STAMPA/Serie A- Lotito in politica, Napoli -2 e..

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Petkovic fa sul serio (La Gazzetta dello Sport)

“«Vogliamo vincere Non è così difficile»

“Il tecnico: «Con poche partite si arriva in fondo Ma questa Lazio deve ancora diventare grande»

“C’è un’autostrada davanti: il Siena oggi, semmai il Catania il 9 gennaio, poi si parlerebbe già di semifinale. «Ma la squadra di Iachini è un avversario che non possiamo decifrare, proprio per via del cambio di allenatore, una brutta moda che mi auguro finisca — ancora Petko —.Per fortuna però siamo abituati a pensare a noi stessi». Maguai a pensare di essere diventati perfetti dopo la vittoria sull’Inter. «È stata la svolta? Una delle svolte. Ma la Lazio deve ancora diventare grande. Di sicuro ora cominciamo a convincere gli altri e la classifica si è fatta interessante. Però grandi si diventa con la continuità di risultati. Grande davvero è una squadra che ha lo stesso rendimento tra casa e fuori e che poi arriva a vincere». E invece tra Olimpico e gare esterne la differenza si vede ancora: «Ma anche fuori casa non si sono viste cose tanto brutte. Lo 0-0 di Bologna? Si è visto quello che ha fatto la squadra di Pioli a Napoli…».

Assalto ai veronesi Lacrimogeni e stop di 3’ (La Gazzetta dello Sport)

“PRE-GARA AGITATO: 4 IDENTIFICATI. DANNI ALL’ILLUMINAZIONE DELLA TORRE CHE PORTA AL 3˚ ANELLO

“Solo una volta entrati allo stadio i sostenitori nerazzurri, e tornato l’ordine. Spaccato per qualche istante dai tifosi veronesi che hanno creato disagi agli steward ai tornelli costringendo di nuovo le forze dell’ordine a lanciare fumogeni e lacrimogeni (e da qui si e arrivati alla sospensione di 3’ delmatch). Un primo bilancio parla di 4 tifosi identificati (3 interisti e un veronese) e di qualche agente lievemente ferito. In piu, danni all’impianto di illuminazione nella torre 9 e a una telecamera di Inter Channel.

«La Serie A è alterata» I giudici: «Par condicio» (La Gazzetta dello Sport)

“Nessuna sorpresa: Cannavaro e Grava fuori 6 mesi Il club: «Sentenza tardiva». Azzurri a 10 punti dalla Juve

“Non è stata una sorpresa la penalizzazione di 2 punti in classifica alNapoli (che ora è a 31, a -10 dalla Juve), ma la società grida allo scandalo e affida il commento e la speranza in un ribaltamento della sentenza «ai prossimi gradi di giudizio » perché «non si possano alterare irrimediabilmente i campionati in corso di svolgimento ». Il senso è che ci si aspetta un maxisconto soprattutto dal Tnas del Coni, ormai un vero e proprio scontificio di massa che allo stesso presidente del Coni, Petrucci, fa «ammettere »: «Non posso entrare nel merito della sentenza, è il primo tempo del processo e noi, come la Federcalcio, rispettiamo l’autonomia della giustizia sportiva. Ci sono altri gradi di giudizio, per cui io sto al mio posto».

Domani si vota il presidente Il 28 c’è la B (La Gazzetta dello Sport)

“Gli schieramenti alla vigilia delle elezioni di domani in Lega sono ancora variabili. Andrea Abodi conta su 12 voti, Ezio Maria Simonelli su 6, resterebbero da assegnare gli ultimi due. Ma se aggiungiamo 4-5 società incerte e Lazio e Cagliari che sostengono il presidente uscente Maurizio Beretta, i calcoli non quadrano affatto: la somma è superiore alle 20 di A. Cosa significa? Che l’uno o l’altro candidato, o tutti e due, sono troppo ottimisti. Quel che appare certo è che il quorum di 14, necessario per essere eletto presidente, sarà domani un ostacolo duro da superare. Tra le grandi Juve, Inter e Roma sono pro-Abodi,

Rossi: «Spero non servano sberle» (Il Corriere della Sera)

“Alla sua «prima» da allenatore della Samp, Delio Rossi si è trovato a parlare di Firenze e, inevitabilmente, della sberla rifilata ad Adem Ljajic nello scorso maggio: «Per me quella è una storia chiusa. Ho chiesto scusa a tutti ». Poi, riferendosi alla Samp, sorridendo: «Mi auguro che questa squadra non abbia bisogno di schiaffi. Ma nel caso, avete visto, ne sono capace».

