Bravo Cosentino.. ma la Serie A si conquista in campionato (non nel calciomercato)

Marco Di Mauro

Fonte: Goal.com - Getty

CATANIA –‘Rinaudo, qui si parrà la risorsa Cosentino’, scrissi. Rinaudo è nuovamente un giocatore del Catania. Un mese e mezzo di trattative sintetizzate in una frase di senso compiuto. Dietro poche parole, una mediazione convincente e pressante. L’affare, almeno per strategia, ricorda molto quello che riportò a Catania Gonzalo Bergessio. A mandare in buca il colpo, fu l’allora addì Pietro Lo Monaco. Per Rinaudo è andato tutto pressappoco alla stessa maniera, con la lode dei tempi ristretti che gli permetteranno di prender parte al ritiro. Bergessio, invece, ritornò solo dopo aver iniziato la Ligue 1 con la maglia biancoverde (ed aver fatto arrabbiare il proprio allenatore), abile a ri-esordire in A solo alla terza giornata.

Allora venne dato grande merito alle doti di Pietro Lo Monaco, che ebbe ragione a far ‘il cinese‘, appostato sulla riva del fiume ‘che – come da proverbio – attende di veder scorrere il cadavere dei propri nemici’. Non se ne può dar quindi meno a Pablo Cosentino. Gli errori del passato – da vicepresidente  – tali sono e tali rimarranno. Il presente, racconta di tre colpi importanti (Calaiò, Rosina e Rinaudo) che hanno ‘tramortito’ i direttori sportivi dell’intera  serie B e che, con ogni probabilità, promuovono il Catania a regina del calciomercato (e forse non solo tra le squadre di B) con oltre un mese d’anticipo. Il che vorrà dire tanto entusiasmo ma nulla di concreto. E’ forse troppo lontano il ricordo delle celebrazioni spese per Monzon, Tachtsidis e Leto? Vero è che i colpi Calaiò, Rosina e Rinaudo hanno tratti diversi dai predecessori, ma il titolo di regina della serie B è altra cosa, non arriverà dal calciomercato ma dal campo.

Non è il nome calciatore, ma il rendimento del calciatore a far la differenza. Non una questione di bravura o ingaggio, ma di gestione interna allo spogliatoio. Il Catania, come detto da Maurizio Pellegrino, è una squadra forte. Lo era già senza Calaiò, lo è divenuta ancor più con l’arrivo di Rosina, il ritorno di Rinaudo la rende quasi un’intrusa in serie B alimentando il dubbio: “Forse è più forte dell’anno scorso” (come si diceva anche l’anno scorso). Ma per esser vincenti non basta. Lo sa l’allenatore, lo sa l’amministratore delegato (adesso più amato che mai), lo ricorderanno anche i tifosi. C’è una promozione da conquistare sul campo, come? Mettendo i singoli a disposizione della squadra, il lavoro dietro ogni ogni encomio, la matematica davanti all’entusiasmo, la determinazione contro ogni difficoltà e la maglia rossazzurra sopra ogni cosa.

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