Pulvirenti rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta Wind Jet

Marco Di Mauro

Un altro rinvio a giudizio pende da oggi sulla testa di Antonino Pulvirenti. Il proprietario della holding Finaria, nonché patron del Calcio Catania, dovrà rispondere in dibattimento dell’accusa di bancarotta fraudolenta per quel che riguarda le vicende correlate al crac della compagnia area Wind Jet. Oggi, al tribunale di Catania, la giudice per le indagini preliminari Gaetana Barnabò Distefano ha accolto la richiesta del pubblico ministero Alessandro Sorrentino.

Il magistrato che rappresenta l’accusa è lo stesso che, lo scorso settembre, ha ottenuto il rinvio a giudizio di Pulvirenti per quel che riguarda lo stralcio dell’inchiesta Treni del gol. Cambiata la gip e pure l’accusa – per lo scandalo scommesse è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva – l’epilogo non cambia. Il processo proseguirà, a differenza di quanto richiesto dalla difesa, in fase dibattimentale. In caso di condanna – senza tenere conto delle possibili aggravanti come delle possibili attenuanti – il patron del Calcio Catania rischia fino a 10 anni di reclusione oltre al pagamento di una quota parte delle richieste risarcitorie, che non sono state ancora fissate.

L’accusa sostiene «che quando il tribunale fallimentare aveva già omologato il concordato preventivo coi creditori di Wind Jet, la società avrebbe distratto del patrimonio sociale presso altre società che, in realtà, – spiega Elisa Dimattea – facevano sempre capo a Pulvirenti». L’avvocata del Codacons, che è stato ammesso tra le parti civili nel processo insieme all’Inps, aggiunge: «La condotta della Wind Jet ha provocato danni considerevoli ai creditori, perché i termini del concordato prevedevano una liquidazione per i creditori del 5 per cento». Lo scenario ricostruito dagli inquirenti, il 29 gennaio 2016, ha fatto scattare l’ordine di arresto per Pulvirenti.

Il patron del Calcio Catania era tornato libero solo qualche mese prima, dopo essere stato arrestato e posto agli arresti domiciliari per la vicenda delle gare di serie B che avrebbe tentato di comprare per favorire la salvezza della squadra rossazzurra (poi retrocessa con penalizzazione in Lega Pro dalla giustizia sportiva). Nel processo Wind Jet insieme a lui sono indagati l’ex amministratore delegato della compagnia Stefano Rantuccio, il componente del cda Angelo Vitaliti (che in passato è stato pure vice presidente del Calcio Catania) e altre 13 persone. L’inchiesta, chiamata Icaro, è iniziata nell’estate del 2012, quando Wind Jet ha spento i motori lasciando a terra migliaia di passeggeri. Successivamente è stata ammessa al concordato preventivo sulla base di un passivo stimato in oltre 238 milioni di euro. Di questi, secondo gli inquirenti, almeno 160 sarebbero stati determinati da «operazioni dolose compiute a partire dal 2005».