I guasti della giustizia a rate c’è chi gioca e chi sta pagando (Repubblica)

Tanti fuori, altri ancora da processare: per gli stessi reati

“Conte ha scontato i suoi 4 mesi. Ma da Mauri a Ranocchia, molti restano in attesa di verdetto

“Sostiene oggi il Napoli che con la squalifica comminata ieri si siano “alterati irrimediabilmente i campionati in corso di svolgimento. Ogni eventuale decisione va presa prima che inizi un torneo o al termine dello stesso”. Ma è davvero così? C’è qualcuno che sta alterando il campionato? Effettivamente per come funziona in Italia la giustizia sportiva, le regole non sembrano uguali per tutti. Ad aprile scorso il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, prometteva «tolleranza zero e processi sportivi in tempi rapidi». Non si volle fare un maxi processo né un’amnistia come propose il procuratore di Cremona. La strategia, visti i risultati, non è stata però eccellente. Prendiamo il caso del Napoli: la chiusura dell’indagine penale è del 30 maggio scorso. Da allora Palazzi aveva a disposizione tutti gli atti: la sua istruttoria è stata minima eppure c’è stato bisogno di sette mesi per arrivare a una condanna. Un tempo infinito se si pensa cosa è accaduto al Lecce. Il 10 maggio il capo degli 007 della Figc incontra il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati. Ad agosto il Lecce era retrocesso in serie C. Una decisione molto più complicata di una piccola penalizzazione. Che differenza c’è tra il Lecce e il Napoli?

UNA GIUSTIZIA DA RIFORMARE AL PIU’ PRESTO (Il Corriere dello Sport)

“Se ogni sentenza crea puntualmente un vespaio, almeno su un punto siamo tutti d’accordo: questa giustizia sportiva va riformata in fretta. Sotto il profilo organizzativo, delle risorse, nonché nel suo impianto normativo. Oggi il calcio, ma in realtà tutto lo sport, deve confrontarsi con il pericoloso fenomeno delle scommesse, che non è più nelle mani di un oste e di un fruttivendolo, come nell’80, ma della criminalità internazionale. Non ci sono confini nè limiti per chi vuole truccare una partita. E allora, prima domanda: è possibile che il calcio continui a fronteggiare questo fenomeno mondiale e destabilizzante con una schiera di volontari? E’ immaginabile che la prevenzione (?) e le indagini siano svolte da persone degnissime ma che lo fanno nei ritagli di tempo? Vada per i collegi giudicanti, formati da professionisti di valore, ma la Figc deve dotarsi di una squadra di esperti che indaghi, sorvegli, accerti con la necessaria sollecitudine. I deferimenti tardivi e affannosi del procuratore Palazzi sono diventati proverbiali, alcuni arrivano anche dopo un anno. Una macchina così delicata e fondamentale si ingolfa inevitabilmente. E invece, come servono gli arbitri per giocare, ormai serve una struttura a tempo pieno che interagisca con le forze di polizia e svolga le indagini nei tempi giusti. Anni fa è stato unificato il vecchio Ufficio Indagine con la Procura: la scelta non ha dato risultati apprezzabili. Prima il Procuratore esaminava l’istruttoria e decideva se deferire; oggi si sdoppia, fa entrambe le cose e così salta un filtro, un controllo.

«Orgoglioso della mia Lazio e crescerà» «Voglio aiutare l’Italia: scendo in politica» Il presidente: Non sarò ricordato solo per il salvataggio ma punto a riportare la squadra ai successi del passato «Ho dato la mia disponibilità, ci sono alcune richieste E non ci sarebbe conflitto di interesse con la Lazio» (Il Corriere dello Sport)

“Tre ore e mezzo in redazione. Per parlare di tutto. Partendo dalla Lazio. Claudio Lotito ha mantenuto la promessa e ha accettato di partecipare al forum al nostro giornale. Un fiume in piena. Il piacere di parlare della sua Lazio, ma soprattutto la capacità di non dire ciò che per lui potrebbe essere sconveniente. Sorride, ammicca, si concede qualche pausa solo per un toast, visto che i mille impegni lo hanno portato a saltare il pranzo. E poi riprende, con la solita vis polemica, con la voglia che non si placa di cambiare il mondo. Non solo quello del calcio. Lotito si sente a suo agio, ora che la Lazio veleggia verso il vertice, ora che ha trovato in Klose il condottiero che ha inseguito per anni. Il presidente della “prima squadra di Roma” fa rivelazioni interessanti, a cominciare da quella di essere intenzionato ad accettare uno degli “innumerevoli” inviti a scendere in politica. Lo farà senza trascurare la Lazio, ma cercando già il modo di far coesistere mille attività, che lo costringono a rispondere in continuazione ai quattro telefoni cellulari di prima generazione dei quali non si libera mai. Lotito è un personaggio vero, con le sue intemperanze, le sue spigolosità. Un dirigente che è entrato nel mondo del calcio senza bussare, ma che oggi è uno dei leader ascoltati della malandata Confindustria del calcio. Ha salvato la Lazio dal fallimento e sta cercando di tenerla stabilmente nell’elìte del campionato. E’ pronto ad investire per farla ancora più forte. Ma la sua partita continuerà a giocarla anche fuori dal campo.


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