Catania, il tonfo nel derby tra approccio sbagliato e inadeguatezza tecnica

Fonte immagine: palermo.gds.it
Giorgio Grasso

Tonfo Catania nel derby di Sicilia. I rossazzurri soccombono per 0-1 contro un Palermo in crisi di risultati, allungando la propria striscia negativa a cinque gare senza vittorie. Gli uomini di mister Raffaele, che fino ad un mese fa lottavano a pieno titolo per il terzo posto in classifica, sono ora quinti a -12 dalla terza piazza, con Teramo e Juve Stabia in arrivo dalle retrovie. La sconfitta nel derby, frutto di un atteggiamento mentale errato, mette a nudo per l’ennesima volta i limiti del collettivo etneo, ufficializzando, dunque, un ridimensionamento nelle ambizioni.

Il derby figlio di un approccio sbagliato

Le stagioni di Catania e Palermo sono state molto diverse, sia nei presupposti che nel dispiegamento. I rosanero, partiti ai nastri di partenza con velleità di promozione, si facevano forti di un allenatore d’esperienza e di alcuni elementi, sulla carta, di assoluta qualità. Ma, per la società di Dario Mirri, la realtà ha immediatamente presentato il conto. Accardi e compagni hanno finora arrancato, alternando buone gare a disastri sportivi, culminati con l’esonero di Boscaglia a poche ore dal derby. In più, dopo l’uscita di scena dell’italo-statunitense Tony Di Piazza dalla società di Viale del Fante, il futuro del club non sembra più particolarmente roseo. Dall’altro lato della Sicilia troviamo un contesto completamente differente. La storia recente del Catania la conosciamo già: un quasi fallimento a luglio, l’arrivo di SIGI, una squadra costruita con poco tempo e pochi soldi ma risultati tutto sommato incoraggianti. I presupposti, alla vigilia del derby, sembravano arridere ai rossazzurri. Come mai, dunque, questo esito?

L’idea di chi vi scrive è che Silvestri e compagni, semplicemente, abbiano sentito troppo, o troppo poco, la partita delle partite. Il ragionamento è semplice. Analizzando i primi 35′ di gara – fino all’espulsione di Marconi, per intenderci – il Catania è sembrato fuori dal campo. I motivi possono essere due. La prima ipotesi è che, semplicemente, gli etnei non abbiano compreso appieno il significato di un derby. Ipotesi che, però, sembra fin troppo semplicistica. La seconda, invece, suggerisce il contrario: che sia possibile un accumulo di pressioni tale da giustificare una paura paralizzante per gli uomini di Raffaele? Quello che è certo, comunque, è che in entrambi i casi il campanello d’allarme è chiaro. I due atteggiamenti, infatti, non giustificano in alcun modo una prestazione che è parsa inaccettabile.

Il Catania costruito da SIGI è stato sopravvalutato?

Un’altra questione sembra venir fuori dalle ultime uscite dei rossazzurri. Il Catania visto durante questa stagione si è spesso cavato d’impaccio grazie ad episodi o a giocate dei singoli, prendendo il massimo da partite che sembravano destinate ad altri esiti. Più volte, anche su queste pagine, è stata lodata la caparbietà dell’undici etneo nel trovare quelle forze nascoste che sono tipiche di chi mette tutto in campo. Certe volte, però, semplicemente non basta. Ne è l’emblema perfetto la gara di ieri sera. In un match che si era messo in discesa, infatti, è apparso chiaro come vi siano stati un mucchio di errori individuali negli ultimi venti metri. Fare la lista impegnerebbe, probabilmente, tutta la giornata per chi vi scrive. Di contro l’avversario è stato bravo, nell’unica occasione della ripresa, a capitalizzare. Può capitare, è il calcio. Il problema arriva, però, quando sembra impossibile scardinare la difesa di una squadra rimasta in dieci uomini.

Ciò che sembra lampante, in tutto ciò, è che l’assenza di un elemento come Piccolo abbia pesato come un macigno sulle sorti del Catania. La domanda, dunque, sorge spontanea: se un solo giocatore è capace di modificare così pesantemente il destino di una squadra, non è indicativo di quanto la cifra tecnica del collettivo sia tutto sommato scarsa? Ai posteri l’ardua sentenza.

Tanta amarezza, in attesa dello snodo fondamentale della stagione

Per qualcuno il derby era l’appuntamento conclusivo di una stagione che sembra avere poco altro da dire. La realtà dei fatti non si discosta troppo da tale visione. Il Catania visto nelle ultime settimane, al netto di miracoli sportivi, difficilmente farà strada ai play-off. A questo punto, dunque, la palla passa all’extra-campo, dove si gioca la partita più importante. È lapalissiano, infatti, che dall’esito della trattativa in corso tra Tacopina e SIGI dipendano le sorti del Calcio Catania, in un crocevia che potrebbe riportare nuova linfa vitale ad una piazza stanca. In attesa di ciò, non ci resta che sperare in una presa di coscienza da parte di chi deve vestire i colori rossazzurri: che abbiano la consapevolezza di doverci mettere l’anima da qui alla chiusura della stagione.

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