Marino: «Catania, resta compatto e ti salverai. Ho dimostrato di non essere finito»

Redazione

Pasquale Marino, ex allenatore del Catania promosso in A nella stagione 2005/06, è adesso l’allenatore del Vicenza, prossimo avversario del Catania. Al programma televisivo Game Over, in onda su Telecolor, l’allenatore ha parlato a lungo del Catania e della partita del Menti.

Marino era presente al Braglia di Modena, ad osservare l’ultima partita in trasferta del Catania
«Il Catania ha giocato bene, ha creato tante occasioni nel primo tempo ed avrebbe potuto chiudere la gara. L’ho visto in crescita. Non è da tutti creare così tanto in trasferta. Per raggiungere la salvezza il Catania dovrà raggiungere quota  48 punti circa».

Al Braglia ha incontrato Pulvirenti
«Con Pulvirenti ci siamo solo salutati. Ho un ottimo rapporto con lui. Saremo avversari solo per due ore, lunedì. La stima è rimasta la stessa. Quest’anno non c’è mai stato un tentativo di riportarmi al Catania. L’ultimo contatto con la società risale alla stagione in cui Gasparin mi chiamò ad inizio anno. Poi scelsero Maran. Andai via da Catania pensando che il mio ciclo fosse completato. Il Presidente non si è risentito affatto. Sono scelte, anche il Catania ne ha fatte di diverse».

Due anni difficili, gli ultimi
«E’ un’annata complicata, se ne può uscire con la compattezza della squadra e dell’ambiente. Non vanno dimenticate tutte le soddisfazioni che questa società ha regalato alla gente di Catania. La società ha dimostrato buona volontà a gennaio, ha cercato di prendere giocatori di categoria per risollevare la stagione. Inutile fare processi, va salvata anzitutto la categoria».

Mancheranno Cocco e Rinaudo nella sfida di lunedì
«Sia Rinaudo che Cocco sono giocatori importanti. Saranno degnamente sostituiti. Moretti ce l’ho e me lo tengo, sono contento. Se possa essere un rimpianto del Catania non devo dirlo io».

Dalle stelle alle stalle, e ritorno
«Resto dell’idea che sia meglio un 3-3 che uno 0-0. Col tempo sono però diventato più razionale, specie nei momenti negativi. Mi davano per finito, dopo le ultime stagioni. Mi sono imposto di volere dimostrare che non fosse così. Nonostante il contratto col Pescara ho lasciato tutto per andare al Vicenza. Non era una scelta facile, ero consapevole delle difficoltà, tanto che mi presero per pazzo alcuni miei colleghi. Adesso i risultati stanno dando ragione a me ed ai miei ragazzi.