Catania, la protesta dei tifosi vale più di mille (solite) parole

Davide Villaggio

Introduzione

“Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. Diceva così, nel lontano 1957, il Premio Nobel per la letteratura Albert Camus. Una grande verità, che accompagna la vita di chi ama questo fantastico sport e di chi, anche a costo di macinare chilometri, non lascia mai sola la propria squadra del cuore. Un po’ come i tifosi del Catania, da sempre pronti a spingere il club dell’elefante verso la vittoria, anche a costo di perdere la loro stessa vita, pur di provare a raggiungere quella felicità. Carmelo, Fabio, Fabrizio e tanti altri ancora ne sono un esempio forte e nitido. Purtroppo, gioie e soddisfazioni sono un ricordo lontano per i sostenitori del sodalizio etneo, che in questi ultimi anni hanno dovuto subire un continuo susseguirsi di insuccessi ed umiliazioni. Non solo sportive, ma soprattutto morali. Fatti che hanno portato a contestazioni su contestazioni, fino a quella di mercoledì sera in occasione della sfida interna col Bisceglie.

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