno lavorato in differenziato. Lo staff medico è particolarmente attento alle condizioni di Di Cecco, e sta facendo di tutto per recuperarlo e migliorare la tenuta muscolare».

Giovani rossazzurri
«Lavoriamo costantemente in contatto col settore giovanile. Ci sono giovani che stabilmente si allenano in pianta stabile con noi. Questo club punta sui giovani coi fatti, non a parole. Anche perché a 20 anni non si è giovani per giocare stabilmente nell’undici titolare, a maggior ragione in Lega Pro».

Rimpianti?
«Se avessimo fatto qualcosa in più, prima, oggi parleremmo di altre prospettive. Solo adesso stiamo raccogliendo i frutti di quanto seminato finora».

Concorrenza in attacco
«Tavares e Pozzebon hanno grande esperienza, dalla loro parte. A differenza di Barisic o Di Grazia. Dal punto di vista tattico sono calciatori di buon livello».

L’Akragas
«Abbiamo analizzato l’avversario senza lasciare nulla al caso. Ma penso lo facciano anche gli avversari nei nostri confronti. Di settimana in settimana cerchiamo di scoprire quali situazioni possono esserci favorevoli e come sfruttarle. Rispetto al Matera, contro l’Akragas abbiamo fatto una ricerca specifica sui calciatori perché buona parte dell’organico è cambiato a gennaio. Penso che metteranno grande corsa e aggressività nell’affrontarci. È normale che sia così, lo hanno fatto anche altrove».

Scoppa o Bucolo?
«Scoppa doveva ambientarsi al campionato italiano e pure ai metodi di allenamento di questo campionato. Martedì ha dimostrato di avere qualità e quantità. Fermo restando che abbiamo calciatori di grande valore come Bucolo, che non ha solo quantità ma pure buona qualità».

Quale modulo?
«Non sono un integralista, possiamo anche cambiare modulo in funzione di uomini e strategie che possono esserci utili. Il 4-3-3 o il 3-4-3 sono moduli validi. Ho una rosa che mi permette di scegliere e modificare il sistema di gioco. Fermo restando che l’idea di gioco deve restare la stessa, sempre».