STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Gare il 26 dicembre La Lega ha detto no (Il Corriere della Sera)

“Non è sempre vero che sono i calciatori a voler restare in vacanza in coincidenza con le feste di fine anno. La Lega di serie A, prima di annunciare le date della prossima stagione (c’era anche la possibilità di assegnare la Supercoppa con partite di andata e ritorno), hanno bocciato una doppia proposta del Sindacato calciatori, che aveva chiesto: 1. Inizio del campionato il 18 agosto e non il 25, un modo anche per aiutare chi giocherà i preliminari delle coppe europee; 2. Tutti in campo il 26 dicembre, sul modello inglese (e del fortunato esperimento della Lega di B). In cambio, avevano chiesto una settimana in più di vacanze a fine anno, per compiere un richiamo della preparazione, che sarebbe stato particolarmente utile (e non soltanto per gli azzurri), visto che la stagione finirà con il Mondiale in Brasile. Invece si parte il 25 agosto e la sosta di fine anno sarà di appena 13 giorni (si gioca il 22 dicembre e il 5-6 gennaio). Uno stop ridotto ai minimi termini come quello di questo campionato. Un’occasione persa

Ilcolpo diMou (Repubblica)

“Champions, gli spagnoli passano 2-1 a Manchester in un match condizionato pesantemente dall’arbitro. Red Devils avanti, poi l’espulsione di Nani cambia tutto: decidono Modric e Ronaldo

“Undici maglie rosse, e purtroppo un cartellino dell’identico colore. Quello che un pessimo arbitro turco sventola sul muso del portoghese Nani, espulso senza motivo per eccesso di zelo, o forse peggio. Poco più di mezza partita, e la partita finisce. Il teoricamente sublime Manchester United-Real Madrid va a ramengo così, quando gli inglesi stanno vincendo per 1-0: restando senza motivo in dieci, il Manchester impiega una manciata di minuti per affondare sotto i colpi di Modric e, inevitabilmente, Cristiano Ronaldo per la prima volta all’Old Trafford da avversario, curatore fallimentare, boia e anatomopatologo. Una prece. Mourinho questa volta chiude con stile: «Indipendentemente dall’episodio del rigore, ha perso la squadra migliore ». Peccato, però. Già era crudele dover comunque perdere negli ottavi una squadra bellissima, qualunque fosse, e non è mai piacevole che un verdetto puzzi d’ingiustizia. Finché la gara era rimasta in equilibrio, non aveva tuttavia mantenuto troppe promesse di spettacolo, ma non era stata avara di passione, e il gol dei rossi l’aveva infiammata di possibilità. Sul più bello, l’arbitro Cakir l’ha decapitata. Però il Manchester una colpa ce l’ha: avere escluso Rooney. A volte anche i miti come Ferguson appaiono stanchi e logori. Tale è stata l’attesa planetaria di meraviglie, che questo sentimento ha finito col legare la partita per molti minuti. E sir Alex ci ha messo del suo nello spalmare una specie di melassa tattica a centrocampo, dove si sono vorticosamente mossi incursori, guastatori, ali e mezzepunte incollate al Real, un minuetto reso possibile dal sacrificio iniziale di Rooney (inconsolabile ma più che altro stupefatta la sua consorte Coleen, che di botto consegna a Twitter un virgolettato inequivocabile: «Wayne non parte titolare, non ci posso credere!» Impossibile darle torto). La vera bellezza, morale e non tecnica, è arrivata subito, quando lo speaker ha letto la formazione del Real Madrid facendo una pausa prima di gridare nel microfono «Welcome back!» a Cristiano Ronaldo: il numero 7 si è battuto il pugno sul cuore, e insomma questa è una scena che nel nostro isterico universo sarebbe impossibile. Accanto al ritorno del portoghese all’Old Trafford, il memorabile primato di Ryan Giggs, quarant’anni e mille partite da professionista: una leggenda capace addirittura di rincorrere e superare proprio Ronaldo al minuto numero 40, come se il ragazzino fosse lui, e probabilmente lo è.

Cellino solo come il suo stadio “Tenuto al freddo e senza cucina” (Repubblica)

