Modello Carpi o Frosinone per il rilancio?
Lo Monaco preferisce il modello Catania

Gianmarco Puglisi
fonte: torredelgrifovillage.it

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Carpi e Frosinone possono essere due esempi da seguire: partendo dalle serie minori hanno conquistato la promozione in Serie A, anche grazie ai loro progetti eccellenti. Luca Marotta, esperto di calcio e di business sportivo, instervistato da MondoCatania ha indicato questi due club come modelli – tra loro diversi – suggeriti per progettare la risalita del Catania nella massima serie A entro quattro anni, secondo la tempistica sperata da Pietro Lo Monaco. Quest’ultimo, tuttavia, pare volere seguire una terza strada.

«Il Carpi ha chiuso cinque stagioni (tra Serie B e Lega Pro) con perdite irrilevanti: appena 416 mila euro e, gli esercizi 2010/11 e 2013/14 si sono chiusi con un piccolo utile. Il Frosinone, in due anni di Lega Pro ha subito perdite nette per 8,5 milioni di euro», spiega Marotta nella sua analisi. Una strada più economica, quella del Carpi, contro una più dispendiosa, quella del Frosinone. Dimostratesi entrambe vincenti.

Sull’argomento però, il diggì Lo Monaco pare avere un’idea ben diversa e altrettanto chiara:  «In una conferenza stampa, ai tempi in cui il Messina era in A ed il nostro club in B – dice nel corso di un appuntamento coi giornalisti – Considerato che nella società peloritana si aggiravano calciatori della Juventus, mi fu chiesto se anche gli etnei potevano mettersi in affari con qualche grande club». L’aneddoto serve al dirigente per ricordare quello che fu il modello Catania, lo stesso che intende rispolverare adesso.

«Il Catania deve vivere di luce propria, andare avanti per la propria strada – dice Lo Monaco – Avrà un suo modello, e non potrà che essere ripristinare tutto ciò che era stato e che ha portato a otto anni di permanenza in serie A e alla costruzione di Torre del Grifo.  Ci impiegheremo tempo e fatica, ma fosse l’ultima cosa che faccio, ci riuscirò». L’amministratore delegato etneo sostiene di voler proseguire con il suo progetto, risanando innanzitutto l’aspetto economico, ben diverso da quello trovato nel 2004.Come dimostrato dall’ultimo bilancio.

Nel tempo, i profitti societari hanno portato: alla realizzazione del centro sportivo, all’allestimento di una squadra definita «piccolo Barcellona» dallo stesso Pep Guardiola (allora allenatore dei blaugrana) e all’ottavo posto nella stagione 2012/13 con Sergio Gasparin al timone del club. Fino a qualche tempo fa, il Catania è stato per molte società un buon esempio da seguire, sia sul campo che fuori. Tutto o quasi crollato sotto la gestione di Pablo Cosentino. Personaggio voluto e difeso da Antonino Pulvirenti anche nel corso dell’inchiesta Treni del gol, vicenda che ha segnato per entrambi le dimissioni ma solo per l’ex procuratore argentino il definitivo (e volontario) allontanamento dal club.