Catania, gioie e dolori a Bologna. Quattro anni fa la retrocessione in B

Fonte immagine: calciocatania.it
Redazione

di Giuseppe Frisoli

Bologna è stata spesso una tappa fondamentale nella storia
del Calcio Catania, soprattutto a Maggio il mese in cui si tirano le
somme, il mese che è solito decretare storiche vittorie o sancire
cocenti delusioni. L’11 maggio di quattro anni fa, con un’inutile vittoria, proprio al Dall’Ara i rossazzurri retrocedevano in serie B, cadendo nel baratro che li avrebbe portati presto in C.

Uno dei più recenti incroci memorabili tra il Catania e la città felsinea avvenne il 13 Maggio 2007, campionato di serie A. Sono passati tre mesi dai tragici fatti del 2 febbraio, che costarono la squalifica dello stadio Massimino fino al 30 Giugno 2007, facendo sprofondare gli etnei dalle nobili zone europee al giocarsi la permanenza nella massima serie. Dopo una riunione in camera di conciliazione del CONI, il Catania ottiene l’ok per giocare le restanti due gare ‘interne’ contro Milan e Chievo a porte aperte e con i propri tifosi al seguito, lo stadio designato dalla Lega è il Dall’Ara di Bologna. La città felsinea viene invasa da 6000 tifosi rossazzurri per la sfida ai rossoneri. Un gran gol di Spinesi (il 17° in stagione) pareggia l’iniziale vantaggio rossonero firmato da Seedorf. Arriva un punto importantissimo che permette alla squadra allenata da Pasquale Marino di mantenere due punti di vantaggio sulle terzultime nella difficile corsa verso la salvezza, quando mancano 180 minuti alla fine del torneo.

Il 27 Maggio 2007 è proprio il caso di dire ‘ci risiAmo’. Ultima giornata di campionato, scontro da dentro o fuori col Chievo Verona di Gigi Del Neri. C’è la consapevolezza che per conquistare la salvezza bisognerà ottenere l’intera posta in palio. L’orecchio è sintonizzato anche sui risultati di Siena e Reggina. Davanti a 10.000 spettatori, con una nutrita presenza ospite, Marino privo di Caserta, Edusei, Colucci e Spinesi manda in campo il 19enne Biagianti, alla suo esordio da titolare nella massima serie. Il primo tempo finisce a reti bianche, col Catania virtualmente in B. A inizio ripresa le nubi lasciano il posto al sole, l’intuizione di Marino è vincente, il tecnico di Marsala sostituisce l’esordiente Biagianti con Rossini ed è la svolta. Proprio lui segna l’1-0 che pochi minuti dopo viene bissato dalla rete di Minelli. Quando l’arbitro Rizzoli fischia la fine il ‘Dall’Ara’ impazzisce di gioia. Il Catania resta in A, quella categoria faticosamente conquistata dopo oltre 20 anni. Il Chievo va in B.  La favola clivense lascia il posto a quella rossazzurra.

È il 9 Maggio 2010, e il Catania torna al Dall’Ara per una gara nuovamente decisiva, anche se meno carica di tensione rispetto allo spareggio di qualche anno prima. Stavolta di fronte ha i padroni di casa del Bologna. Per gli etnei è l’ ultima trasferta di un girone di ritorno da favola. Sotto la guida del serbo Mihajlovic (ex dell’incontro), subentrato ad Atzori, i rossazzurri hanno collezionato successi storici:  l’1-2 a Torino contro la Juventus, il 3-1 sull’Inter di Mourinho, la vittoria per 1-0 contro la Fiorentina firmata Mascara (rete numero 30 per il folletto di Caltagirone, che stabilirà  il record di gol con la maglia rossazzura eguagliando Memo Prenna). Risultati che hanno contribuito a risollevare il Catania dall’ultimo posto in classifica fino alla possibilità di agguantare con una giornata d’anticipo la salvezza matematica. L’incontro del ‘Dall’Ara’ ha poco da dire. Al vantaggio iniziale di Di Vaio risponde nella ripresa Maxi Lopez (l’argentino, arrivato a gennaio, mette a segno la 10 rete in soli sei mesi in maglia rossazzurra, chiuderà a quota 11) . La partita termina 1-1, e fa felice tutti. Sia il Catania che i padroni di casa, allenati da Franco Colomba, conquistano matematicamente la salvezza alla fine dell’incontro. Il suggello a una stagione che sembrava destinata a essere disgraziata per il Catania, ma che si è rivelata trionfale. Da sottolineare anche l’esordio in maglia rossazzurra del ‘Pitu’ Barrientos.

