Il risultato ‘conta’ ma non ‘parla’

Marco Di Mauro

CATANIA –  Che ci sia qualcosa di strano, nell’aria, qualcosa di assolutamente singolare ed importante da un’altra parte della città, lo si intuisce a veder i seggiolini vuoti ed impolverati della Tribuna Autorità. Pulvirenti, il presidente del Catania, non pare sorpreso: saluta i giornalisti, chiede il foglio formazione, ci pulisce il seggiolino, si siede. Anche non vederlo a bordocampo è segnale che, se qualcosa di importante sta accadendo, il palcoscenico non è certo il Massimino.

Prima del gol di Martinho – che in maglia rossazzurra aveva già segnato, proprio in Coppa Italia – gli unici applausi nel corso della gara erano stati tributati ai fuochi d’artificio che, da Piazza Duomo, superando i palazzoni della circonvallazione, significavano l’uscita della Santa Patrona di Catania, Sant’Agata, per la consueta processione estiva che celebra il ritorno in patria delle reliquie. Il 17 Agosto, per molti catanesi, ha altro significato del 17 indossato da Alessandro Rosina.

Perché non giocare a Catania il 16 Agosto, invece che a Modena od a Chiavari? Il pallone rotola, i tifosi son presenti (anche più del previsto): non è tempo di domande, ma di risposte. A darle dovrebbe essere il Catania, in campo. Contro il Südtirol è la prima gara che valga qualcosa: il passaggio al terzo turno, anzitutto, di conseguenza l’incontro con una formazione di serie A: il Cagliari. Ovvero, la prima partita contro un avversario, almeno sulla carta, meglio attrezzato.

Significativa la prestazione tra i pali di Terracciano. Gli esordi di Chrapek e De Matteis parlano di giovani promettenti. Rivedere Almiron in campo è motivo di sorrisi del Pellegrino, molti meno per Lodi, neanche mandato a riscaldarsi. Calello ritorna al calcio giocato dopo tempo. E’ un esordio, positivo come per Calaiò e soprattutto Rosina. Bene Martinho, subito decisivo. In crescita gli altri: Capuano, Monzon, Gyomber, Rinaudo possono e devono migliorare, far di più.

Ma senza Castro, Peruzzi, Rolin, Leto, Spolli in campo, col dubbio sulla permanenza di Frison e Lodi, col punto interrogativo Sauro e senza ancora un’alternativa a Calaiò, è difficile giudicare la squadra Ancor più in una gara in cui, a differenza di quanto necessario in campionato, s’è dedicata alla ricerca delle geometrie tattiche e dell’intesa tra i reparti che non a centrare la porta. Calaiò s’è pure spazientito. Ed è vero: Le occasioni più nitide e ricorrenti le hanno avute gli avversari.

Passa comunque il Catania, dimostrandosi più forte. In cosa? Rispetto agli avversari in campo: nella gestione della difficoltà, nelle qualità dei singoli. Rispetto alle concorrenti in campionato, guardandone i risultati, mostra invece una condizione fisica già incoraggiante ed una chiara impronta d’identità tecnica e caratteriale. Qualità che valgono un primo successo da festeggiare, che fa morale, dà convinzione, che conta ma non dà alcuna risposta. Quella arriverà solo in campionato. Prima ci son cose più importanti da fare ed a cui pensare.

Se ne è avuto prova!

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