Rivivi Live: Conferenza stampa presentazione Lo Monaco

Giuseppe Puglisi

MASCALUCIA – In diretta da Torre del Grifo seguiremo, via web e in forma testuale, la conferenza stampa indetta dal Catania Calcio. Inizio ore 16.00.

Buon pomeriggio a tutti da Giuseppe Puglisi
Ore 15,42 Piove abbondantemente qui a Torre del Grifo, tutti i giornalisti sono appena entrati totalmente bagnati per l’abbondante pioggia.
Ore 14.55 Mancano pochi minuti alla tanto attesa conferenza stampa indetta questo pomeriggio dal Calcio Catania
Ore 16.00 Qualche minuto d’attesa per l’inizio della conferenza
Parleranno Pietro Lo Monaco e Davide Franco
Comincia in ritardo la conferenza, la sala stampa è gremita di giornalisti. La conferenza segue l’assemblea del consiglio di amministrazione di questa mattina  dove sono stati stabiliti nuovi  cambiamenti all’interno dell’organigramma societario.
Lo Monaco chiarirà il nuovo ruolo all’interno del Calcio Catania
Pietro Lo Monaco seduto al centro del tavolo

Iniziata la conferenza stampa
Inizia la conferenza Davide Franco: “Vi comunico ufficialmente che questa mattina in sede di assemblea del consiglio di amministrazione del Calcio Catania, Bonanno ha rassegnato le proprie dimissioni. Nuovi consiglieri Avvocato Gitto e Pietro Lo Monaco”
Pietro Lo Monaco:
“Dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti in serie A. Ripartiamo. Sono passati quattro anni. Parlare di quello che sarà non penso si possa dimenticare. Stiamo ripartendo dalla Lega Pro e da una situazione non bellissima. Io ho passato anni importanti qua, li ho passati insieme alla gente di Catania. Abbiamo creato un modello. Un’azienda capace di farsi rispettare ovunque. Che ha fatto risultati importanti. Quando mi si diceva che parlavo di salvezza, e che lo scudetto del Catania sarebbe stato la salvezza, dopo un po’ di tempo qualcuno storceva il naso. Come la vorremmo avere ora, tutti quanti, la serie A. Era importante per l’azienda e per la città. Catania era una città di serie A.
Nella vita possono succedere i rovesci. È passato uno tsunami da Catania. Sarebbe da stupidi nascondersi dietro un dito. Per essere successo tutto ciò sono stati commessi degli errori. I primi a dare una legittimazione a questi
errori sono coloro i quali li hanno commessi. Vi direi una bugia se vi dicessi che non ho pensato mai e poi mai di tornare a Catania. Siamo partiti dieci anni fa senza euro, senza giocatori, senza settore giovanile e siamo riusciti a
creare una multinazionale con una struttura come il centro sportivo che è diventato il vanto del Catania, di primo livello in Europa. Questo è riuscito a farlo il Catania.

“Non me ne sono andato bene. In malo modo, anzi. I rapporti con chi, per me, per tanti anni è stato un fratello, si sono interrotti. Poi è successo quello che solo il Catania poteva fare. L’amore per il Catania. Il non starci
assolutamente a vedere morire il Catania. Questo ha consentito che io e Pulvirenti ci siamo incontrati di nuovo. Sinceramente sono qua per tentare un rilancio del Catania. E non si fanno con l’aria o con le chiacchiere ma coi
fatti. Serve la volontà della proprietà. Si è parlato, in estate, di vendere o acquistare. Intanto il Catania rischiava da morire. Oggi la proprietà del Catania decide di rilanciare. Questo va dato atto a Pulvirenti: ha dimostrato
di avere dimostrato amore dopo i quattro anni di oblio mentale. Le cose che sono passate al Catania hanno dell’inenarrabile. Non ci sono rilanci che possono partire dal sistemare tutte le situazioni pendenti. La situazione è
critica da un punto di vista economico per quello che è stato fatto. Ripartiamo dall’anno zero. Da una situazione di assoluto disagio. Contiamo di mettere la macchina in posizione. Ricominciamo con le cinque componenti sia nel bene che nel male. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
“Catania è una piazza come poche, che mette la squadra davanti a tutto. Seimila abbonati in lega pro, nonostante lo tsunami, significa una piazza innamorata. Faccio appello a questo. Ripartiamo tutti insieme, compatti, per
ridare a questa città la sua squadra in serie A Impiegheremo quattro o cinque anni ma l’obiettivo è quello. Cascasse il mondo. Prima di ritoccare il nome del Catania dovranno passare sul nostro cadavere.
Dobbiamo creare un clima che porti, chiunque viene a Catania, a sapere di giocare contro l’intera città.

