Alter Ego: E’ meno impossibile cacciare Ventrone che vincere in trasferta!

Redazione

BARI – Se al San Nicola si fosse pagato più di un euro per lo spettacolo, in parecchi dei venticinquemila presenti avrebbero gridato al furto e preteso il rimborso. Figuratevi quando, al primo tiro del Catania nello specchio della porta, Rossetti ha messo dentro l’1-0. Roba da non crederci, ma visto che di minuti alla fine ne mancavano cinque, che il Bari, in casa, era solito alla sconfitta, che siamo tifosi del Catania e che pochi giorni fa, con la cacciata di Ventrone, è avvenuto anche l’impossibile:  perché non crederci?

Con una prestazione tutta cuore e tattica, il Catania stava riuscendo nell’impresa di vincere la sua prima partita in trasferta dell’intero campionato. Senza cinque titolari, senza i due (soli) centravanti di ruolo, a tre giorni dal disastro contro il Frosinone, con un nuovo modulo e con due 18enni in campo, la quota Live del 2 sarebbe certamente schizzata alle stelle. Se così non è successo è stato solo per la bravura del Catania nell’addormentare partita, spettatori ed allibratori. Irresistibili le pause del fischiatissimo Gillet che, a volte, sono sembrate persino più lunghe di quelle del “molleggiato” Celentano.

Pronti via, Rosina si divora un gol già fatto nonostante prima si fosse già mangiato l’intera difesa e pure il portiere. L’appetito vien mangiando. Controindicazioni di giocare la partita all’ora di cena, in serie B i giocatori non c’erano più abituati. Comunque, che il Catania abbia fame di vittoria lo si capisce, come pure che sia ancora appesantito dall’ultima settimana di “gare” in palestra. Il primo compito del nuovo preparatore, che ancora nemmeno ricorderà i nomi di tutti, è stato proprio quello di spiegare ai calciatori che da ora in avanti non ci si allena più in partita per “battere gli altri” in allenamento, ma viceversa. Come passare dal bianco al Neri.

Data la giusta “mentalità” i primi risultati già si vedono. Il 3-5-2 tiene le linee compatte, restringe gli spazi e permette ai calciatori di coprire più ampiezza correndo di meno. Tra i più in forma c’è Castro che, come Gillet col pubblico di Bari, vive la sua partita “uno contro tutti”. Capita persino che usi Chrapek a mo’ di sponda del biliardo, trovando finalmente al polacco il ruolo adatto. Peccato però sbagli sempre l’ultimo dribbling o l’ultimo passaggio od il tiro in porta. Comunque di passi avanti ne ha fatti, anche perché era finito con le spalle al muro. Poi, quando il commentatore SKY afferma: «sarà difficile tenerlo fuori da adesso in avanti», va a protestare con l’arbitro per non essere stato ammonito per fallo di simulazione in area: ammonito, diffidato, salterà la prossima partita.

La gara è intensa soprattutto per i raccattapalle, costretti a percorrere i chilometri che dividono il bordocampo dal fondo del recinto di gioco, dove con rinvii da rugbisti i giocatori del Catania fiondano ogni pallone recuperato. Se si fosse giocato in un polveroso campetto di periferia, dove non ci sono spalti ma strade e strapiombi oltre le linee laterali, la gara sarebbe finita anzitempo causa mancanza di palloni. Non più tardi del 20° del primo tempo Capuano aveva tentato di spedirne oltreoceano  pure il 40°. Ma Renzo Piano ha progettato il San Nicola proprio per evitare questo, non se ne spiegherebbe altrimenti né l’imponenza né la capienza.

Arrivati al 30° del secondo tempo cambia la partita. Caprek ha finito il suo compito: brucare tutta l’erba della metà campo. A quel punto Marcolin ha un’illuminazione, si ricorda di dovere fare il suo di compito, da allenatore. E lo sostituisce. Guarda bene la panchina ed alla fine, decide di fare entrare il tipo che gli sembra più in forma: il giovane raccattapalle più vicino. Solo tolta la pettorina scopre che si tratta di un suo calciatore, solo dopo che entra in campo che si chiama Rossetti, solo al primo tocco di palla che questo ragazzo è veramente forte ed appena si riprende dallo shock dello 0-1 scopre pure che è stato proprio Rossetti a segnare.

Quando la partita è ormai più facile da vincere che da pareggiare, il Catania immagina già come sarà festeggiare tre punti in trasferta, che infatti riesce ad ottenere, sommando però quelli di tutte le trasferte. Sciaduone salta di gioia troppo presto, De Luca prende palla e segna l’1-1. A quel punto i due tecnici danno chiari segnali di accontentarsi del risultato. Nicola toglie la quarta punta per inserire un giocatore meno offensivo. Marcolin fa uscire Rosina ed entrare un giocatore il cui nome la dice tutta: Barisic-s. E la partita finisce appunto ics. Con l’ennesima amarissima caramella Tabù che non rende affatto più dolce il sapore dell’ennesima trasferta finita male ma che però sarebbe potuta finire peggio.. e così non è stato: ottimismo.