Il Catania si è smarrito. I perché del momento no

Fabio Di Stefano

Non è un buon momento quello che sta attraversando il Catania. A certificarlo ci ha pensato il collegio di garanzia del Coni che ha respinto il ricorso della società etnea contro i 9 punti di penalizzazione. I rossoazzurri non vincono da 4 gare, ed occupano il terz’ultimo posto in compagnia del Melfi. Gli attaccanti hanno le polveri bagnate e non vanno in rete da 180′.

La classifica piange, e non solo per via della pesante penalizzazione. Il Catania ha avuto un inizio di campionato scoppiettante. Dopo poche giornate, i rossoazzurri avevano abbandonato la zona retrocessione e si erano avvicinati alle prime posizioni. I due punti in meno, arrivati a causa di inadempienze nei pagamenti, uniti a qualche battuta d’arresto, hanno fatto ripiombare gli etnei nelle zona calda di classifica.

Proviamo a capire quali potrebbero essere le cause principali che alimentano il momento di difficoltà della squadra di Pancaro.

Il calendario – Nelle prime gare il Catania non ha incontrato (fatta eccezione per il Lecce) squadre costruite per vincere, almeno sulla carta. Il Cosenza stesso, attuale vice capolista, a inizio torneo non era accreditato tra le favorite alla vittoria finale. Non appena Calil e compagni hanno incrociato squadre più quotate, i risultati sono venuti meno.

Episodi sfavorevoli – Non si può dire che gli etnei siano stati sin qui fortunati. Qualche episodio arbitrale sfavorevole c’è stato, come il rigore non concesso a Lecce per un netto fallo su Parisi, o il primo gol della Casertana, viziato da un netto fuorigioco. Se a questi aggiungiamo l’ infortunio di Garufo negli ultimi secondi del match contro la Juve Stabia, e la traversa clamorosa di Calil con l’Akragas, si capisce come la dea bendata abbia voltato le spalle al Catania.

Infortuni – Forse la preoccupazione maggiore in casa Catania. Dopo un inizio tutto sommato normale, la situazione infortuni è presto precipitata. Pancaro ha dovuto fare a meno di Bastrini e Bergamelli prima, e di Ferrario poi. Mentre Bergamelli e Ferrario hanno prontamente recuperato, l’ex Ternana non ha ancora debuttato in campionato. Adesso anche Parisi ne avrà per qualche settimana. Al momento sono fermi ai box anche Castiglia, Falcone e Russotto. A preoccupare maggiormente è soprattutto la situazione del reparto avanzato. Da poche settimane sono rientrati tra i ranghi Plasmati e Rossetti, ma le assenze di Falcone e Russotto pesano parecchio. I due garantiscono tecnica, personalità, assist e anche qualche gol. L’importanza di Russotto si avverte anche nella carenza di soluzioni nei calci piazzati.

Preparazione estiva – Dopo la partenza sprint, il Catania è in difficoltà sotto l’aspetto atletico. Contro il Foggia gli uomini di Pancaro arrivavano sempre secondi sul pallone, e questo non può essere un caso. Il possesso palla non è fluido come nelle prime partite perché i giocatori si muovono poco senza palla. La preparazione estiva iniziata con netto ritardo, e i tanti calciatori arrivati solo a inizio settembre, pesano inevitabilmente.

Le scelte tecniche – A Pancaro vengono rimproverate l’eccessiva prudenza e il gioco, divenuto prevedibile. Il Catania vincente e bello si è smarrito. Da alcune gare la coperta risulta essere sempre troppo corta. La squadra rischia poco dietro, ma gioca con il baricentro troppo basso. A risentirne è, inevitabilmente, la fase offensiva. Gli esterni d’attacco ricevono il pallone troppo lontano dalla porta avversaria, Calil è abbandonato a sé stesso e Scarsella non trova più i tempi per gli inserimenti. Il risultato è che il Catania tira poco in porta e i gol arrivano col contagocce.