«Rigoli sa che il Foggia è forte. Lo Monaco…» Colucci su presente e passato

Marco Di Mauro

«Da Lo Monaco ho imparato tante cose, sia in positivo che in negativo». L’esperienza di Giuseppe Colucci al Calcio Catania è finita in maniera burrascosa. È stato messo fuori rosa e poi è andato via. Oggi direttore generale del Foggia, dice comunque di essere rimasto legato alla città e ai colori rossazzurri: «Vivo a Catania, mia moglie è catanese e seguo sempre i risultati della squadra». Domenica allo Zaccheria l’incontro coi rossazzurri avrà un sapore particolare per lui, che però pare cercare di nascondere dietro il ruolo dirigenziale che riveste.

«Sarà una partita, al di là delle mie emozioni, importantissima per il Foggia – dice a MondoCatania – Sappiamo di incontrare una squadra forte che, come ha detto anche il nostro allenatore, ha tutto per potere lottare per la serie B. Al tempo stesso però, sappiamo di essere altrettanto forti. In più giochiamo in casa, dove ci facciamo rispettare e imponiamoil nostro gioci. Veniamo da una prestazione importante contro il Lecce, che ci dà la carica per affrontare di slancio il cammino che deve condurci a centrare l’obiettivo dichiarato: andare in serie B, cercando di arrivarci il prima possibile».

Anche il suo Catania – quello delle stagioni 2006-2009 – per quanto compatto e competitivo in casa dimostrava però limiti in trasferta, che lo portavano a battagliare per la salvezza invece che per traguardi più importanti. Gli stessi che stanno frenando la classifica della formazione allenata da Pino Rigoli.
«Penso che il Catania sia solido, al di là del rendimento in trasferta. Ha forte personalità e carattere. Ha incassato una sola sconfitta, contro l’Akragas, in pieno recupero. È un avversario comunque difficile da affrontare».

Il Foggia è imbattuto in casa e conta di una difesa molto solida, appena due reti subite. Numeri uguali a quelli del Catania in trasferta, che però difetta in attacco.
«Mi aspetto una squadra che non ci presserà alti ma che ci aspetterà un po’. Credo che l’allenatore del Catania abbia l’intelligenza di sapere come si affronta una squadra importante come il Foggia, e noi ugualemente sappiamo di incontrare una formazione che merita il rispetto dei 18 punti conquistati sul campo. Non considero i punti di penalizzazione in classifica. Per quel che ci riguarda, la sconfitta con la Juve Stabia è pesata ma i nostri calciatori si sono subito messi in carreggiata, restituendo il 4-1 in coppa Italia ai gialloblu. Poi abbiamo vinto in casa contro il Monopoli. Quella settimana abbiamo assunto una grande responsabilità verso la piazza. Adesso serve solo la serenità di dimostrare il nostro valore».

Il miglior marcatore dei rossazzurri è Di Grazia, con 4 reti. Una sorpresa per tutto l’ambiente, considerato che in estate l’attaccante era sul punto di passare all’Akragas nell’affare Zibert. Mentre una delusione, fino a questo momento, è la resa di Russotto.
«Di Grazia in questo momento è la punta di diamante del Catania, anche perché è cresciuto nel settore giovanile. Credo che sia intenzione della società farlo giocare sempre per valorizzarlo e poi dargli mercato. Con le sue qualità potrà fare bene. Russotto è un calciatore di valore e credo che non giochi solo perché, sapendo come la pensa la società in queste situazioni, sta cercando di fargli venire fuori il massimo delle motivazioni. È una storia già vista, Lo Monaco si è sempre comportato così».

Il rapporto tra Colucci e Lo Monaco ha vissuto forti attriti quando l’adesso dirigente del Foggia giocava a Catania, ed era reduce da un lungo infortunio. In un’intervista del 2009 Colucci avrebbe detto di non avere stima di Lo Monaco, mentre in una ben più recente lo identificava come il dirigente che mancava al Catania perché la squadra risorgesse. 
«Sono stato messo fuori rosa e poi sono andato via. Con me Lo Monaco si è creato dei problemi da solo, io poi ho fatto la mia carriera anche senza di lui. Non ho mai detto che non ho stima per Lo Monaco, anzi. Ho sempre detto che lo ritengo uno tra i più grandi uomini del calcio italiano, inoltre conosce meglio di chiunque altro la piazza catanese essendo riuscito a ottenere lì i migliori risultati della sua carriera, mentre di recente è andato via da Genoa, Palermo e Messina. Personalmente discuto il suo modo di imporsi e il suo carattere, ma ognuno è bene che guardi al suo ruolo e alla propria società. Posso dire che grazie a lui ho capito come non ci si comporta coi calciatori ma mi ha dato anche tante cose positive, come il senso di appartenenza ad un club e non solo».

Trascorsi che sono pesati nel gol decisivo segnato al Catania da Colucci, in veste di ex, nella sfida Chievo-Catania 1-1 del 2009. La sua esultanza non è passata inosservata alle critiche di alcuni tifosi rossazzurri.
«Penso che le emozioni vadano sempre esternate, sia che siano negative sia che siano positiva. Non è facile fermarsi quando si fa un gol a una ex squadra. Se avessi giocato contro il Foggia non avrei esultato perché è la squadra della mia città, e quella per la quale tifo. In quel momento però ero un tesserato del Chievo, dietro a quell’esultanza c’erano tanti momenti di tensione che avevo vissuto con la società e non con i tifosi. Tanti tifosi che mi hanno incontrato negli anni seguenti hanno capito quella mia esultanza. Bisogna solo viverle le situazioni, per capirle. Quell’esultanza era rivolta alla società».

Nonostante i precedenti, Colucci dice di essere rimasto affezionato alla squadra e alla città.
«Vivo a Catania, mia moglie è di Catania. La mia speranza è quella di vedere risorgere il Catania in serie B. Ho sempre visto, anche quando giocavo in altre squadre, i risultati del Catania ed ero felice quando le cose andavano bene. In questo momento sono dirigente del Foggia e tifosissimo da sempre di questa squadra. Mi auguro per il futiro il Foggia promosso in serie B direttamente e il Catania ai play-off».

Foto: sito ufficiale Foggia, foggiacalcio1920.it