Vittoria, qualificazione, e difficoltà
Luci e ombre sotto i riflettori

Marco Di Mauro

Le luci dell’Angelo Massimino si accendono sulla nuova stagione del Calcio Catania. All’esordio ufficiale davanti al pubblico amico, sotto i riflettori puntati sul campo, a risaltare sono sia i lati brillanti che le ombre della formazione allenata da Pino Rigoli. A meno di una settimana dalla prima di campionato, l’undici rossazzurro pare in difetto di fiato e di affiatamento rispetto al compatto Akragas, ma nelle giocate dei singoli trova la chiave che gli permette di aprire per due volte la porta avversaria, vincere il derby e accedere al turno successivo di coppa Italia.

La frangia più calda dei circa 2000 tifosi rossazzurri presenti allo stadio, trascorre buona parte della partita a fischiare sulle iniziative offensive dell’Akragas. Un’azione di disturbo che pare meglio coordinata di quella messa in campo dai calciatori diretti da Rigoli, pur se non riscuote migliori risultati. Per quattro volte nel solo primo tempo gli ospiti possono concludere verso la porta rossazzurra col solo Pisseri a opporsi certe volte, a ringraziare il fato altre, ma anche a rimediare ai propri errori.

Come sulla punizione di Salandra, dai 30 metri. Al 26esimo Pisseri in tuffo basso non trattiene il pallone, che finisce sui piedi di Carrotta. Sulla conclusione del numero sette dell’Akragas, il portiere rossazzurro riscatta l’incertezza opponendosi con decisione. Pochi secondi prima era stato più fortunato che altro il collega portiere Pane, che Paolucci aveva centrato in pieno stomaco con un rasoterra – su assist di Russotto da fondo campo – indirizzato a botta sicura verso la rete.

Nonostante la condizione fisica paia peggiore di quella mostrata dalle maglie rosse dell’Akragas, sono i rossazzurri a collezionare il maggior numero di rimpianti per le clamorose occasioni gol fallite. Nei due minuti di recupero del primo tempo, Paolucci conclude nuovamente a botta sicura da distanza ravvicinata. Per la seconda volta centra il portiere ospite, parso anche stavolta più bersaglio che ostacolo. Il direttore sportivo Argurio sbatte i pugni sulla balaustra del box da dove assiste alla gara.

Per il dirigente rossazzurro – in tribuna -, come per Rigoli – in panchina – è una derby da ex. In campo invece non ce n’è manco uno fino a quando Di Grazia prende il posto di Calil. Il brasiliano, criticato per il suo rendimento nella parte conclusiva della scorsa stagione, esce dal campo tra gli applausi. Tutto merito della rete che segna all’ottavo della ripresa. Assist di tacco di Russotto e pallone calciato sul primo rimbalzo, a giro, che va a spiovere veloce sotto l’incrocio dei pali.

Il vantaggio del Catania è così: improvviso e inatteso. La difesa agrigentina, che concede molte meno occasioni agli avanti avversari di quanto non abbia fatto quella rossazzurra, scricchiola solo sulle giocate degli attaccanti più tecnici. È questo l’aspetto in cui il Catania pare più forte, e che riesce a fare prevalere sul campo a dispetto dei meriti collettivi sui quali l’Akragas può recriminare. Ma gli agrigentini si lamentano, e tanto, anche per l’arbitraggio.

Pochi minuti dopo il vantaggio etneo, Gomez viene steso in area da Bastrini. La palla è lontana e dalla tribuna pare rigore. L’arbitro Nicoletti di Catanzaro osserva il primo assistente, aspettandosi una segnalazione. Il collega rimane immobile e l’azione continua. A parti invertite, invece, il secondo assistente sbandiera un contatto da rigore su Da Silva, che al 36esimo Paolucci dal dischetto trasforma nel 2-0 finale (e nell’ottava rete personale dal suo ritorno in rossazzurro).

Sotto di due gol e di un giocatore – per l’espulsione di Cazè, per proteste, dopo il rigore – l’Akragas cede le speranze di qualificazione, cullate anche dalla decina di tifosi al seguito. A gara finita esultano i tifosi rossazzurri, ma con moderazione. La squadra saluta entrambe le curve: è un segno di riavvicinamento rispetto alle tensioni della passata stagione. Resta ancora profondo il distacco con la proprietà, invece. La curva Nord nel corso della partita contesta Pulvirenti.