«No rapporti Pulvirenti-scommesse-criminalità». Parla legale del patron

Foto di repertorio (MondoCatania)
Marco Di Mauro

Scommesse e collegamenti con la malavita? «Il Catania ha sempre cercato di tenere lontano dalla società la criminalità organizzata». Giovanni Grasso lo ripete più volte, scandendo bene ogni parola. L’avvocato, difensore Antonino Pulvirenti anche nel processo penale Treni del Gol, affida a MondoCatania la replica a quanto riportato dalla stampa in merito all’audizione dinanzi all’Antimafia del pubblico ministero Alessandro Sorrentino.

Durante l’incontro col Comitato che si occupa di Mafia e manifestazioni sportive, avvenuto giovedì pomeriggio a Roma, il magistrato avrebbe risposto a domande sui rapporti tra calcio e criminalità organizzata nell’ambito del calcioscommesse. «Qui c’è un sistema di calcio scommesse che riguarda la società del Calcio Catania, con partite truccate sia del campionato dei dilettanti che di quello dei professionisti», ha riassunto al termine dei lavori Marco Di Lello, uno dei parlamentari co-presidenti del Comitato.

«Nel procedimento penale Treni del Gol non c’è alcun riferimento a scommesse – risponde Grasso – Non c’è adesso e non ci sarà mai un coinvolgimento del signor Pulvirenti nel calcioscommesse». La giustizia sportiva, nell’ottobre 2016, analizzato il faldone sulle presunte combine, ha condannato il patron del Catania a un’ammenda con riferimento a due partite. Secondo i giudici, i soggetti coinvolti avrebbero agito avendo come finalità «l’alterazione del risultato delle partite […] e l’effettuazione di scommesse con esito certo da cui ottenere un rilevante vantaggio economico».

Sentenza contro la quale il legale di Pulvirenti ha fatto ricorso, ottenendo una riduzione della multa comminata da 25mila a 10mila euro. Le motivazioni della sentenza non sono state rese pubbliche. La difesa del patron, tuttavia, puntava a ottenere il riconoscimento dell’insussistenza della contestazione dell’illecito sportivo. Intanto restano in corso le indagini della giustizia ordinaria sulla vicenda «ma sono sicuro – ribadisce Grasso – che, come non sono emersi finora, non emergeranno mai collegamenti tra Pulvirenti e il calcioscommese, men che meno con la criminalità organizzata».