Ai domiciliari in una cascina priva anche di acqua calda

“L’acqua almeno non manca, la porta alla cascina il rio Cixerri, solo che è sempre gelida e i riscaldamenti, a parte una stufa sfondata, non ci sono. Il cibo, invece, scarseggia, perché le cucine non sono mai state ultimate, niente frigoriferi, niente fornelli. Per fortuna c’è quel buon diavolo del custode che ogni giorno con la sua utilitaria raggiunge il ristorante più vicino, a Villamassargia e torna con qualcosa di caldo incartato nella stagnola. Se gliel’avessero detto quest’estate, che sarebbe finita così, con una surreale detenzione in una comunità di recupero a 50 chilometri da Cagliari, Massimiliano Cellino si sarebbe fatto una grassa risata. Era a Miami, lui, quest’estate, in contatto costante con i suoi uomini che, nel frattempo, a Cagliari, anzi a Quartu Sant’Elena, stavano costruendo il suo nuovo stadio: dovevano sbrigarsi perché quelli della prefettura, al ritorno dalle vacanze, avrebbero dovuto trovare tutto fatto. Ma la vita, specialmente quella di un tipo originale ed eccentrico come Cellino, può essere davvero imprevedibile: tornati dalle vacanze, quelli della prefettura hanno trovato tutto fatto, in effetti, ma non gli è piaciuto per niente. E così, adesso, il panorama del presidente è variato di parecchio: invece del lungo mare di South Beach, c’è un casolare diroccato e trentacinque ettari di entroterra sardo, un deserto brullo di solitudine e malinconia da condividere con il solo altro abitante della zona, il solito custode. «Quella cascina è inagibile», denuncia il sito del Cagliari calcio, scontrandosi contro la sentenza del tribunale del riesame che invece, considera quella struttura funzionante, tanto da avervi destinato – di propria iniziativa – un ospite “vip” come Cellino.

Le mosse di Mazzarri perlo sprintscudetto (La Gazzetta dello Sport)

“Senza coppe, il tecnico puòpreparare le ultime 11 gare con allenamenti mirati: è il suo metodo di lavoro ideale

“Venerdì con la Juve si è chiuso un ciclo terribile, ma da lunedì (addirittura con un giorno di anticipo) si è aperta nuovamente la settimana tipo di lavoro. Sarà una costante da qui alla fine del campionato, un’occasione da sfruttare per blindare il secondo posto e provare ad inseguire ancora il sogno scudetto. Ieri Mazzarri ha parlato a lungo alla squadra, come è solito fare il martedì. Oggi comincerà la vera preparazione in vista del Chievo, che nei prossimi giorni sarà studiato nei minimi dettagli attraverso i filmati (preparati dal vice Frustalupi) che saranno mostrati alla squadra e sui quali verrà poi impostato il lavoro tattico sul campo. Venerdì ci sarà la scelta della formazione con la consegna delle pettorine e gli schemi da mandare a memoria, sabato una seduta più leggera, dedicata anche alle palle inattive. Nulla sarà lasciato al caso, soprattutto sotto l’aspetto psicologico, perché l’approccio nelle ultime occasioni non è stato dei migliori. Mazzarri ha già detto alla squadra che restano da giocare undici finali e lui pretende che vengano preparate come tali.

Proposta dei club al Consiglio Federale Pene esecutive solo dal secondo grado (La Gazzetta dello Sport)

“Anche ieri audizioni alla Procura federale sul filone Bari bis. E anche ieri una sfilata di «siamo estranei alla vicenda». Ad aprire le audizioni Nicola Strambelli che ha ribadito come «fosse solo nel giro della Primavera» e quindi estraneo a presunte combine. Nicola Belmonte (pur indagato a Bari per la partita col Treviso) fa dire al suo avvocato: «Noi non rispondiamo di nessuna contestazione». Benito Emanuel Rivas ha ribadito che la sua posizione è stata archiviata anche a Bari e come Ranocchia si dice «convinto dell’archiviazione anche sportiva». Infine il tecnico Giuseppe Pillon ha ribadito che da allenatore non si era mai accorto di nulla.

Niente Giampaolo Il Pescara a Bucchi (La Gazzetta dello Sport)

“Salta l’accordo: tocca al tecnico della Primavera Sculli assente: il padre è stato arrestato a Locri

“Pescara non ci si annoia mai. Ieri mattina sembrava tutto apparecchiato per la firma di Marco Giampaolo su un biennale che avrebbe avuto il significato di pianificazione a lungo termine e inizio di una nuova era calcistica. Quando si pensava già alla presentazione del nuovo allenatore, la fumata nera: niente accordo. Giampaolo chiedeva un contratto fino al 2015, o al massimo di un anno inmenomaad una cifra importante che lo blindasse da rigurgiti zemaniani di società e piazza. Il presidente Sebastiani ed i suoi soci hanno dovuto ingoiare un altro boccone amaro dopo quello di Galeone. Immediatamente è stata chiesta la deroga per mandare in panchina (per i prossimi 30 giorni, e poi?) il tecnico della Primavera, Cristian Bucchi, 36 anni (nella foto), da oggi il più giovane della serie A, davanti all’interista Stramaccioni, di un anno più vecchio. Per l’ex bomber di Napoli, Modena, Ascoli e Perugia neanche il tempo di cominciare che è già arrivata la prima grana: Beppe Sculli era assente, ufficialmente per motivi personali, scosso dall’arresto del padre a Locri. Il giocatore, però, questa mattina dovrebbe essere di nuovo in campo con i compagni. «Questi sono suoi problemi personali e vogliamo che resti tranquillo», ha detto l’amministratore Iannascoli.


Be the first to comment on "STAMPA – Accade (non solo) in serie A"

Leave a comment