La “sudditante” prestazione di Gervasoni & co. al Massimino… Diteci Perché?

Marco Di Mauro

CATANIA – Gara disastrosa per l’arbitro Gervasoni e la sua cinquina arbitrale.

L’episodio clou è il goal assegnato al Catania e poi ritrattato. Ripercorriamone tutte le tappe per evidenziare le anomalie procedurali che configurano l’incredibile decisione.

Tutto comincia con..
Al goal di Bergessio l’arbitro ha lo sguardo rivolto verso l’assistente di linea Maggiani che non segnala alcuna infrazione restando con la bandierina abbassata. Avesse riscontrato fuorigioco difatti, il guadalinee avrebbe dovuto alzare la bandierina e restar fermo sulla linea del fuorigioco riscontrato. Cosa che non accade, sintomo della regolarità di quanto visto e giudicato. L’arbitro fischia dunque la convalida del goal indicando il dischetto di centrocampo.

A questo punto cosa accade

Al fischio dell’arbitro che dispone la ripresa del gioco da centrocampo, segnale convenzionale dell’assegnazione del goal, il guardalinee con la bandierina rivolta verso la metà campo corre per raggiunger la linea mediana e riguadagnare la posizione consueta alla ripresa in gioco dal dischetto di centrocampo.

La panchina della Juventus

E’ proprio mentre il guardalinee riguadagna la posizione che, dalla panchina della Juventus, un elemento (probabilmente Pepe) non riconoscibile perché di spalle alla tribuna A (nostra visuale) scatta verso di lui e ne arresta la corsa, frapponendosi col corpo. In quel momento, parte della panchina della Juventus lo segue e vien presto raggiunta dai giocatori in maglia bianconera che va precisato, fino a quel momento stavano con rassegnazione riguadagnando la posizione per la ripresa del gioco, senza protesta alcuna. L’unico a protestare, Bonucci, prima con l’arbitro di area, Rizzoli, poi con lo stesso guardalinee, fermato da Pepe.

L’intervento di Gervasoni

Solo per l’uscita dall’area tecnica, i giocatori fuoriusciti dalla panchina sarebbero passibili d’espulsione. E’ il primo errore di Gervasoni che, raggiunto il centrocampo, accorgendosi della situazione, torna sui suoi passi, nel vero senso della parola raggiungendo il guadalinee che nel frattempo i giocatori bianconeri hanno spinto indietro verso l’area di rigore dove, insomma, si sarebbe dovuto fermare il caso di segnalazione di fuorigioco, che tuttavia ricordiamo non esser mai avvenuta. Ebbene, Gervasoni non redarguisce né ammonisce i giocatori bianconeri, che hanno accerchiato il suo assistente ma ne ascolta le rimostranze, poi prende sottobraccio Maggiani ed in pochi secondo annulla la rete disponendo la ripresa del gioco come se si fosse trattato di fuorigioco.

La decisione viene furbescamente accreditata dal ritorno dell’assistente nella posizione che mai, però, avrebbe dovuto abbandonare una volta rilevato il fuorigioco. Solo allora i giocatori del Catania attraversano la metà campo in cui si erano posizionati, per la ripresa del gioco, per protestare contro la decisione, tra le tante, più evidente e penalizzante. Ma le parole dei rossazzurri non hanno lo stesso effetto. In questo episodio due sono le considerazioni chiave:

a) Nessuno oltre all’assistente Maggiani avrebbe potuto vedere e segnalare il fuorigioco.

b) L’assistente Maggiani non ha visto nè segnalato all’arbitro il fuorigioco, tanto da tener abbassata la bandierina e corre per di più verso il centrocampo per la ripresa del gioco.

Va ricordato inoltre che, in tutto ciò, l’assistente Maggiani non alza mai la bandierina per segnalare, come da prassi, il fuorigioco che poi segnala, evidentemente solo a voce.

Ne consegue che:

a) La valutazione era stata presa e ratificata secondo tutte le informazioni disponibili alla terna.

b) Nuove informazioni, errate (poco importa), sono giunte al guardalinee ed all’arbitro nel corso delle proteste della Juventus, che hanno fermato la corsa di Maggiani verso centrocampo.

c) E’ puerile il successivo confabulare tra i due arbitri che, lo ricordiamo, sono in contatto radiofonico. Quindi ogni segnalazione o comunicazione, indipendente dalle proteste, sarebbe potuta avvenire precedentemente e non portare immediatamente alla concessione del goal. Una seconda e successiva comunicazione, senza l’utilizzo del canale radio, è sintomo con ancor maggior evidenza di una nuova informazione, di cui Maggiani era precedentemente sprovvisto, che lo raggiunge non prima delle proteste juventine e di cui informa l’arbitro solo successivamente.

Le ipotesi “ragionevoli” sono solo due

a) La panchina della Juventus è riuscita a condizionare la decisione del guadalinee con sole e convincentissime parole.

b) Una comunicazione vera o millantata del quarto uomo, relativa ad ipotetiche immagini alla moviola riportanti l’infrazione di fuorigioco, è stata riferita dai giocatori della juventus al guardalinee nel corso delle proteste od è arrivata ad arbitro e guardalinee nel corso di quelle proteste, in tal caso direttamente da parte di un altro arbitro.

In qualunque delle due casistiche l’atteggiamento della flottiglia arbitrale è assolutamente alieno ad ogni regolamento o prassi della disciplina del gioco.

Quel che l’arbitro Gervasoni avrebbe dovuto fare:

a) Convalidare il goal di Bergessio
b) Sanzionare i giocatori della Juventus emigrati dalla panchina per protestare verso l’assistente.

La situazione, già inconcepibile, scade nel paradosso nei minuti a seguire visto che

a) Il presidente Pulvirenti viene allontanato dal campo per proteste, non meno vibranti di quelle della panchina juventina.
b) Vengono comminate almeno due ammonizioni gratuite nei confronti di Legrottaglie e Marchese nei minuti seguenti la non assegnazione del goal. Ammonizione che peserà sull’espulsione di Marchese nel secondo tempo.
c) Non vengono sanzionate almeno due simulazioni degli juventini al limite dell’area.
d) Viene convalidato, dallo stesso Maggiani, un goal in netto fuorigioco di Vidal.
e) Vengono richiesti dal Catania e negati due rigori, uno dei quali apparso quantomeno dubbio.

Manca uniformità e lucidità di giudizio. In altre parole, se non è sudditanza è incapacità. Ed in qualunque delle due evenienza, il Catania è vittima, la Juventus può esserne artefice, ma l’unico responsabile resta l’arbitro, perché responsabile ultimo dei cinque collaboratori, insieme al designatore, responsabile unico ed ultimo per la condotta arbitrale.

Così, come ricorda il presidente Pulvirenti: “Certo che la Juventus è imbattuta e rimarrà imbattuta continuando così”.

L’unica domanda utile è solo “perché?”.. ripetuta tante volte quanti sono stati gli errori di Gervasoni, quindi all’infinito. La risposta arriverà? Stentiamo a crederlo.. come stentiamo a creder ancora nella buonafede degli arbitri e nella credibilità del calcio.

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