Catania e il calciomercato invernale: chi rivoluziona raramente vince

Roberto Quartarone

«Rivoluziono o non rivoluziono questo Catania?» L’ad Pietro Lo Monaco sfoglia la sua margherita invernale, valutando cessioni e acquisti. Al momento, Pino Rigoli ha impiegato 26 elementi in Lega Pro e il numero è destinato a salire, sforando quota 30 per l’11ª volta nelle ultime 17 stagioni.

Eppure nei 69 campionati precedenti era successo appena una volta, all’esordio in Seconda Divisione, quando Michelangelo Spata prima e Giorgio Armari poi avevano fatto ruotare 33 giocatori senza trovare comunque la quadratura del cerchio. Arrivò il cannoniere Piero Blengino, autore di 7 reti in 6 partite, ma la squadra chiuse comunque penultima. I tanti catanesi presenti quell’anno sono rimasti confinati nella memoria: di alcuni non si ricordano più nemmeno i nomi di battesimo.

La tendenza l’ha cambiata la gestione Riccardo Gaucci: in quattro stagioni i suoi mister hanno impiegato 36, 31, 31 e 33 giocatori, con il botto fatto nel 2000-’01, quando la squadra rivoluzionata a gennaio e allenata da Vincenzo Guerini recuperò dalla zona play-out alla finale play-off. C’era in quel gruppo anche Alessandro Ambrosi, altro bomber dalla media molto alta.

Sotto la guida di Lo Monaco e Pulvirenti, il numero di giocatori si è abbassato, a eccezione della prima stagione (2004-’05, 33 impiegati, con il sacrificio dei nomi di grido Ferrante, Walem e Bruno e l’arrivo di future stelle come Menegazzo e Pellè). La gestione della premiata ditta Pulvirenti-Cosentino ha fatto «avvulare» anche il numero dei calciatori: 35 nel 2013-’14, 41 nel 2014-’15. Quest’ultima è stata dunque la stagione che ha infranto tutti i record precedenti in quanto a delusioni e numero di calciatori impiegati. Anche l’anno scorso sono state impiegate 30 pedine da Pancaro e Moriero.

Il record opposto appartiene a nove stagioni diverse: nel 1936-’37, 1941-’42, 1952-’53, 1953-’54, 1955-’56, 1960-’61, 1961-’62, 1964-’65 e 1982-’83 si impiegarono appena 18 giocatori, minimo sindacale per condurre comunque ottime stagioni (in due casi, si tratta di promozioni in Serie A, in due casi del miglior piazzamento in assoluto, 8º posto nella massima divisione). Squadra che vince, non si cambia!