Keko, lo spagnolo che valeva 10milioni. «Dopo Catania volevo lasciare il calcio»

Redazione

Terminata l’esperienza col Calcio Catania, ancora molto giovane, alcune difficoltà l’avevano spinto a pensare di lasciare il calcio. Non è andata così. Sergio Gontan Gallardo Keko, attaccante spagnolo portato in rossazzurro da Pietro Lo Monaco, è ripartito dalle categorie inferiori e adesso ha riconquistato la maglia di un club di prima fascia: il Malaga, che gioca nella Liga spagnola.

Della sua esperienza parla al quotidiano spagnolo AS, e tratta anche il delicato passaggio al Catania. Arrivò nel 2011 e Lo Monaco – oggi come allora direttore generale – credeva tanto nelle potenzialità del calciatore da inserire nel contratto una clausola rescissoria da circa 10 milioni di euro. «Nei primi anni non ho avuto spazio in campo – racconta Keko – Il terzo anno è arrivato un allenatore che mi ha fatto giocare. Ho giocato 25 partite e ho conosciuto un altro tipo di calcio. Tatticamente gli italiani sono impressionanti».

La parabola del brevilineo esterno classe 1991 – cresciuto nell’Atletico Madrid – fu però discendente, come quella di molti calciatori spagnoli sbarcati nel massimo torneo di calcio italiano. Alla fine del 2014 non fa più parte dei piani del Catania, la cui direzione è già passata nelle mani di Pablo Cosentino.

«Quando la mia esperienza con Catania terminò, avevo 22 anni compiuti da poco. È stato un momento difficile. Sono tornato a metà maggio e fino ad agosto mi sono allenato da solo. L’agente che avevo in quel periodo non riusciva a trovare una squadra che fosse interessata a prendermi – aggiunge il calciatore – Ho trascorso tre mesi e mezzo allenandomi solo, sulla pista di atletica. Ho detto a me stesso che le cose non potevano continuare in quella maniera. Ho contattato un preparatore atletico personale. Non mi voleva quasi nessuna squadra di Seconda divisione, e ho quasi pensato di abbandonare il calcio».

Poi è arrivata l’occasione che è valsa come trampolino di rilancio. Da quel momento in poi la carriera dello spagnolo ha ripreso quota, fino a portarlo adesso nuovamente in un club di primo livello.

«È arrivata la proposta dell’Albacete e ho deciso di andare là. È stato come ricominciare tutto da zero. Ma è andata bene. L’anno dopo sono stato contattato per andare all’Eibar. Adesso, che sono al Malaga, dedico dieci minuti al giorno a ringraziare Dio per quello che ho. Mi ritengo un privilegiato».