Vergara-Catania: chiarezza su fatti e strategie. Trenta milioni, cifra giusta per l’affare?

Marco Di Mauro

Sul possibile acquisto del Calcio Catania da parte del messicano Jorge Vergara si legge e si ascolta tutto e, poco dopo, tutto il suo contrario. Dichiarazioni dei vertici di Omnilife – il colosso degli integratori di cui Vergara è proprietario – tradotte o interpretate male, seguite dalle repliche di Finaria, la holding di Pulvirenti. Indiscrezioni giornalistiche che danno Pulvirenti disinteressato a cedere il club, mentre il giorno dopo – dalle stesse pagine – pungolano gli aspiranti acquirenti a formulare un’offerta e comunicarla alla città. Nonostante la  proprietà non abbia mai comunicato il prezzo di vendita.

Lo scenario è piuttosto confuso. Per chiarire ciò che sta succedendo realmente, e ciò che potrebbe accadere in futuro, occorre mettere in luce i punti saldi e gettare un velo su tutto ciò che saldo non è.

Vergara-Omnilife
Il 30 giugno Vergara atterra a Catania e alloggia in un albergo taorminese di proprietà di Pulvirenti. Il resto della truppa che lo segue – pure il figlio, con la compagna – si sistema in un hotel alla Plaia. Durante la visita a Torre del Grifo, Davide Franco – presidente del Catania e del cda di Finaria – risponde ai consulenti dell’imprenditore messicano in merito alle passività nel bilancio del club. L’interesse di Vergara a comprare il Catania e Torre del Grifo c’è da diversi mesi, ma la parola trattativa potrà essere usata solo quando verrà fatta un’offerta. Non ancora. Entro due settimane, dice Vergara. Che dalla risposta di Finaria potrà misurare la disponibilità di quest’ultima a cedere.

Pulvirenti-Finaria
Il Catania è in vendita da luglio scorso, ma solo a settembre – tre mesi dopo – viene definito il prezzo. La somma non è diffusa per scelta del club. A occuparsi delle manifestazioni di interesse è chiamato lo studio legale Abramo. Oltre alle credenziali economiche, agli aspiranti compratori sono state richieste pure credenziali “morali”. Nell’ordine si sarebbero fatti avanti – per poi fare perdere le tracce – una cordata catanese, una fiduciaria svizzera, un imprenditore argentino. Il solo interesse concreto, precedente a quello di Vergara, è di un imprenditore siciliano che, scoraggiato, ha desistito dopo i primi confronti con la proprietà. Quest’ultima aveva comunicato l’intenzione di scorporare Torre del Grifo dalla cessione, in modo da offrire un pacchetto meno caro e attrarre acquirenti. Ma non vi sono state più comunicazioni ufficiali in merito a questa operazione.

La strategia dell’acquisto
La possibilità di acquistare il Calcio Catania rientrerebbe nella strategia che lo studio Catarasso sta preparando da mesi e che è finalizzata all’introduzione nel mercato italiano dei prodotti Omnilife. La rete di vendita, la struttura manageriale, la popolarità dei prodotti non andranno a regime immediatamente. È necessario del tempo: non mesi ma almeno qualche anno. Proprio questo potrebbe spiegare l’interesse del gruppo – strategico e pure economico – a rilevare non una squadra già al vertice del calcio, ma che in serie A potrebbe arrivare negli stessi tempi necessari a Omnilife Italia per essere pienamente operativa e competitiva.

La programmazione
Se oggi Vergara ha tanti milioni a sua disposizione è perché, in passato, non li ha mai buttati ma investiti per ricavarne di più. In Messico, poco dopo avere acquistato il Chivas, dà il via al progetto stadio. Una struttura di proprietà che, nel medio periodo, garantisce introiti importanti. Anche la valorizzazione dei calciatori sudamericani potrebbe valere un ritorno economico considerevole. Oggi il Chivas vende i suoi talenti ai club europei, dove il loro valore raddoppia o triplica. Un passaggio dei calciatori al Catania, dove i sudamericani hanno dimostrato di potere mettersi in mostra, potrebbe significare monetizzare meglio al momento della loro cessione.

Il costo del Catania

Prima che riprendesse il potere all’interno del club, Pietro Lo Monaco invita Pulvirenti a compiere «un atto d’amore» e cedere il club a zero. Impegnando il compratore a colmare i debiti. Pare invece che il Catania – anche con Lo Monaco al suo interno-, abbia un costo elevato: 60-70 milioni di euro. Prezzo – non confermato dal club – che sarebbe imputabile principalmente al centro sportivo. Torre del Grifo è costato circa 60 milioni, vero. Ma il Catania ne deve ancora versarne oltre 20 al Credito sportivo per estinguere il mutuo. L’ultimo bilancio, tra l’altro, indica perdite di diversi milioni. Somme che, se sottratte, avvicinano il totale richiedibile ai 30 milioni che Vergara sarebbe disposto a impegnare nell’investimento.