Al Catania 1,5 mln per Rinaudo. Gimnasia rinuncia a ricorso Fifa

Marco Di Mauro

Emergono i dettagli economici della trattativa per la cessione di Fabian Rinaudo al Gimnasia La Plata, anticipata da MondoCatania. L’operazione non è ancora stata firmata: il club argentino aspetta il formale sta bene del Catania all’offerta inviata nelle scorse ore. Grazie al supporto di alcuni azionisti di minoranza del club sarebbero stati messi sul piatto 1,5 milioni di euro. Parte dell’accordo prevedrebbe pure l’impegno dei sudamericani a non ricorrere alla Fifa per ottenere il pagamento dei diritti di formazione del calciatore.

La firma di Rinaudo sul nuovo contratto potrebbe arrivare a breve. I termini prevedono che resti in prestito per un altro anno al Gimnasia, che poi avrà l’obbligo di riscattarlo. Il Catania riceverà 500 mila euro subito – entro novembre – e il restante milione di euro dilazionato nel tempo. Un ammontare pari alla metà della cifra che sarebbe stata originariamente chiesta dal club etneo, che però in luogo dello sconto avrebbe ottenuto la cancellazione del debito riguardante i diritti di formazione da pagare sul calciatore. Situazione che, altrimenti, avrebbe potuto portare all’ennesimo ricorso alla Fifa. Lo stesso guaio costato sei punti di penalizzazione a proposito del trasferimento di Lucas Castro.

Sarebbe stato questo uno degli aspetti determinanti per l’esito positivo della trattativa. Non il solo. Oltre alla ferma volontà del calciatore di restare nel Gimnasia, il club di cui è anche tifoso, un peso ha avuto anche la corsa alla presidenza. Il principale candidato, Gabriel Pellegrino, sarebbe alla testa del gruppo che ha condotto l’operazione e potrebbe servirgli come manifesto elettorale per attrarre più consensi. Di certo c’è che il centrocampista è ormai a un passo dall’addio al Catania, che l’aveva prelevato dallo Sporting Lisbona prima in prestito, poi a titolo definitivo: 1,6 milioni di euro più 600 mila di consulenza (solitamente destinata a procuratori e faccendieri). A concludere l’affare fu l’allora plenipotenziario Pablo Cosentino.