Bello il Catania, brutto il rigore, bruttissimo il Torino, orribile l’arbitro

Marco Di Mauro

CATANIA – Le strade possono portare avanti od indietro, lo spazio come il tempo. Me ne accorgo in questo pungente pomeriggio di inizio Gennaio. In cui fa buio presto. In cui la strada che da anni mi porta allo stadio stavolta mi porta indietro nel tempo. Al 5 Gennaio 1984. Quando “Via dello Stadio” smise di portare solo avanti ed indietro verso il Cibali. Quando perciò non ebbe più senso quella scritta, ma un’altra, “Via Giuseppe Fava” quella che oggi, senza neanche un fiore, sarebbe sembrata il macabro epitaffio scritto sulla lapide da chi decretò con quell’ordine la condanna a morta per un siciliano non innocente, no, colpevole, colpevole di giustizia. Giuseppe Fava: Giornalista ucciso dalla mafia (Palazzolo Acreide 15 Settembre 1925 – Catania 5 Gennaio 1984).

La partita, già. Il Torino di Ventura cambia al sole di Sicilia. Smette il 4-2-4 per indossare il 4-3-3 simile, nelle misure, alle vesti che il Catania conferma anche col nuovo anno. Maran recupera Bergessio, sacrificando Castro in panchina. Al posto di Alvarez c’è Bellusci. Il Catania comincia con tanta volontà, il Torino risponde con altrettanto ordine tattico. I granata saturano gli spazi provando a chiudere le linee di passaggio ai rossazzurri che tuttavia, grazie ai piedi buoni di Lodi e Barrientos, riescono a trovare le giuste combinazioni per andare al tiro due volte nei primi 10′.

Primi scricchiolii, tutti gli effettivi del Torino dietro la linea del pallone. Al 13° cambia tutto. Rosso diretto per Lodi, fallo di reazione su Meggiorini. Catania in 10 uomini. Già in questa stagione Bergonzi aveva espulso Alvarez al secondo minuto della sfida contro il Napoli. Potrebbe cambiare tutto, ed invece al 20° passaggio illuminante di Barrientos per Izco, in piena area, Vives lo stende, rigore, manca l’ammonizione, manca soprattutto Lodi, sul dischetto va Bergessio, che centra l’incrocio dei pali. Il vantaggio, nel momento più delicato, sfuma nel modo più doloroso. Nonostante il vantaggio numerico e morale il Torino permane nel proprio attendismo. E’ così Gomez, al 26°, a rischiare il goal con una bordata dalla distanza che costringe Gillet a superarsi in angolo. L’andazzo non muta, al 39° pallonetto di Bergessio a tu per tu con Gillet, ancora una volta provvidenziale a salvare il risultato.

Il primo tempo si chiude senza recupero. Nessun cambio alla ripresa. Al 52° conclusione di Bergessio, Gillet ancora una volta provvidenziale, ripara in angolo. Il Torino vuole spingere. Al 55° grande occasione per Bianchi, a tu per tu con Andujar conclude debole addosso al portiere. Al 56° Ventura chiama fuori l’unico ammonito del suo schieramento, Gazzi. Troppo spazio per Cerci, libero di servire i compagni prima, concludere al 65° in porta, a giro, c’è l’illusione del goal. Al 67° primo cambio di Maran, fuori Bergessio per Castro che al 72° conclude in porta un pallone che Gomez avrebbe dovuto calciare prima e meglio avendo tutto lo specchio della porta a sua disposizione. Al 79° Bergonzi risparmia il secondo giallo a Darmian per fallo tattico su Castro. All’82° fallo da ultimo uomo di Glick su Gomez, solo ammonizione. All’83° Maran espulso per proteste. All’85° conclusione dalla distanza di Salifu. Il Catania chiude in crescendo, Bergonzi manda fuori anche Pulvirenti. I rossazzurri premono fino all’ultimo non riuscendo a trovare il varco per la meritata vittoria che sfuma per un miscela di ingenuità propria, incapacità arbitrale e sfortuna, roba che avevamo immaginato di poter dimenticare con l’anno nuovo, ed invece eccole qua.

Felice il Torino, che se ne torna in Piemonte con un punto in più e davvero poco da raccontare o metter in vetrina.

Be the first to comment on "Bello il Catania, brutto il rigore, bruttissimo il Torino, orribile l’arbitro"

Leave a comment