Combine-bis: Grasso su altri club non processati: «Incomprensibile»

Marco Di Mauro

Poche migliaia di euro a carico del Calcio Catania e di Antonino PulvirentiMeno di 50mila in tutto. «Le sanzioni chieste dal procuratore federale per il club sono limitate. Più pesanti sono quelle richieste per gli altri imputati», dice a MondoCatania l’avvocato Giovanni Grasso. Il legale del patron etneo era presente ieri, a Roma, all’udienza del procedimento sportivo combine-bis, tenuta di fronte alla commissione disciplinare della Figc. La sentenza è attesa entro i prossimi dieci giorni e anche stavolta il solo club interessato è il Catania.

Anche in questo procedimento restano esclusi tutti gli altri club nominati nelle carte dell’accusa. «È incomprensibile – commenta il legale e docente universitario di diritto penale – Leggendo bene le intercettazioni si capisce che Arbotti avrebbe ricevuto un avvicinamento anche dagli altri». Il riferimento è alla sfida col Bologna e ai presunti condizionamenti che figure vicine al Bologna avrebbero esercitato su calciatori del Catania. Timori, manifestati nelle intercettazioni, degli investigatori, che secondo i magistrati del tribunale di Catania avrebbero portato a escludere dall’undici titolare, per la sfida del Dall’Ara, due rossazzurri: Schiavi e Sciaudone. Il loro procuratore, all’epoca dei fatti, è il figlio di Pantaleo Corvino, allora direttore sportivo del club emiliano.

Nonostante sia stato tirato in ballo in questo secondo processo sportivo sulle presunte combine, scoperchiate dall’inchiesta Treni del gol, il club etneo e il suo patron paiono avere un’importanza marginale. «Noi abbiamo sostenuto l’assoluta insussistenza delle accuse», spiega Grasso. Il dito del nuovo procuratore federale Giuseppe Pecoraro è puntato verso le trasferte di Bologna e Brescia. «In particolare, riguardo alla contestazione di frode sportiva per la partita col Bologna, abbiamo presentato una memoria difensiva che sottolinea come non ci siano gli estremi per configurare questo reato, mancando qualunque elemento dimostrativo di un contatto coi giocatori della squadra rossoblu».

All’udienza sportiva  Grasso ha fatto squadra col collega Eduardo Chiacchio, che difende il club rossazzurro. «Per quel che riguarda la gara contro il Brescia – continua – viene invece contestata la violazione delle regole di correttezza e di lealtà sportive, anche in questo caso abbiamo indicato come l’accusa formulata, che ipotizza il raggiungimento di un preordinato risultato, è assolutamente insussistente». Le difese del Catania e di Pulvirenti confidano nel proscioglimento senza alcun addebito, ritenendo tra l’altro che le accuse siano mosse in continuazione con gli illeciti già passati in giudicato, e pertanto non utilizzabili in un nuovo procedimento.

L’accusa di Pecoraro non avrebbe presentanto nuovi elementi rispetto a quelli già noti negli atti che hanno portato alla retrocessione del club e alla squalifica del patron. «Si stenta a capire perchè, a distanza di tanto tempo, vengano tirate fuori queste storie che i giudici penali non hanno preso in considerazione per niente». Il tribunale di Catania ha rinviato a giudizio il Calcio Catania e Pulvirenti per sei partite in odore di combine inserite nell’inchiesta Treni del gol. Tra queste non figurano né quella col Bologna né quella col Brescia. Quest’ultima, tuttavia, nel procedimento penale è stata utilizzata come base dell’accusa di associazione a delinquere.

Al centro del mirino dell’accusa mossa dalla Procura federale pare ci sia invece la condotta degli altri imputati: Piero Di Luzio, Fernando Arbotti, Daniele Delli Carri. Per quest’ultimo, ex direttore sportivo del Catania che è già stato condannato a quattro anni di squalifica, secondo quanto appreso da MondoCatania il procuratore Giuseppe Pecoraro chiede un aumento della pena con la proposta di preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc (leggasi radiazione). La stessa condanna inflitta a Luciano Moggi a seguito dello scandalo Calciopoli.