Catania, dopo una brusca caduta rialzarsi è possibile

Veronica Celi


“Questo è il fondo…e il fondo era più giù”.
Recita così uno dei brani forse meno famosi di Francesco Facchinetti: “Conta”. Ma per i tifosi rossazzurri e gli addetti ai lavori rappresenta certamente la più attuale delle citazioni. Stavolta il Catania ha davvero toccato il fondo, ma non quello della classifica. Eppure si credeva fosse l’unico possibile. Invece ci si ritrova ad attendere gli esiti definitivi della giustizia sportiva, in particolare la sentenza di secondo grado, in merito all’indagine “I treni del gol”. Lega Pro sicura, penalizzazione da definire solo in entità (dodici punti che il Catania spera siano ridotti a sette). Da non tralasciare poi la continua ricerca di acquirenti che possano rilevare la società e prendersene cura. Insomma, il club etneo ha davanti a sé un futuro incerto. La storia insegna però che anche dalla più dolorosa delle cadute è possibile rialzarsi.

L’esempio più recente è il Parma. Dopo l’arresto di Manenti, le aste deserte, e il successivo fallimento, i ducali ripartono dai dilettanti, con tutto l’entusiasmo e i buoni propositi necessari. Imprenditori locali e azionatario diffuso rendono possibile tutto ciò. Quest’ultima è poi la formula adottata dal Mantova nel 2010. Nove milioni di debiti e la mancata iscrizione alla Lega Pro conducono la squadra fuori dal calcio professionistico. Ci pensa il “Mantova United”, guidato dal presidente Castagnaro, ad acquisire il 25% del capitale e a rimettere in sesto la società. Protagonisti anche i tifosi, a cui viene concessa l’opportunità di acquistare le azioni suddivise in pacchetti. Ma nonostante le difficoltà economiche, il Mantova non tralascia la campagna acquisti. Trattiene giocatori di categoria superiore, e riporta in biancorosso il bomber Graziani. E spesso è proprio il ritorno al passato che permette di sperare in un futuro più roseo. Lo stesso fa il Parma. Nevio Scala, che sulla panchina gialloblu conquistò promozione, Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA, è il nuovo presidente. E capitan Lucarelli pare deciso a restare, rifiutando altre proposte. Nella lista rientra anche il Siena. Nel 2014 Vergassola accetta di indossare la maglia bianconera pure in D. Torna, inoltre, uno degli ex azionisti: Ponte, che rileva la nuova società, la Robur Siena. A seguire, la promozione in Lega Pro sembra scacciare i ricordi legati alla mancata iscrizione in B, tempi in cui il club, indebitato, non riusciva a pagare stipendi e fideiussioni. Per il Catania, però, dopo l’addio di Baiocco, la possibilità di ripartire dai pilastri di una volta rimane un’utopia.

Aprendo però il  capitolo sul calcioscommesse, i dubbi e le paure aumentano. Qualunque siano le conseguenze che spettano al Catania sul piano sportivo, lo scandalo del Totonero del 1980 offre spunti consolatori. Tra tutti, Milan e Lazio, al centro del periodo più buio della loro storia. Vennero entrambi retrocessi in B. I rossoneri furono subito promossi, anche se qualche anno dopo scesero nuovamente di categoria, e rischiarono il fallimento. I biancocelesti rimasero tra i cadetti per tre anni, poi vi tornarono, subirono 9 punti di penalizzazione per altri scandali su illeciti sportivi, e sfiorarono la C. Ma in entrambi i casi l’arrivo di grandi investitori, come Berlusconi e Cragnotti, risollevò le sorti dei due club, adesso annoverati tra le big della massima serie. Nella bufera del Totonero-bis anche il Palermo. Nel 1986 avrebbe dovuto disputare la Serie B con 5 punti di penalizzazione. I rosanero, invece, vengono radiati a causa di un debito di 500 milioni di lire. Segue l’iscrizione in C2, grazie all’interessamento del sindaco-tifoso Leoluca Orlando. E a Catania? Bianco ha lanciato un appello a tutti gli imprenditori interessati e innamorati dei colori rossazzurri. Il primo cittadino attaccato alla maglia sembra non mancare.

Sono analoghe a quelle etnee, poi, le vicende che riguardano il Napoli nel 2004. I partenopei occupavano un’anonima posizione di metà classifica in Serie B. E quando la società campana, a causa dei debiti, rischiò di sparire, i tifosi diedero sfogo a preoccupazioni e sentimenti attraverso la manifestazione chiamata “Orgoglio partenopeo” , simile a quella dell’ “Orgoglio rossazzurro”, tenutasi a Catania. Come si concluse la vicenda del Napoli? Con il fallimento, ma l’approdo di De Laurentiis in azzurro, e la Serie A conquistata in soli tre anni.

Il Catania ha scongiurato il rischio di sparire, ma non ha potuto evitare l’ennesima retrocessione in due anni. Il segnale è però abbastanza chiaro: qualsiasi motivazione ci sia alla base del tracollo, “conta” ripartire, al più presto, migliorandosi.