STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Razzismo tra buffetti e stangate Juve graziata, Lazio senza stadio (Repubblica)

“Il pugno duro è una promessa non mantenuta, l’Italia continua a combattere la sua guerra al razzismo a colpi di cerbottana. Ieri, quattromila euro di multa alla Juventus per lo spettacolo indegno col Catania: quei motivetti odiosi sui “negri italiani” che non esistono e sui vulcani che devono fare strage di meridionali li hanno sentiti tutti, e lo Juventus Stadium, già diffidato, rischiava la squalifica, come ripeteva preoccupato lo speaker. Il giudice sportivo, però, li ha ignorati. Gianpaolo Tosel ha punito il club bianconero per un «coro ingiurioso», al 4’ del primo tempo, «contro un calciatore di altra società». Ingiurioso, non razzista: l’aggettivo più grave non compare, probabilmente perché in quell’unico slogan sanzionato i tifosi augurano la morte a Balotelli — estraneo alla partita: non c’è neanche la timida scusante della trance agonistica — ma senza riferimenti al colore della pelle: dev’essere questo il ragionamento contorto sotteso alla decisione. Il legittimo sospetto è che la giustizia del pallone, dopo aver chiuso un occhio, abbia imparato anche a tapparsi due orecchie: sbarrare lo stadio alla capolista non sarebbe uno spot meraviglioso per il calcio italiano. Il buffetto alla Juve stride con le altre decisioni di ieri. La Lazio è stata multata di 10mila euro per lo striscione in cui i suoi ultrà davano del “maiale” a Platini: due volte e mezzo più grave che offendere Balotelli. Il Genoa di 30mila euro per cori contro SuperMario, in campo a Marassi, costituenti «espressione di discriminazione razziale», anche se ingrassano il conto l’uso di laser, il lancio di accendini e monetine contro Abbiati e l’arbitro di porta, le offese al direttore di gara.

Hamsik non firma la resa del Napoli (La Gazzetta dello Sport)

“Lo slovacco non vuol sentire parlare di crisi e guarda avanti «Contro l’Atalanta interromperemo questa serie negativa»

“Mica facile accendere la luce di una squadra spenta. Marek Hamsik, però, ha il compito di illuminare il Napoli con le sue giocate ed è chiamato a farlo proprio nel momento in cui la condizione fisica dei compagni non è brillante. La sua qualità, abbinata alle doti realizzative di Cavani, ha spinto la formazione azzurra in alto in classifica, ma adesso lo slovacco sembra essersi «imborghesito » ed anche il Matador ne risente. Un solo lampo a Verona contro il Chievo, il lancio lungo a liberare proprio l’uruguaiano davanti al portiere Puggioni nel primo tempo, poi una prestazione molto al di sotto dei suoi standard. In linea, in pratica, con quella della squadra: «Ci aspettavamo sicuramente di più da questa partita», ha detto ieri Hamsik dalle colonne del suo sito ufficiale. Impossibile dargli torto, il Napoli doveva risorgere ed invece ha rimediato la prima sconfitta dopo dieci turni di imbattibilità.

Utilizzo tribuna stadio Archiviato il caso (La Gazzetta dello Sport)

“Il procuratore federa le ha archiviato il procedimento che aveva per oggetto la presunta violazione dell’utilizzo della tribuna centrale coperta, in occasione del la partita Cagliari Catania, del 10 novembre 2012, da parte della so cietà sarda.

E Budan adesso ritrova il sorriso: un figlio in arrivo (La Gazzetta dello Sport)

“La gioia della nascita, Igor e Dina presto potranno di nuovo sorridere; la gioia della nascita dopo la tragedia per la morte di Amber, la figlia di due anni: ora Budan e la moglie aspettano un figlio, un fratellino o una sorellina per Viktoria, 4 anni. «Ho 33 anni, voglio ripartire, sento sempre più forte la voglia di vivere, di avere altri figli», raccontava un mese fa alla Gazzetta. La notizia ha riacceso il sorriso del centravanti dell’Atalanta e della sua famiglia, dopo il dolore una nuova grande gioia.

Moratti ha perso la pazienza Strama-Branca, è quasi addio (Il Corriere della Sera)

«Squadra al collasso. Restano se cambiano i risultati»

“O l’Inter cambia oppure Moratti cambierà l’Inter. Le parole pronunciate dal presidente a metà giornata hanno il sapore di un ultimatum. Domenica sera, Branca si era riconfermato ai microfoni di Sky. Alla domanda «sarà al 100% l’Inter di Stramaccioni e di Branca quella dell’anno prossimo?», il d.t. aveva risposto: «Assolutamente, poi queste cose le decide sempre il nostro presidente, ma per quanto ne so io, questo sarà». La partita con il Bologna ha coinciso con la nona sconfitta in 28 partite ed è arrivata la risposta di Moratti: «Branca ha detto che deciderà il presidente e sono della stessa idea, quindi decido io. Si ragiona per vedere che cosa succede ogni giorno. Per conto mio, mi va bene se tutto rimane così, ma con risultati diversi». È tutta l’Inter (dirigenti, staff tecnico e medico, giocatori) a essere stata messa in discussione da Moratti, che questa volta non ha fatto sconti a nessuno, nel breve vertice di domenica sera, con aggiornamenti in un lunedì tempestoso. Così le parole presidenziali hanno il sapore di un preavviso di congedo per d.t. e allenatore, fin qui difesi ben oltre il difendibile. Dopo aver spinto per Benitez al posto di Mourinho nel 2010, Branca, nelle ultime due stagioni, ha smantellato la squadra, partendo da Gasperini e proponendo un cambio generazionale che tale non è stato e che si è rivelato fallimentare e costoso. Moratti ha sì potuto tagliare il monte ingaggi, ma ha speso molto per acquisti super valutati (Pereira, Silvestre, l’operazione Schelotto, con la cessione di Livaja) o inadeguati (Kuzmanovic).


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