«Lo stadio è del Catania, serve convenzione». Lo Monaco su querelle col Comune

Marco Di Mauro

(dal nostro inviato al Massimino)

CATANIA – «Non è mai stato in dubbio che la partita si sarebbe giocata. Spero che non ci siano più problemi di questo tipo in futuro». Pietro Lo Monaco si è recato di persona al Massimino, stamattina, per risolvere un caso venuto fuori proprio nel giorno di Catania-Fidelis Andria (stasera, ore 20.30) ma che da settimane dava sentore di essere pronto a esplodere. L’amministratore delegato del Catania si rifiuta di firmare, ritenendolo vessatorio, un documento di assunzione di responsabilità chiesto dal Comune di Catania e relativo all’utilizzo dello stadio Massimino per le partite interne dei rossazzurri.

Per tale motivo le porte dello stadio sono rimaste chiuse ad addetti e dirigenti del Calcio Catania che, alle 9, si sono presentati per aprire, come da programma, la biglietteria. Sono rimasti tutti fuori fino alle 11. Quando, per quanto appreso da MondoCatania, sarebbe arrivato l’ordine della Questura di aprire i cancelli per ragioni di ordine pubblico. Intanto allo stadio era già arrivato l’amministratore delegato del club, Pietro Lo Monaco che ha commentato così la vicenda anche ai microfoni di MondoCatania.

«La situazione si è sbloccata perché è arrivato l’ok dell’amministrazione comunale a riaprire l’impianto (secondo quanto verificato da MondoCatania l’ok sarebbe arrivato dopo mediazione della Questura per evitare problemi di ordine pubblico, ndr). Dei problemi c’erano già stati per la partita contro il Lecce. La vicenda va avanti da qualche settimana, nonostante il Catania abbia pagato l’importo per l’affitto domenicale del campo oggi abbiamo trovato l’impianto chiuso. Il Comune parla di un’autorizzazione che andava firmata, ma è unilaterale e piena di clausole che riguardano solo il Catania».

Quali sono le clausole vessatorie alle quali si riferisce?
«Ce ne sono tante. È un documento unilaterale. Non entro nei particolari perché non voglio fare tribuna politica. Andatevele a leggere. Non l’ho firmato»

Come giudica quello che è successo e cosa direbbe a Enzo Bianco?
«Non ho sentito il sindaco ma non può permettere che succedano certe cose. Il Catania è di Catania e dei catanesi. È un atto bruttissimo per la città di Catania e per il Catania. È una vigliaccata. Devono dimostrare più rispetto, è un qualcosa che non sta né in cielo né in terra. Queste sceneggiate se le possono evitare. Sono cose che portano discredito. Nessuno può mettere i piedi in faccia al Catania. Questo atteggiamento e queste richieste fatte al Catania non hanno nessun fondamento».

A che punto è il dialogo per la convenzione di utilizzo del Massimino?
«Manca la convenzione col Comune. Il Catania per usufruire dello stadio paga un affitto mensile al Comune. Tra canone di affitto per la partita (1.800 euro) e quote relative alla vendita della pubblicità (8.800 euro al mese), versiamo all’amministrazione circa 12mila euro. Per giocare una volta ogni 15 giorni. Paghiamo regolarmente un importo che secondo me neanche in serie A si paga. Non penso che il Catania debba fare altro rispetto a questo per avere il campo».

«Paghiamo 150mila euro all’anno. Ci occupiamo noi, club, dei costi per il manto erboso, per il gruppo elettrogeno, per le pulizie. Il discorso andrà affrontato nella sua globalità con l’amministrazione. Il Catania non può non avere una convenzione per lo stadio che alla fin fine è del Catania».