Infine ecco arrivare l’11 Maggio 2014 (esattamente quattro anni fa). Il Catania  capace di conquistare l’ottavo posto in campionato la stagione precedente, non esiste più. La stagione è difficile, anche al Massimino – da sempre terreno ostico per gli avversari – il Catania fatica a fare punti. Eppure la stagione era iniziata con l’obiettivo europeo da centrare anche e soprattutto grazie al radicale cambiamento voluto dall’allora presidente Antonino Pulvirenti. Via Sergio Gasparin, il direttore dei record. Al suo posto un procuratore, senza esperienza in alcun club ma famoso e ricco. Pablo Cosentino. La squadra è allo sbando, senza il punto di riferimento forte che era da sempre abituata ad avere in società. Ma dalla società, negano tutto e rassicurano. Il Catania esonera Maran, prende De Canio, riprende e ri-esonera Maran, infine affida la squadra a Pellegrino. Alla penultima giornata, per Bologna-Catania, le speranze salvezza dei rossazzurri sono ridotte al lumicino. Una eventuale vittoria potrebbe non bastare a scombinare i piani salvezza del neopromosso Sassuolo, capace cinque giorni prima di andare a conquistare a domicilio una vittoria alla vigilia insperata contro la più quotata Fiorentina degli ex rossazzurri Vargas e Montella.

Arriva il giorno del match e davanti a 31.000 spettatori le due squadra cercano entrambe di avere la meglio. Al 22° minuto, punizione per il Catania, finta di Bergessio, conclusione di Monzon, traiettoria rasoterra, barriera che si apre e palla che si insacca alla sinistra del portiere Curci, Catania in vantaggio grazie al secondo gol stagionale del terzino argentino più deludente della storia recente. Passano solo 7 minuti quando l’arbitro Rocchi sventola il secondo giallo a Peruzzi, fallo dell’argentino su Lazaros e Catania in 10. Il Bologna di Ballardini, forte della superiorità numerica, si butta in attacco. Diverse conclusioni rossoblu vengono sventate da un Frison in giornata di grazia. Il portiere nulla può quando il difensore rossoblu Morleo scarica alle sue spalle il pallone dell’1-1, con un tiro potente e laterale. Mancano soltanto 10 minuti al termine, con il pareggio il Bologna sarebbe salvo, mentre il Catania non può prescindere dalla vittoria. All’83° minuto l’arbitro non ravvisa un presunto fallo di Rinaudo su un giocatore rossoblu, si gioca. Palla a Monzon che dà a Bergessio il pallone per trafiggere Curci, è la rete del 1-2 e il Catania nuovamente in vantaggio, ma la gioia dura soltanto pochi secondi perché dalle radioline i risultati dagli altri campi interessati non sono confortanti. Al Chievo è bastato un gol di Danielli per avere la meglio sul Cagliari. Il Sassuolo ne rifila quattro al Genoa. Dopo 5 minuti di recupero al fischio finale di Rocchi è Serie B per entrambe. Il Catania pur ottenendo i tre punti e la prima vittoria stagione in trasferta saluta la serie A dopo 8 Anni consecutivi. Niente lieto fine stavolta al Dall’Ara, teatro di mille emozioni. Pellegrino esce deluso con le mani sul volto, i giocatori a testa bassa vanno sotto il settore ospiti. I tifosi, purtroppo, avevano capito e predetto quel possibile tragico finale da tempo. Sono rimasti inascoltati. Eppure fino all’ultimo momento erano presenti per far la loro parte, per spingere la squadra. Ma non è bastato.

Dalle ore 17 di quell’11 Maggio di quattro anni fa calerà il sipario sulla serie A rossazzurra, da quel giorno i futuri avversari del Catania si chiameranno: Entella, Cittadella, Lanciano. E col senno di poi, arriverà lo scandalo Treni del gol, la vergogna delle presunte combine, la retrocessione punitiva in serie C, il crac economico. Da quel giorno in poi, da quella partita a Bologna, il Catania non ha mai più davvero rialzato la testa. Ci sta provando adesso, tra mille punti interrogativi. Ai play off da seconda, proverà in cinque partite a riconquistare la serie B. Sarebbe un piccolo, importantissimo passo, per provare a risalire dal baratro in cui è finito, e che si è aperto sotto i suoi piedi proprio quell’11 maggio di quattro anni fa. Anche se sembra passata una vita, quasi.