STAMPA- Pulvirenti in panchina, aspettava la svolta..

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Aspettare in panchina una svolta che non c’è Parafulmine. (La Sicilia 23 Febbraio)

“Stavolta ne era quasi certo, se la sentiva il presidente. Stavolta si svolta, si vince, dopo la maledizione del pareggio contro il Crotone, con quell’arbitraggio infame. Solo tre punti a Pescara potevano far smaltire la rabbia, e che rabbia. Pulvirenti era convinto che la sua squadra avrebbe dimostrato di aver cambiato pelle, carattere, scorza, determinazione e che alla prima occasione utile fuori casa l’avrebbe dimostrato. Si è seduto in panchina all’Adriatico. Ha seguito la partita con la solita apprensione, la carica, le smorfie, la passione, i riti. E fino al 90′, anche se non tutto era andato per il giusto verso nella partita che si stava concludendo 0-0, ancora sperava, ancora. Invece al minuto 92 Martinho spara alto un pallone da due passi e un minuto dopo Sansovini mette dentro un pallone da trenta metri. Ma si può? Delusione, rabbia, silenzio. Per il presidente un boccone amarissimo, per lui che non ha mai smesso di credere un anno fa nella salvezza, sfuggita per un nulla alla fine, e che nel girone d’andata mentre la squadra naufragava ha lasciato che si scaricasse su di lui l’ira funesta e comprensibile dei tifosi, evitando che la contestazione attaccasse quel gruppo estremamente fragile e vulnerabile e, in buona parte, da epurare alla prima occasione utile. Ha taciuto per mesi perché non poteva dire, perché sarebbe stato più dannoso farlo che tacere, aspettando i fatti, il mercato, la rivoluzione […]Lui non si arrende, il problema è che ieri a Pescara non s’è visto il Catania che dovrebbe piacere davvero al presidente, non quello che lotta davvero su tutti i palloni, non quello che può ribaltare il tavolo di una stagione storta. E allora che fare, presidente?