Buonasera a tutti e ben ritrovati.
Non scrivo da molto, ma vi leggo da sempre...
Siete, forse, l'unica comunità virtuale catanese che non ha paura di guardare in faccia la realtà e non ha interessi per modificarne i lineamenti.
Per questo stasera, dopo molto tempo, mi è tornata la voglia di condividere alcuni spunti di riflessione.
La realtà è, per restare nel tema, un Catania troppo brutto per essere vero, così come prima era troppo bello per essere vero...
L'idea che mi sono fatto è che, in fondo, non è mai stato vero né quando era bello né ora che è obiettivamente troppo brutto.
Allo stesso modo della Reggina dei sogni e del Messina dei miracoli e, probabilmente, del Palermo dei campioni.
Da quelle parti, forse, sono più disillusi e i giochi di prestigio sono durati meno.
Dalle nostre parti, invece, siamo sempre stati bravi a piangerci addosso e a cercare nemici dalla parte opposta a quella da cui proviene il male. A parziale discolpa, non è mai stato facile dover riconoscere di essere stati traditi dal proprio fratello o dal proprio fraterno amico.
Allenatori che, improvvisamente, diventano "scienziati"... Attaccanti che hanno segnato ovunque e che improvvisamente diventano brocchi... La stessa squadra, capace di vincere quasi 10 partite di seguito, che perde in casa con una delle ultime della classe...
Qual è il massimo comune denominatore? Vogliamo giocare a "Trova le somiglianze"?Quanto distano gli schiaffi a Olivera dai goal sbagliati a porta vuota da Calil, da Ripa e, per finire, da Curiale? Quanto si somigliano le papere di Pantanelli con quelle di Bastianoni?
A volte basta staccare i cordoni per invertire la rotta. Non è inevitabile restare ostaggio di pochi.
Basta solo un po' di coraggio, per isolare i prepotenti... E magari non è vero, come sono riusciti per convenienza a far credere, che al momento non c'è nessun altro all'orizzonte. Magari quel Qualcuno, c'è e prima di affrontare con coraggio una lotta difficile e pericolosa contro chi ha convenienza a mantenere lo status quo, aspetta legittimamente a sua volta un atto di coraggio, con una presa di posizione netta e decisa e un taglio netto con i fantasmi del passato...
Invece, tra polemiche e ripicche, "cucche" e disfattisti, patenti di tifoso e metodologia politica dell'interpretaziobe degli schemi di gioco, il segnale che è dato cogliere da chi come me ormai è costretto a osservare da lontano, è un senso di rassegnazione e di impotenza che fa il gioco di quelli che, per un motivo o per un altro hanno un preciso interesse, più o meno lecito, a blindare il passato e a dipingere la situazione presente come "inevitabile".
L'unica verità è che nulla è inevitabile, tranne una cosa... Tutto il resto dipende in gran parte da noi!
Il problema non è solo capirlo, ma anche accettarlo.
A presto, spero...