STAMPA- Cosenza, voglia di riscatto a Catania

Redazione

Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il Cosenza è pronto a ripartire (Quotidiano del Sud)

“Dopo il ko contro il Siracusa al “Marulla”, i rossoblù vogliono rifarsi a Catania. La squadra etnea è tra le migliori come organico, ma non è riuscita a decollare

“Testa bassa e tanto lavoro: questi gli ordini del tecnico De Angelis ai suoi ragazzi, quando mancano soltanto tre giorni alla trasferta di Catania contro la squadra rossazzurra e l’allenatore romano ha in mente soltanto i tre punti. Lontano dal “Ma – rulla”, inoltre, la squadra silana ha raccolto risultati piuttosto positivi sotto la gestione dell’ex terzino sinistro, uscendo sconfitta – peraltro immeritatamente – soltanto dal “Giovanni Paolo II” di Francavilla, al termine di una partita decisamente strana e fatta di 17 conclusioni verso lo specchio della porta pugliese, poi tre pari (Vibo, Caserta e Pagani, contro tre squadre prese in momenti di forma ottimi ma estremamente differenti tra loro) e tre vittorie (Taranto, Melfi e Monopoli), per un totale di 12 punti raccolti. E sabato sera si vivrà per la seconda stagione consecutiva uno stadio che, fino a neanche troppo tempo fa, era teatro di vittorie contro squadre di ben altra caratura: al “Massimino”, infatti, sono cadute l’Inter del Triplete (3-1), la Roma di Montella (2-1), quella di Zeman (1-0), mentre la Juventus del primo anno di Antonio Conte non è andata oltre il pareggio (1-1). La caduta verticale della società etnea dopo lo scandalo del 2015, quando il presidente Pulvirenti confessò di aver comprato alcune partite di Serie B per evitare la retrocessione sul campo in Lega Pro (retrocessione che sarebbe infine giunta a tavolino al termine della stagione, ndr), non ha coinciso con la voglia di fare le cose in grande da parte dei piani alti: gli acquisti di Bergamelli, Russotto, Marchese, Biagianti, Mazzarani, ma anche quello di Demiro Pozzebon, sono indice di un potere economico che poco ha a che fare con queste categorie.