Le pillole di Catania-Avellino

Fonte immagine: calciocatania.it
Gianpaolo Barbera
  • Via il difensivista Raffaele e il suo catenaccio, dentro Baldini. Tecnico tutto da scoprire, che dovrà ribaltare la squadra e cambiarne la mentalità, se non si vuole fare dei playoff una gita domenicale.
  • Il Catania scende in campo con il  modulo tanto auspicato e inutilmente richiesto in passato, non solo dallo scrivente: 4-3-3, difesa a quattro, centrocampo con un mediano di costruzione, il controverso Maldonado. Due intermedi tuttocampisti, attacco con la classica punta centrale di peso e due funamboli sulla fasce a piede invertito.
  • Braglia non se la sente di cambiare e schiera la squadra col suo modulo classico, il 3-5-2. Come dargli torto con tutti quei punti in classifica?
  • I padroni di casa hanno la fortuna dalla loro, ed anche il merito, nell’occasione della punizione che porta al vantaggio, dopo solo 3 minuti di gioco. Russotto inizia alla grande!
  • I tanti passaggi tra uomini di reparto diverso o in altre parole le tante verticalizzazioni, sin dall’inizio, fanno gridare al miracolo quanti non vedevano un calcio così diretto da tempo.
  • E’ subito una bella partita, maschia ma non scorretta (eccetto qualche manata presa da Russotto), anche grazie al campo veloce, con la palla cLe pillole di Catania-Avellinhe schizza sull’erba bagnata.
  • Reazione dell’Avellino, ma il Catania tiene botta e prova a pressare alto. Claiton salva con mestiere una situazione assai scabrosa (resta il dubbio del fallo su chiara occasione da gol).
  • Maldonado viene graziato per una fallaccio in forbice a centrocampo, dopo aver fatto buone cose nei minuti precedenti.
  • La cosa migliore della partita si vede al minuto 34: veloce contropiede in un momento di sofferenza e i due fantasisti rossazzurri, Piccolo e Russotto, decidono di mettersi in proprio, confezionando il gol del sorprendente 2 a 0.
  • L’Avellino è un animale ferito e cerca rabbiosamente di rifarsi, trovando in Maldonado un alleato: sciagurato passaggio all’indietro e fallo di Martinez. Rigore e trasformazione al minuto 45!
  • Nel secondo tempo si prevede assalto degli irpini, ma è il Catania a sfiorare il gol su cross del positivo Calapai: Ciancio toglie letteralmente dalla testa di Izco il pallone del 3 a 1.
  • Le energie degli etnei cominciano a venire meno: Rosaia sostituisce Maldonado (a rischio rosso) e Albertini rileva Piccolo giocando, a sorpresa, alto a destra, per aiutare Calapai a proteggere la fascia difensiva.
  • Martinez fa una gran parata su forte conclusione avversaria in piena area e si candida alla titolarità da qui alla fine, anche perché abile a giocare con i piedi (ma oggi non si è visto).
  • Manneh, sostituto di Russotto (migliore in campo) ad inizio di frazione, manda in confusione avversari e compagni con finte e accelerazioni: dovrebbe essere più incisivo, ma la sua prova è buona, grazie al fallo che si procura in area all’ultimo minuto.
  • Sarao spara un missile angolato e in un colpo solo si butta alle spalle il brutto periodo: torna al gol, per di più su rigore (un tabù per il Catania), chiude una partita ancora in bilico e sancisce una vittoria sofferta e tutto sommato meritata.
  • La prestazione è buona e potrebbe dire tanto. Sicuramente la squadra può giocare un calcio migliore di quello visto nella gestione precedente.
  • Legittimo pensare che sia stata solo la classica vittoria della squadra che cambia guida tecnica, ma il Catania ha giocato e prodotto situazioni pericolose, al cospetto di un avversario importante e in forma.
  • Questa era una sorta di partita playoff anticipata: giocando così, e vincendo, il Catania ha dimostrato di potersela giocare almeno con quelle del proprio girone, ma solo se proverà a esaltare le proprie qualità, senza cercare di nascondere i propri difetti e limiti strutturali.

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