STAMPA – Terlizzi e Di Marzio, consigli per la B

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Terlizzi «spinge» il Catania «In B si vince accelerando» (La Sicilia 2 Giugno 2014)

“Come si vive in Serie B? Se a rispondere è Cristian Terlizzi, ex difensore e leader del Catania, nessuna considerazione diventa banale. Nè tanto meno di circostanza. Terlizzi ha vissuto l’inferno (ma possiamo chiamarlo così? Certo che possiamo) della B, ma è riuscito non solo a districarsi, ma anche a (ri) emergere. Con il suo Trapani ha sfiorato i play off, guidando la difesa di una squadra che aveva poco credito. E che, strada facendo, è diventata non a torto una delle sorprese. Lei tornò in B, a Varese nel 2011, dopo dieci stagioni nella massima Serie. Quasi come il Catania. «E non fu facile adattarsi. Impiegai un mese e mezzo per mettermi in linea con un ritmo differente. Fortunatamente al Varese (allora allenato da Maran, ndr) c’era un gruppo favoloso. Arrivammo fino alla finale dei play off. Io ero reduce dall’esperienza di Catania». Che cosa occorrerà ai rossazzurri per fare valere la propria forza in un campionato diverso? «Personalità, soprattutto la corsa. In B si corre di più e si dovrà correre fino all’ultimo turno. Sarà un campionato estenuante, stressante, insidioso». Soprattutto per il Catania. «Ecco il punto. Chi affronterà il Catania si preparerà a dovere per confrontarsi con una… Juventus. Perché il Catania, tra i cadetti, sarà la squadra da battere. Tutti vorranno fare il massimo e, preferibilmente, spingersi oltre». Rimedi? «Lavoro massacrante in allenamento. Ribadisco la corsa, fondamentale. E il gruppo. Puoi non avere l’attaccante da 25 gol a stagione, ma un gruppo solido, devi costruirlo». Ma il Trapani è emerso grazie anche ai gol di Mancosu. «Ovviamente parliamo di un protagonista vero, assoluto. Ma alle spalle ha avuto un’organizzazione di gioco perfetta: per esempio quest’anno si sono distinti i laterali, Basso e Nizzetto, che andavano a mille all’ora. Poi, il gioco convergeva verso Mancosu e finalizzava le idee di tutto il gruppo». Correre, fare gruppo e… «E avere una panchina importante, all’altezza dei titolari. Non ci devono essere molte differenze. In questo senso, credo che la conferma di Capuano sia fondamentale. Lui potrà dare consigli ai giovani, ma credo che in Serie B potrà anche conquistarsi un posto sia da terzino che da centrale. Ha cuore ed esperienza». Parla di un amico suo. «Amico di mille partite a Burraco. Giocavamo pure con Pesce e con Polito. Quanti ricordi, a Catania». Si aspettava che potesse retrocedere? «No di certo, fino a due turni dalla fine ho sperato, poi ho dovuto arrendermi alla realtà». Il problema sarà, adesso, organizzarsi per vincere anche in trasferta, visto che storicamente, il Catania… «Guardi, le dico che contano i risultati positivi. Anche i pareggi. Alla lunga paga anche il punticino ottenuto… a Carpi. Perché prima bisogna conoscere tutti i giocatori. In Serie A sono tutti famosi, in B c’è il rischio di sottovalutarne alcuni che, al contrario, sono validissimi». E sulla storia dei pareggi? «Sì, sono importanti, perché il campionato dura più di quello di Serie A, perché molte concorrenti accusano momenti di pausa. E la lotta al vertice si risolve sul filo di pochi punti. A volte ci si deve accontentare di un pareggio e non rischiare di perdere».

La Serie B che verrà Incognite, bel gioco e gol «pesantissimi» (La Sicilia 2 Giugno 2014)

“«Il Bologna sarà l’avversario più ostico Brescia e Siena le big. Sorpresa Lanciano»

“Il «Mondiale dei Mondiali» si avvicina e catalizza l’attenzione dei media e degli appassionati di calcio. Il campionato di serie B sembra ancora lontano ma è purtroppo parte integrante della realtà rosso azzurra. Proviamo, tra il serio e il faceto, a riscoprire questo microcosmo. B come Bel gioco… che latita nella serie cadetta. Negli ultimi anni è apparso evidente il calo del coefficiente di qualità complessivo dei giocatori in campo mentre è in crescita l’attenzione delle società sull’organizzazione di gioco attraverso la scelta di allenatori molto preparati e all’avanguardia. Esempio emblematico l’Empoli appena approdato, con merito, nel massimo campionato. I toscani hanno messo in vetrina un’eccellente impostazione tattica con una squadra corta, pressing a tutto campo, linea difensiva alta, senza paura soprattutto fuori casa. Maurizio Sarri è il prototipo dell’allenatore moderno, anche se non è più di verde età: idee chiare, personalità forte ai limiti della presunzione, grande autorevolezza. Ha dimostrato che non servono grandi nomi ma occorre saper assemblare uomini con caratteristiche complementari per arrivare a quell’amalgama così cara all’amatissimo Angelo Massimino. B come Buona volontà. Ce ne vorrà veramente tanta, a cominciare dal ritiro precampionato, fondamentale per acquisire una ottimale preparazione fisico-atletica (l’arrivo di Ventrone è una garanzia in tal senso) e partire a spron battuto in modo da indurre gli avversari alla sudditanza psicologica. L’eccezione è rappresentata dal Palermo di Iachini, che ha dovuto superare l’handicap di una falsa partenza con Gattuso ma ha poi abbracciato la filosofia del nuovo tecnico, fatta di sudore e abnegazione. Essere disposti al sacrificio è determinante in un campionato così lungo, estenuante e pieno di insidie in cui occorre mettere da parte personalismi, egoismo e presunzione a favore dello spirito di gruppo seguendo l’ esempio del Verona e del Sassuolo dell’anno scorso. B come Bomber. Indispensabile averne due da doppia cifra, se si vuole lottare per i due posti al sole ed evitare, possibilmente, la trappola dei play off. Le statistiche e le esperienze personali per aver vinto più di un campionato di B da tecnico e da direttore sportivo ci hanno insegnato che per salire nella massima serie è necessario superare lo score dei 50 gol all’attivo. Prendiamo, ad esempio, giocatori determinanti come Maccarone dell’Empoli di quest’anno oppure Cacia del Verona nel campionato scorso. Per il Catania riuscire a trattenere il Toro Bergessio sarebbe molto importante. Ma gli andrebbe affiancata una seconda punta concreta, poco evanescente, da molto arrosto e poco fumo, tanto per intenderci, che sappia anche lavorare molto sugli esterni, vedi Tavano o Paoletti del Varese. Per non parlare di Mancosu che, da solo, con i suoi 26 gol, ha trascinato la neo promossa Trapani ad un passo dai play off. E’ chiaro che ci si aspetta anche il contributo determinante in termini di gol da parte di centrocampisti e difensori.


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