Combine-bis, Catania e Pulvirenti valutano ricorso: «Questione di principio»

Redazione

La vicenda combine-bis potrebbe non essere finita con la condanna in primo grado del Calcio Catania e di Antonino Pulvirenti. «Stiamo valutando se fare ricorso, più che altro per una questione di principio», spiega a MondoCatania l’avvocato Giovanni Grasso, rappresentante legale del patron. I componenti della commissione disciplinare del tribunale federale Figc hanno ritenuto il club e l’ex presidente colpevoli anche del reato di illecito sportivo e, accogliendo le richieste del procuratore federale Giuseppe Pecoraro, li hanno puniti con ammenda rispettivamente da 20mila e 25 mila euro. 

I fatti riguardano Bologna-Catania e Brescia-Catania, due partite del campionato di serie B 2014/15 inserite nell’inchiesta Treni del gol ma che non facevano parte delle sei gare per le quali la giustizia sportiva aveva già emesso sentenza di condanna. Le difese di club e patron, che viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, stanno già valutando l’opportunità di impugnare la nuova decisione e ricorrere al secondo grado della giustizia sportiva, la Corte di giustizia federale. «Non tanto per la sanzione, che è abbastanza modesta – spiega Grasso – ma perché la commissione disciplinare ha ritenuto che sussista l’illecito sportivo».

Il riferimento specifico è alle contestazioni sulla partita di Bologna. Nella motivazione della condanna è scritto: «La effettiva alterazione del risultato della gara non si è verificata solo per ragioni di natura economica (richieste di denaro superiori a quelle preventivate) e non per inattività dei soggetti coinvolti». Secondo le difese del Catania e di Pulvirenti le accuse di illecito sportivo sono invece inconsistenti. «Non stanno né in cielo né in terra – afferma Grasso – Ne faremmo una questione di principio». Nei prossimi giorni arriverà la presa di posizione sull’inattesa condanna. Dal procedimento sportivo sono rimasti esclusi gli altri due club nominati nelle carte.