Mi torna in mente una canzone del 1959. Tra le più belle e malinconiche di Modugno. Racconta d’un amore che va dissolvendosi nella pioggia. Non si lascia trattenere dalla fiaba dell’ultimo bacio, né dalle note di violini suonati dal vento o dai colori dell’arcobaleno. Chiede “parole nuove” ma sente solo il rumore della pioggia, trasformarlo in lacrime di “c’era una volta, or non non c’è più”.

La sensazione di impotenza ed abbandono che ad ogni amata o amato susciterebbe il veder dissolversi del proprio amore, ad un innamorato del Calcio Catania lo provoca il veder dinanzi a sé nulla di felice, nulla di nuovo in cui affondar le mani, per trovare ‘parole nuove’. Solo nuvole, le stesse del passato. Mentre  ‘piove piove, sul nostro amor”…

..amor che “c’era una volta” e che, più ostinato di quello cantato da Modugno, la pioggia non riesce a portar via. Non molla: Non cerca ragione logica, o certezza sul futuro o garanzia d’esser ricambiato. Né teme il dolore di un’altra delusione. Rimane aggrappato: Alla maglia; alla la fede, a ciò che rappresenta. Al vero innamorato, che non dirà mai ‘Ciao, Ciao..Catania!”. Neanche sotto la pioggia.