Michele Criscitiello: «Lo Monaco non può vivere senza il Catania»

Fabio Di Stefano

Ormai da alcuni giorni ritorno di Pietro Lo Monaco al Catania monopolizza l’interesse degli sportivi rossazzurri. Ieri pomeriggio a Torre del Grifo, successivamente alla riunione del CdA, si è tenuta la conferenza stampa in cui l’ex dirigente, attualmente di nuovo consigliere, ha preannunciato la sua futura nomina ad amministratore delegato e direttore generale del Calcio Catania.

MondoCatania ha raccolto in esclusiva le impressioni sulla vicenda del direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello. «Purtroppo non ho avuto modo di approfondire i fatti. Lo Monaco al Catania è una mossa che farà il bene della società rossazzurra dopo anni di mala gestione sotto tutti i punti di vista. A prescindere dai motivi che hanno spinto Pulvirenti e Lo Monaco alla riconciliazione, il problema è stato il divorzio di quattro anni fa. Ci hanno rimesso i tifosi in primis, e poi il club, passato dall’ottavo posto in serie A alla Lega Pro in soli tre anni».

Lo Monaco avrà un compito certamente non facile. Rispetto alla prima avventura catanese c’è un gradino in più da scalare (allora il Catania militava in serie B) e una situazione societaria e ambientale molto più complessa. La maggior parte dei tifosi finora non è parsa disposta a perdonare Pulvirenti. La gestione Cosentino e l’inchiesta delle partite truccate pesano ancora. «Vincere non è mai facile, nemmeno in Lega Pro. E’ stato distrutto tutto ciò che di buono era stato fatto. Lo Monaco aveva fatto un gran lavoro, il Catania era un esempio da seguire. Un vero peccato».

E se Pulvirenti viene da un triennio terribile, lo stesso Lo Monaco non ha ripetuto altrove i risultati conseguiti a Catania. «Lo Monaco è abituato a lavorare in un certo modo. A lui piace controllare tutto. In realtà non ha mai abbandonato l’idea di ritornare in quella che considera la sua casa. E’ vero che non ha mai perso occasione per punzecchiare Pulvirenti, soprattutto nei primi periodi successivi al divorzio. Ma presto si è capito che il dirigente campano non può vivere senza il Catania».