Noi con la voce: «Ai play off il Catania sarà il primo avversario di sé stesso»

Alessia Lo Monaco

Archiviato il campionato e conquistato il secondo posto, il Catania si prepara ad affrontare i play off partendo dai quarti di finale. Blasone e qualità della rosa mettono i rossazzurri tra le principali candidate al salto di categoria ma la promozione dipenderà dalla fame che dimostreranno di avere in campo i giocatori e dalla loro tenuta psicofisica. La pensa così Luca Pollino, protagonista della nostra rubrica “Noi con la voce”.

Con il 6-1 al Rende il Catania chiude il campionato collezionando il maggior numero di reti e di vittorie tra i gironi. Che giudizio dai a questa stagione?

«I numeri parlano chiaro: il Catania ha disputato un buon campionato e ha ridato a noi tifosi quel gusto di vittoria che mancava, ormai, da troppi anni. Poteva essere un ottimo campionato se, nei momenti cruciali, il Catania avesse dimostrato quella maturità necessaria nel saper gestire la pressione di chi il campionato lo voleva vincere a tutti i costi. In primis, le partite con la Juve Stabia e poi quella con il Trapani sono la fotografia di una squadra che non ha saputo gestire il vento in poppa che l’avrebbe portata a giocarsi la vittoria finale al fotofinish con il Lecce».

Brodic domenica ha avuto l’occasione per mettersi in mostra, segnando le prime due sue reti con la maglia rossazzurra. Potrà essere l’arma in più del Catania?

«Brodic potrebbe essere il futuro del Catania perché ha dimostrato, contro il Rende, una tecnica individuale importante ed un senso tattico da giocatore di prospettiva. Sicuramente sarà un’alternativa importante a Curiale e Ripa, sperando che entrambi arrivino a disputare i play off in condizioni psicofisiche più che buone».

Con la vittoria di domenica il Catania conquista il secondo posto e accede ai quarti di finale di play off. Quanto credi possibile una promozione in B?

«Ci credo e ci spero ad una promozione tramite i play-off: sulla carta, siamo la squadra da battere, sia per i giocatori che abbiamo in rosa, sia per il blasone; è pur vero che non si vincono campionati con i giocatori più forti o con il blasone ma, a bocce ferme, se il Catania dimostrerà la propria fame sul campo, sono certo che abbiamo altissime probabilità di tornare in categoria a noi più appropriate».

Chi sarà secondo te il giocatore determinante per i play off?

«Spero che il Catania venga preso per mano dai cosiddetti “senatori”. Mi riferisco a Lodi, Biagianti, Marchese, Curiale e Mazzarani; ma se devo fare un nome su tutti, spero che siano i play off di Ciccio Ripa».

Quale delle formazioni nel tabellone play off ritieni più temibile, per il Catania?

«Credo che bisogna tenere sott’occhio, oltre il Trapani, squadre come l’Alessandria, il Pisa, il Siena e alcune outsider come Pordenone, Reggiana o lo stesso Cosenza; anche se, per assurdo, dico che l’avversario numero uno potrebbe essere proprio il Catania. Tutto dipenderà dalla mentalità con cui affronteranno i play-off: qualora dovessero associare una tenuta psicofisica di alto livello, credo che potremmo ritornare a festeggiare in Piazza Europa…».

Secondo te la mossa di inserire nel gruppo dei mental coach è quella migliore per risolvere i problemi di “pressione” sofferti dalla squadra?

«Oggi il calcio è cambiato. Molte squadre blasonate che vincono in Europa e non, hanno come figura fissa quella del mental coach; allenare la mente, lavorare sull’autostima del giocatore, migliorare la postura, sono concetti che, nel calcio moderno non vanno sottovalutati. Tutto dipende dall’approccio che avranno i giocatori nell’accettare queste nuove figure; se Biagianti & C. dimostreranno la massima disponibilità nei confronti dei mental coach, sono sicuro che potrebbero risolvere quello che per tutto l’anno è stato il più grande avversario del Catania: il Catania».