Castro e Martinho, dove li metto? Due armi in più o di troppo?

Fabio Di Stefano

Da titolari intoccabili a riserve di lusso. Parliamo di Castro e Martinho, due giocatori che ad inizio stagione erano indicati come tra i protagonisti di un’annata che si prospettava vincente e che invece è stata sinora  ricca di delusioni, con la fondata speranza però, nutrita dal cambio di passo successivo al mercato di Gennaio, di scalare rapidamente la classifica.

L’inizio di stagione è stato certamente migliore per Martinho che, pur quasi mai impiegato nel proprio ruolo, ha fornito prestazioni giudicate quasi sempre sopra la sufficienza, condendole con tre reti, prima di essere costretto a fermarsi per uno stiramento. Anche Castro è stato fuori a lungo a causa di un’ intervento per rimuovere un’ernia ma, nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa, quasi mai è stato all’altezza della situazione.

Con l’avvento di Marcolin in panchina, ed il massiccio intervento sul mercato che ha stravolto la rosa, è stato accantonato lo “storico” modulo 4-3-3, marchio di fabbrica del Catania delle ultime stagioni, in favore del 4-3-1-2. In questo contesto, appare di difficile collocazione Martinho. Il brasiliano può ricoprire l’intera zona sinistra del campo: può agire come terzino in una difesa a quattro, come esterno di centrocampo in un 4-4-2 o come terzo attaccante in caso di 4-3-3.

Nel modulo attuale potrebbe essere impiegato come quarto difensore a sinistra ma, avendo meno attitudini difensive rispetto a Mazzotta, la soluzione potrebbe essere adattata quando vi sarà da recuperare il risultato.

Più facile sembra invece ricollocare Castro, giocatore duttile che già in passato è stato utilizzato in più ruoli. L’argentino può essere schierato come mezz’ala, soluzione adottata più volte da Maran nel primo anno di Castro in Sicilia, come trequartista o come seconda punta alle spalle di uno tra Calaiò e Maniero. Inoltre potrebbe risultare decisivo a partita in corso, come lo è stato in passato.

Ecco, proprio “Pata” potrebbe essere il vero jolly di questa seconda parte di stagione, il “tredicesimo” uomo, in grado di entrare in corsa e “spaccare” le partite.