Un punto salvezza che fa riflettere, nell’attesa che Neri faccia il suo effetto

Marco Di Mauro

BARI – Il Catania ha tirato due volte nello specchio della porta, entrambe le conclusioni sono arrivate nell’ultimo quarto d’ora e portano la stessa firma: Mattia Rossetti. L’attaccante della Primavera è entrato al 75° per Chrapek. Dopo 1’ ha sfiorato il gol di testa su cross dalla sinistra di Mazzotta. Passati altri 5’ ha trasformato in gol il passaggio filtrante in verticale di Rosina. Prima rete tra i professionisti, grandissima soddisfazione per il ragazzo, conferma di come i Primavera possano essere  risorse da cui attingere sempre e non solo in caso di estrema necessità. Ancora di più visto che la Primavera rossazzurra dimostra, anche in prima squadra, di non soffrire affatto la trasferta anzi, di riuscire ad esaltarsi. Vedi il ruolino esterno dei ragazzi di Pulvirenti, che con sei successi è persino migliore di quello interno. Rossetti, che ne è un protagonista, ha confermato l’andazzo.

La gara di tutto il Catania è stata ricca di cuore e tattica. Molto simile, per compattezza, alla squadra che anche a Livorno, pure in difficoltà fisica e di formazione, era riuscita a passare in vantaggio. In poco più di un giorno di lavoro, al nuovo preparatore non sono imputabili colpe né riconoscibili meriti. Emerge però uno spirito rinnovato nel gruppo, che andrà aiutato con la tattica più consona al momento e fomentato da prestazioni e risultati. A Bari, consapevole dei propri limiti, il Catania ha cambiato modulo e mentalità. Il 3-5-2 ha permesso alla squadra di coprire meglio l’ampiezza del campo senza spendere troppe energie. Di contro ha limitato la fase offensiva vuoi per l’atteggiamento più accorto adottato vuoi anche per la poca intesa dovuta alle posizioni ed ai movimenti che la squadra ha avuto davvero pochissimo tempo per memorizzare.

L’errore di Sciaudone, al 90°, resta un peccato ma non togliere meriti alla squadra e non rende comunque ingiusto il risultato. La sorpresa è che, se il Bari può dire di non avere demeritato il pareggio deve riferirsi a quanto fatto nel primo più che nel secondo tempo. Proprio la ripresa, da sempre critica per i rossazzurri, è la frazione che la squadra di Marcolin, almeno fino alla rete di De Luca, gestisce ed interpreta meglio. Gioco semplice, palla a terra, spazi stretti, ripartenze e soprattutto tanto reciproco sostegno tra i compagni. Giocando così, regola vuole che almeno un’occasione buona a partita, la serie B, non la neghi. Seppur per la prima volta privo dei due cannonieri, il Catania riesce in quanto fallito nelle ultime due trasferte: segnare. In apertura manca il gol Rosina, al termine ci pensa Rossetti.

Dal fondo, dice il proverbio, non si può che risalire. La classifica, lo conferma. Un punto, e non tre, basta a lasciare l’ultimo posto. C’è poco da festeggiare, specie nella prospettiva di un’annata in cui l’unico obiettivo programmato è ormai davvero distante. Guardando tuttavia alla lotta salvezza, il punto ottenuto a Bari, il primo esterno della gestione Marcolin, dovrà essere in qualche maniera passato come motivo d’ottimismo. Non perché ci sia realmente da essere ottimisti, ma solo perché di questo la squadra pare avere adesso più bisogno che mai. Nell’attesa, tra qualche giornata, che la cura Neri riporti i calciatori ad una condizione fisica adeguata per rivedere, dopo un anno e mezzo, al Massimino, una squadra che possa giocare IL calcio per come i tifosi rossazzurri ricordano.