«Pensa a vincere! Stanchi delle prese in giro», tifosi Catania rispondono a Lucarelli

Fonte: Pisatoday
Redazione

«Perché questo scollamento tra squadra e tifosi?». Cristiano Lucarelli se lo chiede e, di fronte alle telecamere, lo chiede ai tifosi del Calcio Catania:«Vorrei ascoltare anche la loro campana, per aver chiara l’idea di come stanno i fatti». Alla richiesta dell’allenatore, rilanciata sui sociale da MondoCatania, la tifoseria rossazzurra non tarda a rispondere. Le argomentazioni messe nero su bianco argomentazioni rappresentano le diverse anime e linee di pensiero che da quattro anni animano il dibattito sul Calcio Catania e i suoi protagonisti.

Dal muro di MondoCatania, Luca74 fa l’analisi puntale delle ragioni che hanno motivato il suo distacco: «Personalmente il mio distacco è dovuto ad una serie di motivi: 1) Non mi riconosco più e non ho più fiducia nell’attuale proprietà (i motivi li sappiamo tutti). 2) Quattro anni di proclami seguiti dal nulla. 3) Giocatori che sembra ci facciano loro un favore a noi a scendere in campo, quando ci aspetteremmo come da tradizione Catania gente che sputa l’anima in campo e col sangue agli occhi. Non le orsoline in gita. Poi se perdiamo perché gli avversari sono stati più forti non c’è problema. 4) Tifoseria bistrattata e ricordata solo nel momento di campagne abbonamenti, per il resto una componente ignorata totalmente. 5) Il mega centro sportivo galattico in realtà non è la “casa” del Catania e dei suoi tifosi, ma il bunker impenetrabile dove si chiudono quando non sanno spiegare perché non facciamo più calcio (di solito dopo 3 partite)». Dalla pagina Facebook di MondoCataniaaltrettanto puntuale è l’elenco di motivi messi uno dietro l’altro da Davide Pagliaro: «1) Trasparenza 0. 2) Rispetto 0. 3) Coerenza 0. 4) Importanza a noi tifosi 0. 5) Prezzo abbonamento uguale ai nuovi tifosi. 6) Promesse mai mantenute. 7) La menzogna del nostro direttore sul perché del suo abbandono. 8) Storia dei Treni del gol. 9) Il prenderci per il culo sulla cessione della società. 10) Il perché di Cosentino».

Più orientato verso l’aspetto tecnico è il pensiero di Giuseppe Privitera: «Perché negli ultimi 4/5 anni c’è solo stato una presa in giro – scrive il tifoso etneo sulla pagina Facebook del sito – Sembrava la dolce pillola che però ti fa un male cane una volta ingoiata. Nonostante la pazienza, il rispetto, l’amore non puoi non arrabbiarti quando in campo vedi persone che camminano. Umiliazioni ovunque. C’erano partite che non si faceva un tiro in porta, non si correva non si lottava. Alla fine puoi perdere ma ci sono modi e modi. E poi cosa senti dire? Che siamo una piazza piena di pressioni, c’è chi non vive bene, c’è chi subisce minacce. Ma dove??!! Quando tu dai a prescindere, ti abboni, vai in trasferta, cambi turni di lavoro per cosa? Per umiliazioni, brutte figure. Non si corre, non si fa un semplice passaggio, non si lotta. E prima la colpa è dei giocatori, poi dell’allenatore, poi della preparazione, del ritiro sbagliato, dei troppi debiti. Dopo tutto questo uno che dovrebbe fare?».

Carlo Privitera è certo che il collante necessario per rimarginare la distanza tra squadra e tifosi siano i risultati: «Buonasera mister, lo scollamento vi è stato, è vero ed è innegabile. Sono accaduti fatti che hanno portato vergogna ed umiliazioni, e non dirlo sarebbe da ipocriti. Detto ciò, solo con le prestazioni e il risanamento societario l’affetto dei tifosi tornerà ad essere indelebile. Le assicuro che gli sforzi dell amministratore Lo Monaco e di chi lo segue nel risanamento, dello staff tecnico, della dirigenza stanno creando i presupposti per ricreare quell’amore viscerale che i veri tifosi hanno per il Catania. Adesso sta a lei e ai ragazzi mettere la ciliegina sulla torta con l’impegno e le prestazioni, e vedrà cosa sarà capace di fare il tifoso Catanese. Le auguro un buon lavoro e Forza Catania».

Più concisi, ma con in fondo la stesa morale del precedente intervento, sono quelli degli ultimi tifosi presi a esempio. Som: «Caro Sign. Luccarelli, le chiacchiere stanno a zero! Dimostrate sul campo di valere qualche cosa e vedrete che la gente ritorna. Tutto il resto, sono solo prese in giro». Giuseppe Nicosia: « Le chiacchiere stanno a zero, scarpette legate strette e sudare la maglia. I risultati valgono più di mille parole. Di chiacchiere dalla stagione 2013-2014 ne abbiamo sentite fin troppe». Peppe Crimi:  «Lavorare in silenzio e dimostrare che ancora valete qualcosa. Le scuse non ci importano vogliamo i fatti !! Quindi zitti e a lavoro !! Che a noi ci pensiamo da soli». Santo Lizzio: «Ma pensa a vincere. Vincere, non giocare bene o dare tutto in campo. Vinci, in silenzio. Questo è arrivato ieri. Fai il tuo lavoro è basta».