“Serve un lavoro importante per sistemare l’aspetto economico. Tre retrocessioni sono importanti e ammazzerebbero chiunque. Tutti insieme dobbiamo cercare di fare in modo che queste batoste si dissolvano. Questo fa onore alla
proprietà che nonostante gli errori fatti vuole rilanciare. Quando ho rivisto Pulvirenti, se avessi potuto ammazzarlo l’avrei ammazzato. Dieci anni ho avuto accanto un tifoso innamorato della sua squadra. Nella vita poi si può anche
impazzire. Il suo impazzire è durato quel che è durato, adesso dobbiamo resettare tutto. Il Catania è come un figlio per me. Io ho fatto un errore gravissimo. Perché  quando ho deciso di andare via ho dimostrato di non amare il Catania. Sapevo come sarebbe andata a finire e non sarei dovuto andare via. Mi sono lasciato preso dalla collera.

“Ho commesso un errore nei confronti del Catania e sono qui per riparare a quell’errore. Farò di tutto perché il Catania si possa riappropriare del suo territorio. Non dissi perché sono andato via e non lo dirò adesso. Non significa che il Catania non è più in vendita.

“La vita continua e bisogna fare delle scelte. Si poteva pensare a una gestione soft, per aspettare un compratore, o una scelta di rilancio. La situazione economica è ai limiti. Non si può pensare di rilancio senza un investimento che serva a guardarsi dietro e ripulire il Catania dagli errori. In questo momento è una statua dai piedi d’argilla.
Purtroppo la Lega Pro non porta entrate, è un campionato difficile da vincere. Si riparte dagli errori. Pulvirenti ha la voglia di fare e garantire un nuovo futuro al Catania.

A volte mi arrivavano notizie da Torre del Grifo che mi facevano rabbrividire. Questo centro l’ho pensato io, sedia per sedia. Quando ci siamo rivisti è sembrato che quattro anni di guerre e cause, sono scomparsi in un minuto. Perché alla base ci sono stati 11 anni insieme in cui abbiamo costruito tanto. E voglio che il Catania si possa di riappropriarsi di quello che ha perso in questi anni. E spero che tra qualche anno, con lo stadio nuovamente pieno, possa esserci anche il presidente.
La prima cosa che mi ha fatto andare in bestia, è stato che il quadro con la gigantografia dello stadio Massimino nel giorno della promozione in serie A era stata fatta levare dall’uomo in canottiera, perché portava male.

“Nessuno può dare torto alla tifoseria per avere fatto un passo indietro. Per recuperare il rapporto penso di non dovere fare niente. Sono certo che la gente risponderà presente. La gente si stringerà attorno alla sua squadra quando vedrà la nostra volontà di rilancio.
“Chiamatemi pazzo o sognatore, ma sono convinto che tra quattro anni riusciremo a fare quello che ci siamo proposti di fare.

“Entro la prossima settimana presenteremo tutte le nuove figure tecniche del Calcio Catania. Serve un tecnico capace, di spessore, che voglia mettersi in discussione con il progetto. Chi viene a Catania deve sapere che viene in una piazza che vale. Avrà un contratto pluriennale. A testimonianza della nostra voglia di programmare.

“A volte mi arrivavano notizie da Torre del Grifo che mi facevano rabbrividire. Questo centro l’ho pensato io, sedia per sedia. Quando ci siamo rivisti è sembrato che quattro anni di guerre e cause, sono scomparsi in un minuto. Perché alla base ci sono stati 11 anni insieme in cui abbiamo costruito tanto. E voglio che il Catania si possa di riappropriarsi di quello che ha perso in questi anni. E spero che tra qualche anno, con lo stadio nuovamente pieno, possa esserci anche il presidente.
La prima cosa che mi ha fatto andare in bestia, è stato che il quadro con la gigantografia dello stadio Massimino nel giorno della promozione in serie A era stata fatta levare dall’uomo in canottiera, perché portava male.

“La campagna abbonamenti partirà la prossima settimana e sono sicuro che i catanesi risponderanno alla grande. Allestiremo una formazione competitiva.
I 6,6 milioni di euro che ho chiesto al Catania non esistono più. Non abbiamo neanche gli occhi per piangere. Riguardo al mio coinvolgimento con Jorge Vergara, mi è stata chiesta solo una consulenza che ho dato ben volentieri nel momento in cui sono stato contattato da uno studio commercialistico serio che mi ha prospettato un possibile mio coinvolgimento nel piano che questo imprenditore stava preparando per rilevare il Catania. Ma io posso dire che anche senza un soldo, all’ultimo giorno utile, mi sarei presentato in società per cercare di comprarla.

“Rientro con la carica di amministratore delegato e direttore generale, non sono socio.