Primo Piano: Catania, la giustizia sportiva sarà severissima

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Caos Catania… quella squadra argentina che giocava in Italia: la Giustizia Sportiva sia celere, ecco i rischi dei rossoazzurri. La parola ai giudici… (TMW)

“Ora il Catania è nell’occhio del ciclone per aver comprato delle partite. Pulvirenti ammette di averlo fatto. La confessione ha il merito di accelerare il processo di accertamento totale delle colpe, magari anche di chi adesso prende le distanze da lui. Sarà il tempo a dire chi sono stati i suoi complici. Il malaffare va estirpato con pene severissime. La responsabilità oggettiva va discussa solo quando ci sono di mezzo personaggi marginali. Purtroppo – e lo dico con sofferenza perché capisco l’ingiusto malessere dei tifosi – andandoci di mezzo il massimo esponente, il Catania sarà retrocesso. Ci si augura perciò che la Giustizia Sportiva torni ad essere quella di un tempo, ossia celere, così da far ripartire al più presto i campionati. Campionati che andrebbero anche riformati subito riducendo l’area professionistica con la A a 18 squadre, la B a 20 e due gironi di C da 20. Eppure si continua a discuterne. Abbiamo una Federazione debole, una Giustizia Sportiva incerta e criticabile che sembra applicare la legge per i deboli e interpretarla per i potenti. Qua non c’è niente da interpretare: il caso Catania è talmente conclamato che c’è stata la confessione del Presidente. Una confessione che deve accelerare i tempi. Per carità, prendiamo atto che c’è gente vicina a lui che nega di essere al corrente di ciò che succedeva. Ma adesso non dilazioniamo i tempi e ci sia una sentenza breve per far ripartire presto il campionato senza dover aspettare ancora. Da un punto di vista legale il Catania rischia il massimo della pena: retrocessione e penalizzazione. Prendo atto delle parole di Cosentino: un cittadino della Repubblica – non so se italiana o argentina – ha il diritto di proclamare la sua innocenza e di cercare di evidenziarla, però non si può non rilevanre che Pablo Cosentino fosse vicino a Pulvirenti. Tant’è che il Presidente gli aveva dato carta bianca, facendogli costruire una squadra argentina che faceva il campionato italiano. La parola ora ai giudici…

Il Catania rischia l’abisso della Serie D (La Gazzetta dello Sport)

“E adesso che cosa accadrà al Catania dopo la confessione di Pulvirenti? Squadre e giocatori indagati come ne usciranno? Domande da bar sport, ma anche da gente comune che ieri ha ascoltato le novità dell’ennesima inchiesta sul calcio malato. Ecco qualche chiarimento. 1 Il Catania dopo le ammissioni del suo presidente che cosa deve aspettarsi dalla giustizia sportiva? Se prima di ieri c’erano già pochi margini di manovra per evitare la retrocessione, ora queste tenui speranze sono state spazzate via. Se va bene la squadra siciliana ripartirà dalla Lega Pro e con dei punti di penalizzazione. Le responsabilità del numero 1 di un club si paga in modo che la giustizia sportiva definisce «diretto». E prevede la pena dall’esclusione del campionato di competenza e l’assegnazione a uno dei tornei categoria inferiori. 2 Quindi il Catania potrebbe finire tra i dilettanti? E’ una ipotesi: siamo alla presenza di combine plurime e continue (anche se secondo Pulvirenti non consumate). Un fatto gravissimo, la retrocessione scatta anche per un solo tentativo. Ma qui potrebbe aiutare la scelta del patron catanese: collaborare con la giustizia serve a ottenere uno sconto. Ecco, se il presidente aiuterà la Procura federale a fare chiarezza anche su eventuali sospetti in altre gare, facendo nomi di altri tesserati, allora il club potrebbe ripartire dalla Lega Pro. Molto dipenderà dall’abilità dell’avvocato Edoardo Chiacchio, scelto dal Catania per il dibattimento sportivo. 3 E cosa accadrà agli altri tesserati finiti ai domiciliari, compreso l’ex d.s. Delli Carri? Per ora non hanno collaborato, rifiutandosi di rispondere al gip. Ma questo è accaduto prima della confessione di Pulvirenti. Ora è facile immaginare un cambio di strategia: dall’ottobre 2014 si rischiano fino a 9 anni di carcere per le frodi sportive. E nel processo sportivo, senza collaborazione i tesserati potrebbero essere radiati. Ecco perché è facile immaginare altre confessioni: devono essere totali e non parziali. Insomma, a Delli Carri potrebbero essere chieste altre situazioni per ora ai margini dell’inchiesta. Come il «favore» da chiedere al collega Giuntoli, ex d.s. del Carpi ora al Napoli, oppure il significato delle parole sul Bari («fanno palazzine diverse dalle nostre»). E ancora: cosa voleva dire sul «maestro» Lo Monaco e sul fatto che Delli Carri si vantava di fare certe cose da 30 anni?