STAMPA – Crisi Catania, storia da ‘FILM’

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

E’ meglio Pulvirenti o Zamparini? Nei bar dibattito in corso (Sicilia Informazioni)

“Avete visto ed ascoltato l’intervista rilasciata alla Rai dal presidente del Catania, Pulvirenti? Se non l’avete fatto, ove il tempo vi soccorra, è bene che lo facciate, è una lezione di vita. Vale la pena anche se non siete dei tifosi di calcio o non v’importa nulla della sorte della squadra catanese, che – com’è noto – viaggia nei bassifondi della classifica di serie B in barba ai proclami di ritorno alla massima divisione seduta stante […] Una difesa su tutta la linea, che poggia su un fatto incontrovertibile (“Sono io che li ho voluti dove sono, e quindi il colpevole sono io…”), la paternità delle scelte fini qui fatte, cui non si abiura nemmeno sotto tortura. Pulvirenti, dunque, è uomo d’onore. Contrariamente ai suoi colleghi presidenti di società di calcio, lesti a licenziare coach e dirigenti appena assunti, il presidente etneo si attrìbuisce la responsabilità di tutto. Che è pure un messaggio utile, magari arriva anche a Palermo, ma suscita qualche perplessità, in quanto poggia su un assunto: “Il Catania è in corsa per tornare il serie A, la squadra ha quel che serve per vincere le partite…”. Ci ricorda quel film in cui il marito adultero trovato a letto con l’amante dalla moglie, per nulla turbato, spiega ciò che accade e rassicura la moglie sulla sua fedeltà. “Guarda che ti sbagli, non è come pensi…” Intanto nei bar si discute se sia meglio Pulvirenti o Zamparini. Il dibattito è in corso.

CALCIO E…”MAGHI DEL PALLONE”: DISASTRO CATANIA! (Iene Sicule)

“La colpa non è di Sannino – a proposito, ora come la mettiamo, richiamiamo Pellegrino, ingaggiamo Sven Goran Eriksson o chiediamo alla federazione russa il condominio per Fabio Capello? – e in fondo non è nemmeno di questi quattro (o meglio otto/dieci) ragazzotti improvvisati, spauriti, esitanti che scendono in campo la domenica rappresentando nel peggiore dei modi una maglia, una storia, una tradizione, un’intera città. La colpa è di chi li ha portati qui, di chi li ha ingaggiati per vincere il campionato spacciandoli per fuoriclasse, di chi ha pensato di insistere su un progetto fallimentare, riproponendolo nuovamente – perseverare est diabolicum – ai quei poveri 10.000 abbonati e a tutti coloro, e siamo molti di più, che trepidano e si commuovono alla vista del rossoazzurro. Se non si prende atto dell’ennesimo FALLIMENTO, (e siamo a DUE), e non si scende brutalmente coi piedi per terra in tempo reale, se non si prendono immediati e seri provvedimenti – tra questi, LETO A CASA -, si rischia seriamente, la storia ci è maestra, di cadere rovinosamente ancora più giù […]Questa squadra è scarsa, Sannino non è riuscito nel miracolo, il morale è a pezzi, il Catania annaspa, la piazza è giustamente incazzata, la serie A in questo momento un miraggio o una bestemmia, fate voi. E ora che si fa? La risposta del massimo responsabile del sodalizio, Nino Pulvirenti, chiamato a spiegare come quando e perché, sinceramente lascia il tempo che trova. Riteniamo non sia un reato dire quello che si pensa, e che purtroppo corrisponde a dati di fatto inconfutabili, incontrovertibili e impietosamente sotto gli occhi di tutti. Tutti noi vogliamo la serie A, la vogliamo e la invoca a gran voce tutta la città proprio come la vuole fortemente la società calcio Catania: ma una cosa è il desiderio frutto di amore viscerale, altro e la cruda, sacrosanta verità. Per ora purtroppo negativa, fallimentare, disastrosa.


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