Niente di Clamoroso, a parte il silenzio “selettivo” della società

Duilio Catania

Finalmente Catania. Così la maggior parte dei giornali hanno titolato il giorno dopo il 4-0 sulla Pro Vercelli. E’ quello che la stragrande maggioranza dei tifosi ha pensato alla fine della partita, valsa la prima vittoria di questo nuovo Catania. Vittoria che ha quasi il sapore di un’impresa, non certo per i valori tecnici dell’avversario,  che seppure modesto avrebbe di certo dato grossi grattacapi al Catania di soltanto qualche giorno fa. Sembrano dunque sortire i primi effetti di questa ennesima rivoluzione, partita prima ancora nella società, tramutatasi in 7 nuove pedine di categoria che hanno preso il posto della colonia Argentina, destinata a tornare in patria.

Se questo è l’inizio di un nuovo campionato sarà solo il tempo a rivelarlo. Unica nota stonata resta l’atteggiamento della società nei confronti della stampa e di conseguenza dei tifosi: continua il silenzio stampa, almeno per la stampa locale. Scelta piuttosto discutibile, visto anche il trend societario nel mercato. Fin troppo facile parlare quando e se tutto andrà bene. Considerato che non certo il silenzio stampa, ma una ritrovata consapevolezza dei propri errori (evidenziati proprio dalla stampa), ha permesso alla società di compiere quella rivoluzione di cui sopra ed alla squadra di tornare a dare speranze.

Sarebbero  davvero tante le domande da voler rivolgere al patron etneo. Dai meriti di Delli Carri su questo mercato di riparazione, ammesso che ci siano, a quelli della ‘risorsa’ Cosentino. E proprio su quest’ultimo, che ruolo avrà adesso? Nell’anno della sua vicepresidenza il Catania ha vissuto la retrocessione; Quest’anno è #ripArtito da amministratore delegato, con obiettivo la promozione diretta in serie A, ed è stato necessario distruggere tutto quel che aveva costruito per vedere uno spiraglio di luce all’orizzonte. Viste le “capacità” mostrate, adesso quale sarà il suo ruolo? Ed ancora, ci saranno delle modifiche in merito alla preparazione atletica di Ventrone, dimostratasi buona solo per tre giocatori su trenta in rosa?

Bisogna forse pensare che il buon presidente abbia voluto continuare con il silenzio per rispetto di coloro che lavorano al Massimino, una serata intera probabilmente non sarebbe bastata per rispondere a tutti i più che leciti, doverosi quesiti da porre. Per questo c’è il tempo, visto che proprio il tempo sta rispondendo con chiarezza vivida. Di tempo ne è invece rimasto davvero poco per risalire la china della classifica. C’è ancora tanto da fare, a partire dal prossimo impegno interno col Perugia. La comune speranza è ancora di poter leggere titoli come quelli di sabato scorso. Magari chissà che torni tutto alla normalità, come un anno e mezzo fa, quando vincere non era la sorpresa ma la regola. La regola del “clamoroso al Massimino”.