«Combine-bis, Catania non fa ricorso»: le strade di club e patron si dividono

Redazione

«Solo Antonino Pulvirenti ricorrerà contro la sentenza di condanna della commissione disciplinare». Lo dice Giovanni Grasso, l’avvocato del patron del Calcio Catania, a parziale rettifica di quanto affermato nell’intervista rilascia a MondoCatania e pubblicata mercoledì 19 ottobre. I destini del club rossazzurro e del suo proprietario, per quel che riguarda l’iter giudiziario della vicenda combine-bis, si separano.

Accogliendo il deferimento del procuratore Giuseppe Pecoraro, il Tribunale federale nazionale aveva comminato al Calcio Catania e al patron Pulvirenti una multa – rispettivamente di 20mila e 25mila euro – giudicandoli entrambi colpevoli di avere violato le norme di correttezza sportiva per la gara Brescia-Catania e avere commesso illecito sportivo per la gara Bologna-Catania. «Si tratta di una questione di principio. Non accettiamo la grave accusa di avere commesso un illecito – ribadisce Grasso – Non c’è alcun elemento che la provi e per questo noi abbiamo intenzione di ricorrere». Appena la sentenza sarà depositata ci saranno sette giorni di tempo per impugnarla davanti al secondo grado di giudizio sportivo.

Non altrettanto ha deciso di fare il club, che preferisce invece mettere punto  a quello che spera essere l’ultimo capitolo – almeno in ambito sportivo – della «pagina nera della storia del club». Così l’addì Pietro Lo Monaco ha definito le rivelazioni dell’inchiesta Treni del gol, dalla quale è partito anche questo secondo procedimento sportivo. Le due gare per le quali il Catania è stato condannato di recente fanno parte proprio del faldone acquisito dalla Procura federale riguardo alle gare che secondo la Procura di Catania, nel corso del campionato di serie B 2014/15, i vertici dell’allora dirigenza rossazzurra avrebbero tentato di combinare sia per ottenere un beneficio in classifica sia per cercare di trarre illeciti guadagni dalle scommesse.

Nell’ambito penale, Pulvirenti e il Calcio Catania, insieme a tutti gli altri accusati, sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Catania per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.