STAMPA- Il segreto del Catania vincente

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il segreto di una squadra che ha chiuso la porta (La Sicilia 20 Aprile)

“Puoi segnare quanto vuoi, ma se becchi più gol di quanti ne fai, beh sono sempre dolori. E, allora, festeggiamo con la quarta vittoria consecutiva del Catania, un attacco che segna quasi sempre, che ha tenuto in vita la speranza anche quando tutto sembrava compromesso, ma celebriamo anche una difesa sempre più attenta, sempre più concentrata, capace di reggere anche quando, per forza di cose, Marcolin deve cambiare qualche elemento ed inserire qualcuno dalla panchina. La difesa c’è, e le vittorie cominciano sempre da lì. Detto questo, dato atto a tutti i rossazzurri che hanno giocato nelle ultime settimane dimostrando di esserci con la testa e con le gambe, come non rimettere sugli altari lui, J. F. Gillet, il numero 1. Per maglia. Per definizione. Per vocazione. Signor portierone, uno che prende quasi tutto, anzi diciamo pure tutto quel che è parabile e buona parte di ciò che saerbbe da iscrivere nella categoria dell’imparabile. Lui ci arriva, è lì, vola da palo a palo, salta più alto di tutti, detta ordini categorici alla sua difesa, stabilisce marcature rigide sui calci piazzati. Certo, ogni tanto becca un gol. Ma fa parte del gioco e il gol preso ieri a Latina da Doudou, obiettivamente, appartiene a quei tiri così imprevedibili, così spettacolari, così belli anche da vedere, che proprio non te li aspetti. Gillet, per la verità, c’era, in tuffo c’è andato per cercare di neutralizzarlo, ma non c’era niente da fare, nemmeno per J. F. G. Niente da fare. Ma il Catania ha vinto lo stesso, perché è squadra che segna. Ed ha vinto lo stesso perché quando quelli del Latina ci hanno riprovato, a quel punto nessun Doudou poteva più sorprendere Gillet. Puntuale nelle uscite. Elastico e scattante. Rapido nell’ancipare gli attaccanti, lucido nella scelta del tempo.

Una coppia del gol da libro di storia (La Sicilia 20 Aprile)

Che coppia. Quando si è formata, a gennaio, qualcuno non era completamente convinto che avrebbe funzionato, immaginando l’uno copia dell’altro, più portati i due a pestarsi reciprocamente i piedi che a sovrapporsi, meravigliosamente alternandosi in posizione centrale, incuneandosi a turno, allargandosi con intelligenza e puntualità. Ieri, intanto, Riccardo Maniero ha raggiunto a quota 17 suo compare Emanuele Calaiò, entrambi in vetta alla classifica dei cannonieri, roba che a Catania non si vedeva da anni. Bravi attaccanti sì, certo, ma raramente “gemelli del gol”, anche perché il calcio ormai impone qualcosa che sta a metà tra strategie tecniche e tattiche differenti rispetto al passato e, soprattutto, operazioni di mercato equilibrate, in cui si bada, e tanto, alle spese e ai costi. Il Catania costruito in estate come sappiamo, ricostruito in inverno con altra filosofia e nella speranza di recuperare il recuperabile o di salvare, quanto meno, il salvabile, ha strappato Rick Maniero al Pescara, dove spopolava, per metterlo accanto a Calaiò. Operazione di quelle ardite, leggermente spregiudicate, se vogliamo, ma questo è il calcio, così Maniero è arrivato a Catania, così è andato a prender posto accanto all’arciere. E da lì pronti via. Cinque gol, con quello segnato oggi. Gol importanti, anche perché Maniero oltre a saper segnare, prima di tutto lotta, sgomita, si batte, combatte. Non molla mai. Fior d’attaccante, sistemato accanto ad un leader naturale come Calaiò, oppure accanto o davanti ad un fantasista straordinario come Rosina. Sacrificato qualche volta, per lasciar spazio all’estro di Lucas Castro, ma pienamente recuperato ogni volta, sotto il profilo psicologico e sotto quello del rendimento. E, poi, per provare ad accelerare, per non lasciare nulla di intentato, ovvero innanzitutto per guadagnarsi la salvezza, Marcolin ha elaborato la formula giusta con un attacco al fulmicotone, tutti dentro. Maniero, Calaiò, Castro, Rosina. Senza sbilanciarsi, anzi cercando a trovando un bilanciamento quasi perfetto.