CATANIA – La partita allo stadio vissuta in curva. Tra il calore, il colore e le colorite espressioni dei tifosi del Catania: spontanee come la passione per la maglia rossazzurra. Nuova rubrica, si comincia con Catania-Lanciano.
La serie B dà il benvenuto al Catania. Lo stadio, pieno (con la Curva Nord, strapiena ) si fa trovare pronto regalando una cornice meritevole di altre categorie. La necessità di lottare su ogni pallone, le legnate in campo e la corsa fino all’ultimo secondo hanno risvegliato il vecchio orgoglio “marca Liotru”.
Nessun “olé”alla lettura delle formazioni da parte della speaker, ma tifo costante già venti minuti prima del calcio d’inizio. I cori, dalla curva, si alzano spontanei. Quasi a voler dimostrare che bisogna lottare tutti insieme, tutti alla pari, senza bisogno di megafono o quant’altro: “A noi basta la voce, basta l’amore che ci lega a questi colori”. I commenti nel pre partita non mancano. La curiosità di vedere all’opera la squadra è tanta, soprattutto i nuovi. Durante il riscaldamento un tifoso, capello e sciarpetta estiva, di quelle leggere, domanda: “Quello è Calaiò?”. Il ‘porta un amico’ che tanto successo ha avuto, serve anche a questo: “Sì – risponde il compare – ma solo su signa mi scoddu ca è palermitano”.
Allucinazioni notturne tra pista d’atletica e diottrie arrugginite: “Di cu é dda tigna?”. I partiti sono due: “Ammiron” o “Rossina”. La lettura delle formazioni sa di attesa per il risultato elettorale: “Alessandro Rosina”. Vedendolo schiarato a centrocampo però, i più scettici, patiti di complottismo e di brogli elettorali s’arrendono all’evidenza solo vedono ‘Almiron’ correre su e giù per il campo: “Non po’ gghiessiri iddu”. Tutto risolto, ma chissà cosa accadrà quando, Pellegrino s’augura presto, potrà schierarli insieme. In curva c’è chi già se la ride.
L’ironia del Catanese serve a rompere la tensione che va accumulandosi minuto dopo minuto. Corrono i secondi del cronometro e quando la squadra passa dal momento dell’esaltazione a quello del bisogno, il tifo sale di tono. Non a caso dopo l’1-2 del Lanciano aumentano vertiginosamente i decibel del tifo elevando al cielo il coro ” Non mollare perchè c’è la Curva che canta per te”. È proprio questo il momento in cui il popolo etneo risveglia il proprio orgoglio sfoderando grinta e passione. Partita tiratissima, al 92° la curva batte le mani a tempo perché non ha più voce. Al 93° arriva la doccia gelata per tutti.
Mani in testa e sensazioni già vissute non troppo tempo fa. Boccone amaro, ma che si deve mandar giù. La gente si ferma un minuto, poi il triplice fischio. A fine gara sono comunque applausi per tutti. La squadra ha sudato e ha lottato, poco importa il risultato. Chi rispetta quella maglia riceverà sempre e solo apprezzamenti. Let’s go Liotru.
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